La Francia riconosce lo stato di Palestina: “È arrivato il tempo della pace”. Che cosa cambia ora e quali sono i Paesi che riconoscono lo Stato palestinese
Come già preannunciato da tempo, Emmanuel Macron, parlando all’assemblea generale dell’Onu, ha dichiarato che d’ora in avanti la Francia riconoscerà ufficialmente lo stato di Palestina. Il presidente francese ha motivato la sua decisione dichiarando che “questo riconoscimento è un modo per affermare che il popolo palestinese non è un popolo di troppo” e dicendosi convinto che “questo riconoscimento sia l’unica soluzione che porterà la pace in Israele”.
I declare that today, France recognizes the State of Palestine. pic.twitter.com/8kg6xukuO0
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) September 22, 2025
La decisione della Francia segue quella del Regno Unito, del Canada, dell’Australia e del Portogallo. Al momento sono 152 i paesi membri delle Nazioni Unite, su un totale di 193, che riconoscono ufficialmente lo stato palestinese. Un numero cresciuto dopo la guerra a Gaza e destinato ad aumentare nei prossimi mesi. Basti pensare che, fino al 2014, solo la Svezia era tra i Paesi dell’Europa occidentale e settentrionale a riconoscere ufficialmente la Palestina come Stato. Nel 2024, però, Norvegia, Spagna, Irlanda e Slovenia hanno seguito le orme di Stoccolma. Ora, dopo la decisione di Francia, Portogallo, Belgio, Malta e Lussemburgo sono 15 su 27 i Paesi membri dell’Unione Europea a riconoscere lo stato palestinese. Sono almeno 46, invece, i Paesi contrari al riconoscimento della Palestina. Tra questi figurano Israele, gli Stati Uniti e Giappone, Corea del Sud e Singapore per quanto riguarda l’Asia. In Europa, invece, tra i paesi contrari spiccano la Germania e l’Italia.
Che cosa significa riconoscere lo Stato di Palestina
Ma cosa comporta riconoscere lo stato di Palestina? Si tratta perlopiù di un atto dall’alto valore simbolico e politico, che difficilmente modificherà nell’immediato la posizione israeliana o la drammatica situazione umanitaria nella Striscia di Gaza. Quando uno stato ne riconosce un altro significa che ne accetta l’esistenza riconoscendo formalmente la sovranità di quel territorio e il diritto all’autodeterminazione del popolo che lo abita. La conseguenza più diretta del riconoscimento di uno Stato è lo scambio di rappresentanze diplomatiche, ovvero l’apertura di ambasciate e consolati e l’invio di personale diplomatico.