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Perché la Polonia non fornirà più armi all’Ucraina

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Una notizia decisamente rilevante, frutto di diverse motivazioni. Proviamo a capire perché la Polonia ha annunciato di non voler più inviare armi all’Ucraina. In ballo ci sono interessi interni, legati soprattutto alle prossime elezioni, con il premier polacco Mateusz Morawiecki in piena campagna elettorale. E i sondaggi che prevedono un tonfo nei consensi per il Pis, il partito polacco di maggioranza.

La disputa maggiore riguarda il grano ucraino. “Prima i polacchi”, ripete con slogan sovranista Morawiecki. Una notizia che fa ancor più scalpore considerando la vicinanza geografica e strategica tra i due Paesi. “Varsavia sta effettuando solo forniture di munizioni e armamenti concordate in precedenza, comprese quelle risultanti dai contratti firmati con l’Ucraina”, ha detto il portavoce del governo polacco, Piotr Muller. Il governo di Varsavia in campagna elettorale difende i contadini danneggiati dai cereali a basso costo in arrivo proprio da Kiev. “Al momento non diamo materiale bellico all’Ucraina, serve a noi”, ha dunque annunciato Morawiecki.

La Polonia era stata finora uno dei più risoluti alleati dell’Ucraina sin dai primi giorni dell’invasione russa, fornendo aiuti economici, garantendo supporto logistico, accogliendo oltre 1,5 milioni di profughi e sostenendo lo sforzo bellico ucraino con armi di vario tipo. Sono giorni di tensione, dopo la decisione del governo polacco di vietare la vendita di grano ucraino sul proprio territorio. L’Ucraina d’altronde è notoriamente una grande esportatrice di cereali.

Ora il grano ucraino viene trasportato principalmente via terra verso ovest: vari paesi dell’Europa centrale sono diventati un’importante via di transito e destinazione finale per grano, mais, colza e semi di girasole ucraini. Molti di questi paesi si erano lamentati per il timore che l’entrata nel loro mercato di così grandi quantità di cereali avrebbe danneggiato gli agricoltori locali, facendo scendere il prezzo dei prodotti.

Ad oggi la Polonia, ma anche Ungheria e Slovacchia, permettono il transito del grano ucraino sul proprio territorio, ma non la vendita. Una scelta fortemente criticata dall’Ucraina. Il governo ucraino ha denunciato i tre paesi all’Organizzazione mondiale del commercio (OMC). Zelensky nei giorni scorsi all’ONU ha apertamente criticato la Polonia parlando di un “teatrino politico”. L’annuncio della sospensione della fornitura di armi è un passo ulteriore nella disputa, che si fa più accesa viste le elezioni imminenti a Varsavia, in programma il 15 ottobre. 

A rischio c’è anche l’accoglienza di Varsavia al milione e passa di ucraini in fuga dai bombardamenti e, soprattutto, il ruolo polacco di sostenitore della resistenza all’invasione russa. “L’Ucraina è come uno che sta annegando e si aggrappa a tutto ciò che trova, anche al suo soccorritore rischiando di trascinarlo sott’acqua”, ha detto duramente il presidente polacco Duda. Una notizia che rischia di congelate la controffensiva di Zelensky e che fa gongolare Putin.

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