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Home » Esteri

Londra, il report che inguaia Scotland Yard: “Poliziotti razzisti, omofobi e misogini”

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Il 12% delle agenti donne è stato molestato o aggredito sul posto di lavoro, e le segnalazioni sono state insabbiate dai vertici o minimizzate. Inoltre, diversi agenti sospettati di gravi reati, tra cui aggressioni sessuali e abusi domestici, non hanno subito alcuna condanna, così come centinaia di agenti razzisti, o corrotti sono stati lasciati nei loro reparti.

È impietoso il rapporto ufficiale sulla polizia inglese redatto dalla baronessa Louise Casey, incaricata dall’allora commissaria della Metropolitan Police Cressida Dick di condurre l’indagine su Scotland Yard. Il corpo di forze dell’ordine viene definito come un “club maschilista” in cui pullulano “razzismo, misoginia e omofobia” e proliferano episodi di intolleranza verso donne, gay e minoranze.

Il nuovo capo della polizia di Londra, Sir Mark Rowley, non ha accampato scuse: “Leggere questa inchiesta è stato tremendo. Provo un misto di furia, imbarazzo e frustrazione”. Il rapporto dei londinesi con il corpo di polizia è ora tutto da ricucire, il sindaco Sadiq Khan l’ha descritto come “uno dei giorni più bui in due secoli di storia di Scotland Yard”. Dall’indagine, che è partita dopo lo stupro e l’omicidio di una 33enne londinese che fu rapita, violentata ed uccisa da un poliziotto, Wayne Cousens, mentre camminava da sola nel parco di Clapham Common, emergono gravissime deficienze nella polizia londinese.

Tra gli episodi citati la costante discriminazione verso le poliziotte, con agenti maschi che mostravano loro i genitali o le infilavano sex toys nelle tazze di caffè. A un poliziotto di religione sikh alcuni colleghi hanno tagliato la barba, un agente musulmano ha denunciato di essersi ritrovato della pancetta nelle scarpe.

Alla luce di quanto emerso, la baronessa Casey ha chiesto ai vertici di Scotland Yard di fare pulizia interna, per restaurare l’onore del corpo di polizia, e “chiedere scusa per gli errori del passato e ricostruire la fiducia da parte dei cittadini”.

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