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Perché alcune canzoni non ci escono dalla testa

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Alcuni studiosi hanno analizzato il motivo per il quale non riusciamo a smettere di cantare una canzone. Una delle ragioni è il ritmo dei cosiddetti tormentoni

Il termine inglese per indicare una canzone che non riusciamo a smettere di cantare nella nostra testa è “earworm” (verme dell’orecchio). Accade un po’ a tutti e, secondo Kelly Jakubowski, una psicologa della musica dell’università di Durham, nel Regno Unito, accade precisamente al 90 per cento delle persone. Ma per quale motivo alcune canzoni si intrufolano nel nostro cervello e restano molto più a lungo di altre? 

S&D

Da circa dieci anni, alcuni esperti stanno effettuando ricerche su questo strano fenomeno. Stando a quanto emerso, il motivo per il quale alcune melodie ci tornano in mente più spesso di altre ha a che vedere con le associazioni della memoria, vale a dire una parola o un’immagine che ci riporta a quella canzone in particolare. A Jabukowsi, per esempio, la parola “ombrello” faceva venire continuamente in mente la nota canzone di Rihanna, Umbrella. E forse non solo a lei. 

Anche l’umore gioca un ruolo importante nel definire la scaletta musicale della nostra testa. Quando ci sentiamo stressati, siamo più soggetti a ricordare insistentemente la stessa canzone (anche se la detestiamo). La difficoltà del testo è un altro fattore che influisce sulla memoria: sarà più facile ricordare una canzone le cui strofe sono semplici da memorizzare, che una più complessa, che richiederà certamente un più alto livello di attenzione. 

Inoltre, se il ritmo di una canzone ce ne ricorda una simile, saremo più propensi a ricordarla. In uno studio realizzato da Jabukowski e altri due colleghi, i ricercatori hanno intervistato circa tremila persone chiedendo loro qual era la canzone pop che più spesso tornava loro in mente. Nella lista, stilata tra il 2010 e 2013, tra le prime dieci canzoni tre erano della cantante americana Lady Gaga e quella in testa alla lista era Bad Romance. Ga-ga-uh-lala vi dice qualcosa? 

Analizzando le canzoni di una lista di cento titoli stilata durante lo studio, gli psicologi sono arrivati ad alcune interessanti conclusioni. Le canzoni che vi ritrovate a cantare come un disco rotto riuniscono tutte le stesse caratteristiche: sono canzoni generalmente veloci, alla maggior parte delle persone accade di non riuscire a smettere di canticchiare una canzone durante il movimento, camminando, correndo o lavandosi i denti. 

Le cosiddette “earworm” sono melodie più semplici di altre, con meno variazioni, che il nostro cervello ricorderà con maggiore facilità. Ma per quale motivo questo studio dovrebbe essere rilevante? Per esempio, per comprendere se queste canzoni hanno un effetto regolatore sul nostro umore nel corso della giornata. Inoltre, non è detto che la ricerca non riconduca a una possibile cura per le ossessioni e le allucinazioni musicali, un raro disturbo uditivo. 

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