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Home » Esteri

“Il Parlamento europeo è uno sponsor dell’omosessualità”: gruppo hacker filorusso manda in tilt il sito dell’istituzione

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In risposta alla risoluzione del Parlamento europeo passata ieri con 494 voti favorevoli, 58 contrari e 44 astensioni che definisce la Russia un “sostenitore del terrorismo”, il gruppo pro-russo di hacker Killnet ha violato i sistemi dell’Eurocamera. A dare la notizia il portavoce dell’istituzione, Jaume Duch, che ha lanciato l’allarme con un tweet. “La disponibilità del sito web dell’Eurocamera è attualmente compromessa dall’esterno a causa di un elevato traffico di rete esterno. Questo traffico è legato a un attacco Ddos (Distributed Denial of Service). I team del Parlamento stanno lavorando per risolvere il problema il più rapidamente possibile”. BetterCyber, un’azienda che si occupa di sicurezza informatica, ha confermato che la paternità del cyberattacco è da ricondurre al gruppo russo “We are Killnet”.

S&D

L’intervento di Duch era arrivato nel primo pomeriggio, quando il wi-fi dell’edificio che ospita la plenaria a Strasburgo era stato interrotto per diversi minuti, rendendo irraggiungibile il sito web dell’Istituzione europea. Nella risoluzione votata ieri riferita alla guerra in Ucraina, si sottolinea che “gli attacchi e le atrocità intenzionali delle forze russe e dei loro delegati contro i cittadini, la distruzione delle infrastrutture civili, e altre gravi violazioni del diritto internazionale e umanitario sono tutti atti di terrore e crimini di guerra. Per questo, dichiarano la Russia uno stato sponsor del terrorismo che utilizza mezzi terroristici”. Su Twitter è intervenuta la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola: “Il Parlamento europeo è sotto un sofisticato attacco informatico. Un gruppo filo-Cremlino ha rivendicato la responsabilità. I nostri esperti IT si stanno opponendo e proteggendo i nostri sistemi. Questo, dopo che abbiamo proclamato la Russia come stato sponsor del terrorismo”.

Anonymous Russian e Killnet hanno rivendicato l’attacco sui loro gruppi Telegram scrivendo di riconoscere “ufficialmente il Parlamento europeo come sponsor dell’omosessualità”, sulla falsariga di quanto scritto da Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo: “Propongo di riconoscere il Parlamento europeo come sponsor dell’idiozia”.

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