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Home » Esteri

Mi manda Joe Biden: ecco chi è Jack Markell, il nuovo ambasciatore Usa in Italia

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È in politica da 25 anni, ha guidato lo Stato dov’è cresciuto il presidente Usa ed era vicino al figlio Beau, morto di cancro nel 2015. L'ex governatore ha un curriculum tra banche e telecomunicazioni e la sua nomina a Villa Taverna promette nuove sfide per l’Italia, soprattutto su Cina e 5G

Ci sono voluti più di due anni ma a Villa Taverna l’attesa è finita. L’ultimo ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, Lewis Eisenberg, ha lasciato l’incarico il 4 gennaio 2021 e da allora non è stato ancora sostituito. Ma ora il presidente Joe Biden ha finalmente indicato un nome al Senato per l’incarico diplomatico straniero più importante in Italia ed è una sua vecchia conoscenza. Jack Alan Markell ha governato per due mandati lo Stato dov’è cresciuto e che ha rappresentato in Senato per 36 anni, il Delaware. Politicamente era vicino al compianto figlio Beau che, se non fosse morto nel 2015, gli sarebbe potuto succedere come governatore.

Tramontate le ipotesi di Nancy Pelosi o di qualche nome vicino all’ex speaker della Camera – se il Senato dovesse confermarne la nomina – potrebbe essere proprio l’attuale ambasciatore Usa presso l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) a godere della splendida villa romana del XV secolo. Ma il curriculum di Markell fa presagire ben più di un soggiorno di lusso nella capitale.

Un politico di lungo corso
La sua biografia lo lega a doppio filo a Biden. Nato nel 1960 a Newark, in Delaware, l’ex governatore si è diplomato alla Newark High School, dove ha conosciuto la moglie Carla, con cui ha due figli ventenni Molly e Michael. Ha conseguito una laurea in economia presso la Brown University di Providence, in Rhode Island, prima di ottenere un Master of Business Administration presso l’Università di Chicago.

Vista la sua formazione economica non stupisce che nel 1998 la sua avventura politica sia cominciata con l’elezione a “Treasurer” del Delaware, ossia responsabile della fornitura di servizi bancari, contabili e di investimento al governo statale, un ufficio a cui è stato rieletto anche nel 2002 e nel 2006, l’ultima volta ottenendo il 70% dei voti.

Il suo mandato era stato particolarmente apprezzato, anche per i numerosi sforzi volti all’alfabetizzazione finanziaria dei residenti. In un Paese in cui previdenza, sanità e istruzione non sono garantite a tutti dallo Stato, Markell ha istituito la Delaware Money School, offrendo lezioni gratuite per insegnare, ad esempio, come risparmiare per far studiare i figli all’università o pianificare la propria pensione.

Temi da sempre cari a Biden e che non ha dimenticato durante i suoi due mandati da governatore del Delaware, una carica a cui è stato eletto per la prima volta nel 2008 (con il 67,5% dei voti) e riconfermato nel 2012 (con il 69,3%). In questo periodo infatti, fino alla fine del secondo incarico nel 2017, ha approvato una riforma pensionistica per i dipendenti pubblici, poi ha aumentato i servizi per le persone con disabilità, investito nella sicurezza delle scuole, sostenuto un piano di risanamento ambientale dei corsi d’acqua dello Stato, ampliato i controlli sulla vendita di armi, appoggiato il matrimonio omosessuale e i diritti delle persone transgender e incrementato la trasparenza in materia di finanziamento delle campagne elettorali, difendendo persino l’appello di Obama ad accogliere i rifugiati siriani negli Usa.

Queste ultime dichiarazioni però sono rimaste lettera morta dal momento che il Delaware non ha ospitato molti più profughi di altri Stati. A dire il vero, anche la riforma delle pensioni dei dipendenti pubblici – obbligati a versare maggiori contributi – è stata criticata perché ispirata più al principio del risparmio della spesa statale che all’ampliamento dei diritti dei lavoratori. Per non parlare delle nuove leggi sui finanziamenti elettorali, visto che la campagna di Markell è finita al centro di uno scandalo per alcune irregolarità nelle donazioni concluso poi con la prescrizione e che l’allora governatore ha risolto donando in beneficenza una cifra pari all’ammontare dei contributi sospetti. 

Insomma, un politico esperto, capace di superare le avversità e apprezzato anche a livello nazionale. Markell ha infatti presieduto la National Governors Association, l’organizzazione bipartisan che riunisce i governatori di Stati, Territori e Commonwealth degli Usa; la Democratic Governors Association, che sostiene i candidati dem alle massime cariche statali; e il Council of State Governments, un forum regionale che promuove il dialogo tra le varie amministrazioni.

Ma si è anche dimostrato un amico della famiglia Biden. Al termine del suo secondo mandato – non potendo presentarsi di nuovo per motivi di legge – Markell avrebbe appoggiato la candidatura del figlio dell’attuale presidente, Beau Biden, eletto Procuratore generale del Delaware nel 2006 e morto per un tumore cerebrale nel 2015. Proprio al magistrato, che nel 2010 rifiutò di correre per il seggio del padre al Senato per perseguire un imputato di pedofilia, l’allora governatore intitolò una legge statale per l’assistenza all’infanzia, che ha aumentato i controlli e la sicurezza nelle strutture destinate ai bambini, invitando alla cerimonia di firma la vedova Hallie Biden e la sorella Ashley.

Non a caso, la sua carriera politica è stata rilanciata dall’arrivo dell’attuale presidente alla Casa bianca, per cui nell’agosto 2021 ha coordinato l’operazione Allies Welcome, incaricata della gestione e del controllo del flusso dei rifugiati provenienti dall’Afghanistan dopo il ritiro degli Usa da Kabul. Incarico a cui nel gennaio 2022 è seguita la nomina a rappresentante degli Stati Uniti presso l’Ocse, un’occasione in cui Markell ha voluto rivelare alla stampa i suoi principali “interessi” sia come politico che come diplomatico: «sviluppo economico, assistenza sanitaria, energia», il che potrebbe aiutarci a capire cosa ci aspetta dal suo mandato.

Cosa ci attende
Qui è utile tornare alla sua biografia. Prima di entrare in politica, Markell ha lavorato come bancario nella First Chicago Corporation, oggi parte di (JPMorgan) Chase. Poi è stato consulente presso McKinsey & Company. In seguito è stato vicepresidente per lo sviluppo di Nextel, operatore di servizi wireless poi fuso con la Sprint Corporation e infine acquistato da T-Mobile US. Quindi ha ricoperto un ruolo da dirigente nella Comcast Corporation, la principale multinazionale statunitense delle telecomunicazioni. Proprio in quest’ultimo settore spicca la sua esperienza, riconosciutagli già mentre muoveva i suoi primi passi in politica. Nel 2001 infatti l’allora neo-governatrice democratica del Delaware, Ruth Ann Minner, gli affidò la presidenza dell’Information Services Task Force, incaricata di riformare la gestione informatica statale, centralizzando i servizi e migliorandone la sicurezza. 

Le telecomunicazioni e in particolare la rete 5G è appunto uno dei principali dossier sul tavolo della missione diplomatica Usa in Italia. Se Washington può contare sulla fedeltà del governo Meloni nel sostegno all’Ucraina, nutre minori certezze nei confronti della Cina. Secondo un rapporto pubblicato a dicembre dalla danese Strand Consult, insieme ad Austria, Germania e Polonia, l’Italia è «fortemente dipendente dalle tecnologie cinesi, creando rischi per sé e per le nazioni che ne utilizzano le reti».

Non proprio un fattore rassicurante per la Casa bianca, preoccupata anche per i rapporti tra Roma e Pechino. Entro fine anno, pena la proroga automatica, il nostro Paese dovrà decidere se rinnovare o meno il memorandum d’intesa per la cosiddetta nuova Via della Seta (Belt & Road Initiative), siglato nel marzo 2019 ai tempi del governo Conte I, sostenuto dal Movimento 5 Stelle ma anche dalla Lega, che oggi è al governo con Meloni.

Sebbene la maggioranza si sia da tempo espressa sulla cancellazione dell’accordo, la decisione ufficiale non è ancora stata annunciata e le reticenze dei due partner minori sulla condanna della Russia rischiano di creare tensioni con Washington. Forse per questo Biden vuole mandare un pezzo grosso a Villa Taverna.

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