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Navi russe attraversano il Canale di Sicilia: l’altro fronte della crisi ucraina

Immagine di copertina
Credit: Twitter; Alexei Druzhinin/Kremlin Pool/Planet Pix via ZUMA Wire

Navi russe attraversano il Canale di Sicilia: l’altro fronte della crisi ucraina

Sei navi russe, seguite da giorni dalle forze della Nato, stanno attraversando il canale di Sicilia per raggiungere il Mediterraneo orientale, dove prenderanno parte alle esercitazioni su larga scala annunciate da Mosca nelle scorse settimane.

S&D

Una spedizione che ha messo in allerta l’alleanza atlantica, che segue la flotta da quando è partita il 15 gennaio dal Mar Baltico. Il timore è che le navi, in grado di trasportare carri armati, truppe e mezzi militari, possano dirigersi verso la Crimea, andando a rafforzare le forze russe schierate ai confini con l’Ucraina.

Nel corso del loro viaggio, le navi sono state sono state seguite a turno da navi e velivoli da paesi membri dell’alleanza atlantica. Secondo quanto riporta La Repubblica, che cita il sito ItaMilRadar, da quando le sei navi si sono avvicinate all’Italia sono state seguite da un pattugliatore Boeing EP-8 Neptune, decollato ieri dalla base di Sigonella, da un bimotore P72 dell’Aeronautica militare, oltre che da un caccia tedesco nei pressi di Lampedusa. In precedenza a scortare le sei navi erano stati, tra gli altri, un incrociatore statunitense e un velivolo Orion portoghese, mentre fregate spagnole e francesi le hanno seguite prima che entrassero nel Mediterraneo. Le prime tre a superare lo stretto di Gibilterra erano state tre navi da sbarco di classe Ropucha appartenenti alla Flotta baltica della marina russa, seguite poi da altre due Ropucha e da una nave Ivan Gren della Flotta settentrionale.

Secondo il ministero della Difesa russo, le sei navi prenderanno parte alle esercitazioni annunciate nel Mediterraneo, come parte delle esercitazioni che la marina russa terrà in tutto il mondo, coinvolgendo in totale 140 navi e 60 velivoli. A queste si uniranno anche l’incrociatore di classe Slava “Varyag”, il cacciatorpediniere di classe Udaloy “Ammiraglio Tributs” e il rifornitore della flotta Boris Butoma, provenienti dalla Flotta del Pacifico. Nelle scorse settimane è entrata nel Mediterraneo anche una nave di classe Vishnya, per comunicazioni e intelligence, che potrebbe partecipare all’esercitazione.

Lo scorso 24 gennaio anche la Nato ha iniziato un’esercitazione, sempre nel Mediterraneo orientale. Denominata Neptune Strike 22, a guidarla è portaerei americana Truman, con la presenza anche della francese De Gaulle e dell’italiana Cavour assieme a diverse navi da guerra, oltre a due sottomarini nucleari. Secondo quanto dichiarato dall’alleanza atlantica, ieri una squadriglia di cacciabombardieri F18 Hornet ha simulato un attacco contro un’ipotetica flotta nemica, con il lancio di missili a lungo raggio.

La scorsa settimana la Nato ha annunciato l’invio di navi e aerei da guerra in Europa orientale in risposta alle tensioni con la Russia, accusata di preparare un’invasione dell’Ucraina. Mosca, che negli ultimi mesi è arrivata ad ammassare oltre 106mila truppe nei pressi del confine con l’Ucraina, ha chiesto alla Nato di ritirare le proprie forze dagli ex paesi dell’Unione sovietica e di impegnarsi a non includere mai Kiev. Condizioni giudicate inaccettabili dagli Stati Uniti, che invece si dicono disposti a trattare sul dispiegamento dei missili e possibili limitazioni alla proliferazione di armi.

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