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Che ne sarà della monarchia britannica alla morte della regina Elisabetta?

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Sarà il Principe Carlo a salire sul trono come previsto, oppure suo figlio se lui rinuncerà al trono? O il Regno Unito potrebbe addirittura diventare una repubblica?

Cosa ne sarà della monarchia britannica dopo la morte della regina Elisabetta? Sarà il Principe Carlo a salire sul trono come previsto, oppure suo figlio se lui dovesse rinunciarvi? Nel Regno Unito però esistono anche quelli che vorrebbero vedere a capo dello stato una persona democraticamente eletta al timone di una repubblica.

Il movimento dei repubblicani, fondato a Londra nel 1983, conta oltre 30 mila fra membri effettivi e “supporters”. L’ipotesi proposta sarebbe quella di un referendum sulla monarchia, come dichiarato tempo fa, nel tempo intercorrente fra i funerali dell’attuale regina e la cerimonia di incoronazione del nuovo re, un lasso di tempo di circa sei mesi in cui il popolo d’oltre manica potrebbe essere chiamato a scegliere se continuare con il regno o adottare la forma repubblicana, come suggerito dal leader del movimento “Republic”, Graham Smith.

Republic fa parte di un più ampio gruppo di movimenti repubblicani in Europa, chiamato Aerm (Alliance of European republican movements) con sede a Stoccolma dove sono raggruppati i movimenti promotori per l’abolizione della monarchia nei rispettivi paesi: Belgio, Olanda, Danimarca, Norvegia, Spagna e Svezia. Teoricamente è severamente vietato, quantomeno nel Regno Unito, fare campagna contro la monarchia. Lo prevede una legge del 1848, il Treason Felony Act, che fra le sanzioni previste prevede il carcera vita.

Tale norma, va detto, non è stata mai strettamente applicata in tempi moderni. La legge inoltre, nonostante sia tutt’ora attiva, è stata comunque reinterpretata formalmente in chiave moderna già dal 1998 con lo Human Right Act che garantisce e ribadisce le libertà personali, fra le quali, quella d’opinione ed espressione, assorbendo i principi della Convenzione europea sui diritti umani.

Lontano da Londra la casa reale, nonostante formalmente diverse colonie siano indipendenti da un bel pezzo, risulta essere ancora a capo dello stato. E non ovunque si dà per scontato che la successione del dopo Elisabetta sia valida anche per loro. Un recente sondaggio condotto in Nuova Zelanda evidenzia comunque come il 59 per cento della popolazione sia a favore dell’instaurazione della repubblica dopo la morte della regina Elisabetta.

Va detto che il sondaggio è stato commissionato dallo New Zealand Republic, chiaramente a favore di un capo di stato eletto. Stesso discorso per le isole Barbados, dove non tanto tempo fa, in occasione dei 50 anni di indipendenza da Londra, avvenuta appunto nel 1966, si parlava apertamente di un cambio a favore della repubblica. Le isole caraibiche furono colonia inglese a partire dal 1627. L’ultima visita di sua Maestà risale al 1977.

In Canada, un sondaggio nel 2014, sottolineava come i cittadini preferissero in futuro “un canadese di nascita scelto dai canadesi” a capo del loro stato. Se ne parla nell’anno dei 90 anni della Regina Elisabetta, dove le celebrazioni portano sempre a spunti di analisi e riflessioni per il futuro. Ma se nelle terre lontane quantomeno se ne discute o si propone di cambiare sondando l’opinione pubblica al riguardo, fra le mura domestiche comunque il sostegno alla casa reale non è assolutamente in pericolo.

Fra i sondaggi portati avanti nel tempo dai più autorevoli istituti demoscopici, il consenso verso la monarchia, stando ai numeri gode di ottima salute: raramente sotto il 70 per cento. Va aggiunto però che è proprio sua maestà a mantenere alto il consenso, con i restanti familiari che, per quanto ben supportati dai sudditi, non godono della stessa popolarità.

L’idea della repubblica nel Regno Unito, per quanto affascinante, non sarebbe comunque un inedito. Bisogna tornare indietro di circa 4 secoli, dove per un decennio l’Inghilterra fu una repubblicana, esattamente dal 1649 al 1660. Il regista dell’allora epocale fu Oliver Cromwell, la cui statua campeggia proprio all’ingresso di Westminster a Londra, sede del parlamento che rappresenta il popolo, dove persino la regina deve bussare prima di entrare.

*A cura di Maurizio Carta da Londra

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