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Malala Yousafzai ha affrontato il colloquio più difficile della sua vita per entrare ad Oxford

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La giovane attivista ha sostenuto un test nel prestigioso college e intende seguire le orme dell'ex primo ministro pakistano Benazir Bhutto, uccisa in un attacco nel 2007

Malala Yousafzai, la ragazza pakistana sopravvissuta a un attacco dei talebani ha sostenuto un colloquio di ammissione presso la prestigiosa università di Oxford, nel Regno Unito, per studiare scienze politiche, filosofia ed economia. Lo hanno reso noto i media britannici venerdì 10 marzo.

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La 19enne pakistana ha raccontato che il colloquio sostenuto non è stato affatto semplice e che, ora, come qualsiasi altro studente è in trepidante attesa per i risultati che usciranno fra qualche mese.

La decisione di proseguire i suoi studi universitari in uno dei college britannici più prestigiosi non è casuale. Qui hanno studiato capi di stato, ministri e personalità di spicco della società civile, tra i quali si annoverano personaggi del calibro di Bill Clinton, Aung San Suu Kyi e Benazir Bhutto alla quale Malala si è spesso ispirata sottolineando in svariate interviste il desiderio di seguire le sue orme in futuro. 

La vita di Malala è cambiata radicalmente il 9 ottobre del 2012. Quel giorno, l’allora quindicenne studentessa pakistana viaggiava a bordo di uno scuolabus che la riportava a casa, nella Valle dello Swat, infestata all’epoca dai Taliban. Durante il tragitto, il mezzo venne assaltato da un gruppo di miliziani. Uno di loro salì a bordo del bus e chiese ai passeggeri (principalmente studentesse) chi fosse Malala. 

Diversi colpi di arma da fuoco vennero esplosi a distanza ravvicinata contro la ragazza che fu ferita gravemente al collo e alla testa. Trasportata d’urgenza in un ospedale del paese, la giovane pakistana venne poi trasferita in una struttura più all’avanguardia a Birmingham, in Inghilterra, dove ricevette le cure adeguate.

Dopo un lungo periodo di degenza e riabilitazione, Malala e la sua famiglia hanno deciso di rimanere in pianta stabile a Birmingham. Qui, la giovane studentessa pakistana ha frequentato la Edgbaston Hig School. 

Da allora il suo impegno a favore dell’istruzione femminile ha subito un’accelerazione. Numerosi i progetti messi in atto mediante l’associazione da lei stessa fondata, The Malala Found, che ha finanziato la realizzazione di numerose scuole e ha garantito il diritto all’istruzione in luoghi del mondo in cui quest’ultimo viene negato. 

I racconti che la giovane studentessa pakistana affidava al sito in lingua urdu della BBC sono diventati un libro dal titolo “Io sono Malala”, realizzato in collaborazione con la giornalista del Sunday Times, Christina Lamb. 

In numerose interviste, Malala ha più volte espresso il desiderio di seguire le orme di Benazir Bhutto, ex primo ministro del Pakistan per due mandati, uccisa in un attacco suicida avvenuto al termine di un suo comizio a Rawalpindi, a circa 30 chilometri dalla capitale Islamabad, il 27 dicembre 2007. 

Nel corso di un recente intervento a una conferenza sul diritto all’istruzione, la giovane attivista ha più volte ribadito questa posizione: “Prima pensavo che le donne potessero essere solo insegnanti o casalinghe. Ma quando ho visto che il ruolo delle donne può essere anche un altro, ho ampliato la mia visione, come Benazir Bhutto che ha guidato il mio paese, come le astronaute, le imprenditrici e le atlete”. 

“È stato il colloquio più difficile della mia vita”, ha ricordato ancora Malala ripensando all’incontro con gli accademici dell’Università di Oxford. “Mi viene ancora paura a ripensarci”, ha dichiarato la giovane attivista.

Il college Lady Margaret Hall di Oxford è stato uno dei primi ad ammettere le donne ai suoi corsi fin dalla sua fondazione. Anche sui corsi da seguire, Malala ha le idee piuttosto chiare, tutti improntanti sulla politica, sulla filosofia e l’economia.

Per conoscere i risultati del test, Malala insieme ad altri migliaia di studenti provenienti da tutto il mondo, dovrà attendere il 17 agosto 2017. 

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