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Il lavapiatti diventato socio del migliore ristorante al mondo

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Nel 2003 Alì Sonko, immigrato gambiano, era stato assunto al Noma, di Copenaghen, che è stato nominato uno dei migliori ristoranti al mondo, ricevendo due stelle Michelin

Ali Sonko sorride soddisfatto mentre preme il pulsante che aziona il rubinetto dell’acqua per sciacquare piatti e stoviglie. Dal 2003 l’uomo, immigrato dal Gambia, lavora per uno dei ristoranti più conosciuti di Copenaghen, il Noma, nominato per quattro volte di seguito come “il miglior ristorante del mondo” e che si è aggiudicato per due anni consecutivi due stelle Michelin.

S&D

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Nel ristorante gestito dallo chef stellato danese Rene Redzepi – noto per la sua ridefinizione di “nuova cucina nordica”, incentrata su prodotti del territorio nordeuropeo e su una grande e accurata pulizia di sapori e piatti – il gambiano vi ha lavorato come lavapiatti per 14 anni. Ora è stato scelto come socio e co-proprietario del ristorante da Redzepi in persona e dovrà rivestire un ruolo manageriale insieme ai suoi due colleghi, Lau Richter e James Spreadbury. 

La sua è senza dubbio una storia di riscatto sociale con il lieto fine: da lavapiatti a socio di uno dei più quotati ristoranti di Copenaghen, tempio della cucina nordica.  

Ali Sonko è arrivato in Danimarca dal Gambia 34 anni fa. Qui dopo vari impieghi saltuari e sottopagati, l’uomo è stato assunto nel ristorante di Copenaghen che all’epoca aveva appena aperto i battenti e da allora non ha più lasciato il suo posto nelle cucine del Noma. 

Dopo anni di onorato servizio, Alì è stato presentato come uno dei tre nuovi partner del ristorante. “Lui incarna il cuore e l’anima del Noma”, ha spiegato lo chef Rene Redzepi agli amici riuniti per celebrare la prossima riapertura del ristorante riadattato a “fattoria urbana”. 

“Non penso che la gente sappia cosa significhi avere accanto una persona e un collega come Alì”, ha raccontato Redzepi. “Dispensa sorrisi a tutti coloro che entrano qui, non si sottrae mai al lavoro, anche se a casa sua ha dodici figli a cui pensare”.

Lo chef ha pubblicato su Instagram una foto che ritrae Alì Sonko in mezzo ai suoi nuovi soci in affari. 

Ali Sonko era salito alla ribalta nel 2010, quando non poté recarsi a Londra con il team del Noma a causa di alcuni problemi con il visto. Non riuscì a partecipare alla cerimonia di consegna del premio conferito al Noma come “Miglior ristorante del mondo”. 

In quell’occasione, i suoi colleghi non l’avevano dimenticato e al momento di salire sul palco per ricevere il riconoscimento indossavano tutti una maglietta con il suo volto. Due anni più tardi, Alì Sonko è riuscito a recarsi di persona a Londra come rappresentante del Noma, nominato ancora una volta come miglior ristorante del mondo, dove ha pronunciato il discorso di ringraziamento. 

Oggi Alì, che ha 62 anni, è un uomo realizzato e non nasconde il suo attaccamento per il lavoro che gli ha permesso di vivere in maniera dignitosa a Copenaghen.

“Non riesco a descrivere quanto sono felice di lavorare qui”, ha raccontato l’uomo. “Queste sono le persone migliori con le quali lavorare e sono anche degli ottimi amici. Hanno un enorme rispetto nei miei confronto e mi sostengono. Tutto questo è sufficiente per dire che questo è davvero il miglior lavoro del mondo”. 

Il ristorante danese Noma è diventato celebre negli ultimi anni per aver offerto alla sua selezionata clientela un’ampia scelta di cibo nordico a chilometri 0. Il locale prende il nome dalle parole danesi “Nordisk” (nordico) e “Mad” (cibo). Nel 2011 è stato eletto il miglior ristorante nel mondo, secondo la classifica The World’s 50 Best Restaurants della rivista Restaurant. 

Nel 2016 il ristorante ha chiuso i battenti per rinnovarsi. La sua riapertura è prevista per il dicembre 2017. 

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