Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 07:39
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Quello che è successo a Lahore no, non è normale

Immagine di copertina

Parliamo di quello che è successo a Lahore. Parliamone tanto. Condanniamo la violenza, sempre e comunque, scrive Sabika Shah Povia

Lahore forse è la mia città preferita in assoluto. Il traffico è peggio di quello romano, la gente guida come neanche un napoletano, le strade sono polverose ma ogni giorno vengono calpestate da quasi 10 milioni di persone. Intere famiglie di cinque o sei persone girano su uno scooter e i bambini giocano a cricket in mezzo alla via.Dietro ad una delle moschee più grandi e importanti del mondo, c’è il quartiere a luci rosse.

Nei mercati si vedono ragazze con addosso jeans e magliette e altre con il shalwar kameez e il velo in testa. Lahore è così. Piena di contraddizioni e piena di vita. Ed è proprio così che resterà. Non sarà un attentato terroristico a far passare la voglia di vivere ai pakistani.

So che molti pensano, “Vabbè tanto in Pakistan queste cose sono all’ordine del giorno” e mi voglio rivolgere proprio a queste persone: non è così. Un attentato di queste dimensioni in una città come Lahore non è “una cosa normale”.

E, sinceramente, se voi siete riusciti ad abituarvi alla morte di alcune persone in alcune parti del mondo, vi invidio assai, perché se c’è una cosa a cui proprio non riesco ad abituarmi io è proprio questa: la morte. Di chiunque, ovunque. Parliamo di quello che è successo a Lahore. Parliamone tanto. Condanniamo la violenza, sempre e comunque.

Dimostriamo che non esistono morti di serie A e di serie B. Dimostriamo che a fare un terrorista non è la sua religione, etnia o origine, che i musulmani stessi sono vittime di questo fanatismo. Per chi mi ha scritto, grazie. La mia famiglia sta bene.

Ti potrebbe interessare
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Esteri / Ecco cosa ho visto nella Cisgiordania strangolata dal regime di Netanyahu (di L. Boldrini)
Esteri / Trump fa pubblicare sul sito della Casa Bianca un registro degli articoli "falsi e fuorvianti"
Ti potrebbe interessare
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Esteri / Ecco cosa ho visto nella Cisgiordania strangolata dal regime di Netanyahu (di L. Boldrini)
Esteri / Trump fa pubblicare sul sito della Casa Bianca un registro degli articoli "falsi e fuorvianti"
Esteri / Arrestati l'ex ministra Mogherini e l'ex ambasciatore Sannino: "Frode sui programmi di formazione per giovani diplomatici"
Esteri / Chi è l’ammiraglio Cavo Dragone, che ipotizza un “attacco preventivo” della Nato contro la Russia
Esteri / Unhcr lancia la campagna “Emergenza Inverno”: la testimonianza di Hamoud, padre di quattro figli in Siria
Esteri / Il New York Times pubblica un articolo sulla salute di Trump, lui si infuria: "Sto benissimo"
Esteri / La Corte Ue: “Il matrimonio gay celebrato in un Paese membro va riconosciuto”
Esteri / Il prezzo della pace tra Ucraina e Russia: ecco cosa prevedono il piano Trump e la controproposta europea
Esteri / Zohran Kwame Mamdani, un socialista a New York