Israele torna a bombardare la Striscia di Gaza: almeno 100 morti, tra cui 35 minori. Ma per il vicepresidente Usa Vance sono solo “scaramucce”. Trump: “Giusto reagire, tregua non a rischio”. L’Idf: “Abbiamo ripristinato il cessate il fuoco”
L'attacco ordinato da Netanyahu dopo l'uccisione di un soldato israeliano
Israele torna a bombardare la Striscia di Gaza dopo diciotto giorni di cessate il fuoco: l’esercito israeliano ha ricevuto nella serata di martedì 28 ottobre l’ordine dal premier israeliano Benjamin Netanyahu di sferrare “attacchi massicci e immediati” sulla Striscia. I raid, secondo fonti mediche locali, hanno provocato almeno 100 morti, tra cui 35 minori. Dopo i bombardamenti, l’esercito israeliano ha affermato di aver ripristinato il cessate il fuoco. A scatenare la reazione di Tel Aviv è stata l’uccisione di un soldato israeliano nella Striscia di Gaza meridionale. Israele, inoltre, ha accusato Hamas di aver consegnato i resti di un ostaggio il cui corpo era stato già recuperato in precedenza. Hamas, dal canto suo, ha accusato Israele di aver violato la tregua e negato un coinvolgimento nell’uccisione del soldato dell’Idf.
Prima ancora dell’annuncio da parte dell’Idf del ripristino del cessate il fuoco, il vicepresidente Usa JD Vance si era detto sicuro che la tregua avrebbe retto aggiungendo: “Ciò non significa che non ci saranno piccole scaramucce qua e là”. I raid israeliano hanno ricevuto il benestare degli Stati Uniti così come confermano anche le dichiarazioni del presidente statunitense Trump, il quale ha giustificato i raid sulla Striscia poichè “hanno ucciso un soldato israeliano”. “Quando succede una cosa del genere, è giusto reagire” ha aggiunto Trump dicendosi sicuro che niente “metterà a repentaglio” la tregua.