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Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Usa: abbattuto missile Houthi nel Mar Rosso. Agenzie Onu, taglio fondi Unrwa catastrofico per Gaza. Usa, media: “Dipartimento di Stato valuta riconoscimento della Palestina” | DIRETTA

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Iran: risponderemo a minacce degli Usa. Gaza, 150 palestinesi uccisi nelle ultime 24 ore: dal 7 ottobre almeno 26.900 vittime. L'Oms: "Nella Striscia Gaza situazione infernale".

Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, mercoledì 31 gennaio

Gli Stati Uniti risponderanno all’attacco contro i propri soldati in Medio Oriente e assieme al Regno Unito annunciano nuove sanzioni contro l’Iran. “Ma non cerchiamo una guerra con l’Iran né un conflitto ampio in Medio Oriente”, ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, John Kirby. Presa di mira la base militare Usa di al Omar in Siria da razzi sparati da forze filo-iraniane. Hamas valuta la proposta di tregua e rilancia: “Israele accetti di porre fine all’aggressione globale alla Striscia”. Di seguito tutti gli aggiornamenti di oggi, mercoledì 31 gennaio 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas.

DIRETTA

Ore 21.00 – Usa sollevano con Israele problema zona cuscinetto a Gaza: “No a riduzioni di territorio” – Gli Stati Uniti hanno sollevato con Israele la questione della creazione di una zona cuscinetto a Gaza. Lo ha detto oggi in conferenza stampa il ​​portavoce del Dipartimento di Stato, Matthew Miller, secondo cui Washington si oppone a qualsiasi riduzione delle dimensioni del territorio di Gaza.

Ore 20.45 – Netanyahu: “L’Unrwa è ‘totalmente infiltrata’ da Hamas” – L’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) è stata “totalmente infiltrata” dal gruppo terroristico Hamas. La denuncia arriva direttamente dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che oggi ha incontrato gli ambasciatori delle Nazioni Unite a Gerusalemme. “L’Unrwa è totalmente infiltrata da Hamas”, ha affermato il premier. Al suo posto, ha aggiunto, “abbiamo bisogno di altre agenzie delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni umanitarie”. Israele ha accusato una dozzina dipendenti (su 13mila) dell’Unrwa di essere coinvolti negli attentati del 7 ottobre compiuti da Hamas e dalla Jihad Islamica: le Nazioni Unite hanno già licenziato queste persone e avviato un’indagine interna ma intanto, in attesa dell’esito dell’inchiesta, più di 15 Paesi del mondo, Italia compresa, hanno congelato a vario titolo i fondi destinati all’ente internazionale mettendo a rischio gli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.

Ore 20.30 – Unrwa: “Costretti ad abbandonare Khan Yunis” – Il personale dell’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) è stato costretto ad abbandonare Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, a causa degli intensi combattimenti in corso tra le truppe di Israele e i miliziani dei gruppi terroristici di Hamas e della Jihad Islamica. Lo ha annunciato oggi con un video sui social il coordinatore delle attività dell’Unrwa nel territorio costiero palestinese, Thomas White. “Abbiamo perso un ambulatorio sanitario, importanti rifugi e strutture che sostenevano la gente di Khan Yunis”, ha detto White in un filmato pubblicato sulla piattaforma X (ex Twitter).

Ore 20.00 – Usa, Casa bianca: “Individuato il gruppo responsabile dell’attacco in Giordania” – Il movimento  di “Resistenza islamica in Iraq” è responsabile dell’attacco che domenica 28 gennaio ha ucciso tre soldati statunitensi in Giordania. Lo ha annunciato oggi in conferenza stampa il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby. “I nostri servizi di intelligence sono convinti che (questo attacco) sia stato compiuto da una formazione chiamata Resistenza Islamica in Iraq”, un gruppo di combattenti e milizie armate filo-iraniani che, ha aggiunto Kirby, “contiene in particolare” le Brigate Hezbollah.

Ore 19.00 – Usa, media: “Dipartimento di Stato valuta riconoscimento della Palestina dopo la guerra” – Il segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, ha chiesto al suo Dipartimento di valutare tutte le opzioni politiche relative al riconoscimento di uno Stato palestinese, dopo la guerra a Gaza. È quanto riferito al portale statunitense Axios da due funzionari degli Stati Uniti informati sui fatti. Il piano, secondo il portale statunitense, potrebbe essere collegato alla normalizzazione dei rapporti tra l’Arabia Saudita e Israele. Le opzioni sul tavolo includono il riconoscimento bilaterale di uno Stato palestinese, l’incoraggiamento di altri Paesi a riconoscere la Palestina e la rinuncia del potere di veto di Washington presso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per consentire alla Palestina di diventare uno Stato membro a pieno titolo dell’Onu.

Ore 18.30 – Usa impongono sanzioni contro rete di appoggio finanziario all’Iran e a Hezbollah – Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni a tre persone giuridiche e a un individuo in Libano e Turchia per “aver fornito un sostegno finanziario cruciale” a una rete utilizzata dalla Forza Quds, unità d’élite delle Guardie rivoluzionarie iraniane, e dal gruppo armato libanese Hezbollah. Lo ha reso noto oggi in un comunicato il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti. Gli enti sanzionati “hanno generato entrate per centinaia di milioni di dollari dalla vendita di prodotti iraniani, anche al governo siriano”, si legge nella nota.

Ore 18.00 – Gaza, ospedali di Khan Yunis: “Finite le scorte di cibo” – Gli ospedali Nasser e al-Amal hanno terminato le scorte di cibo. Lo ha dichiarato il ministero della Salute di Gaza, affermando che le cose stanno “peggiorando” nelle due strutture sanitarie principali di Khan Yunis. Una situazione in cui “molti feriti e malati sono minacciati di morte a causa degli attacchi e della mancanza di capacità mediche”, ha dichiarato il ministero, secondo quanto riporta al Jazeera. Ieri la Mezzaluna rossa palestinese ha dichiarato che i carri armati israeliani hanno “assaltato” l’ospedale al-Amal. “Riteniamo l’occupazione israeliana pienamente responsabile della vita del personale sanitario, dei pazienti e degli sfollati nel complesso medico Nasser e nell’ospedale Al Amal di Khan Yunis”, ha dichiarato il ministero, rivolgendo un appello alla Croce rossa e alle Nazioni Unite affinché intervengano per proteggere la vita dei pazienti e degli sfollati palestinesi che vi si rifugiano e per la consegna urgente di cibo e forniture.

Ore 17.20 – Svezia, ordigno esplosivo nei pressi dell’ambasciata di Israele a Stoccolma – È un ordigno esplosivo l’oggetto sospetto trovato nei pressi dell’ambasciata di Israele a Stoccolma, in Israele. Lo rende noto la polizia svedese spiegando che l’ordigno verrà disinnescato da una squadra di artificieri.

Ore 16.50 – Oms: “La popolazione di Gaza sta morendo di fame” – La popolazione di Gaza sta morendo di fame a causa delle restrizioni imposte sugli aiuti umanitari, ha detto il direttore delle emergenze dell’Organizzazione mondiale della sanità, Michael Ryan. “La popolazione sta morendo di fame, viene spinta sull’orlo del baratro e non è parte coinvolta in questo conflitto dovrebbe essere protetti, così come dovrebbero essere protette le loro strutture sanitarie”, ha detto Ryan in conferenza stampa.

Ore 16.30 – Onu, Consiglio di sicurezza esamina decisione dell’Aja sulle accuse di genocidio a Israele – Il Consiglio di sicurezza dell’Onu si è riunita oggi alle 17 ora italiana per esaminare la decisione della Corte internazionale di giustizia che chiede a Israele di prevenire atti di genocidio a Gaza. L’incontro è stato convocato dall’Algeria, il cui ministero degli Esteri ha affermato che darà “effetto vincolante alla pronuncia della Corte sulle misure provvisorie imposte all’occupazione israeliana”. Venerdì la Corte ha affermato che Israele deve prevenire atti di genocidio nella sua guerra contro Hamas e consentire gli aiuti a Gaza. La decisione “dà il chiaro messaggio che per fare tutto ciò che chiedono, è necessario un cessate il fuoco”, ha commentato l’ambasciatore palestinese presso le Nazioni Unite Riyad Mansur.

Ore 16.20 – Israele, a Rafah esecuzione mirata di un cambiavalute – Un’automobile con tre persone a bordo è stata centrata a Rafah (nel Sud della striscia di Gaza) e distrutta da un attacco aereo israeliano. Lo riferiscono fonti locali secondo cui i passeggeri sono rimasti uccisi. Secondo la radio militare l’obiettivo era un “importante cambiavalute, al servizio della Jihad islamica”.

Ore 16.00 – Sudafrica: paesi smettano di finanziare Israele dopo il pronunciamento dell’Aia – “Tutti i paesi hanno l’obbligo di interrompere i finanziamenti e gli aiuti alle operazioni delle forze armate israeliane nella Striscia di Gaza, dopo che la Corte internazionale di giustizia ha dichiarato che potrebbero rientrare nella definizione di genocidio”. Lo ha affermato il ministro degli Esteri sudafricano, Nledi Pandor, alla luce della denuncia per genocidio presentata contro Israele davanti alla Corte internazionale di giustizia dell’Aja. La settimana scorsa i giudici hanno intimato allo stato ebraico di fare “tutto ciò che in suo potere” per evitare un genocidio dei palestinesi nella Striscia, ma non hanno ordinato un cessate il fuoco come richiesto dal Sudafrica.

Ore 15.00 – Borrell: il ruolo dell’Unrwa è insostituibile, va preservato – “È fondamentale preservare il ruolo insostituibile di Unrwa nella fornitura di aiuti umanitari a Gaza, come sottolineato dal coordinatore delle Nazioni Unite, Kaag. L’ambasciatore americano all’Onu lo ha detto bene: anche se è necessaria un’indagine, non dobbiamo lasciare che le accuse offuschino l’indispensabile e grandioso lavoro dell’Unrwa”. Lo scrive su X l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell.

Ore 14.20 – Ben Gvir, non accetteremo liberazione migliaia terroristi – Il ministro della Sicurezza nazionale di Israele, l’esponente di estrema destra Itamar Ben Gvir, ha avvertito che non accetterà un accordo sulla liberazione degli ostaggi che includa concessioni di vasta portata ad Hamas. Lo riporta il Times of Israel. “Non permetteremo un accordo che significhi la vittoria di Hamas e la perpetuazione del terrore. Più di 500 soldati non possono essere caduti invano. Non permetteremo il rilascio di migliaia di assassini dal carcere”, ha affermato.

Ore 14.00 – Idf bombarda per la seconda volta in 48 ore l’ospedale al-Awda – L’ospedale al-Awda nel nord di Gaza è stato bombardato per la seconda volta in 48 ore dall’esercito israeliano. Lo ha confermato ad al Jazeera un medico dell’ospedale, precisando che i suoi edifici e il cortile sono stati presi di nuovo di mira all’alba. Si è trattato del quarto attacco contro la struttura sanitaria dall’inizio della guerra. “Siamo un ospedale non governativo che lavora per fornire servizi ai cittadini, soprattutto a livello di ostetricia e ginecologia. Al momento siamo l’unico ospedale che fornisce questi servizi nel nord della Striscia di Gaza”, ha ha detto il dottor Mohammed Salha, aggiungendo che “sia ieri che la scorsa notte, l’ospedale è stato colpito da quattro proiettili israeliani che hanno causato il panico fra i pazienti”.

Ore 13.00 – Iran: non vogliamo la guerra ma risponderemo a minacce degli Usa – “L’Iran risponderà a qualsiasi minaccia degli Stati Uniti e non la lascerà senza risposta”, ha avvertito il comandante delle Guardie rivoluzionarie iraniane Hossein Salami, in reazione alle dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Lo riporta l’agenzia ufficiale iraniana Irna. Ieri Biden ha affermato che Washington ha deciso di rispondere al recente attacco alla base statunitense in Giordania, che ha causato la morte di tre soldati americani, da parte della milizia irachena sostenuta dall’Iran Kataib Hezbollah. “Sentiamo le minacce delle autorità statunitens e diciamo loro che hanno già messo alla prova l’Iran in diversi campi e ora ci conosciamo, quindi anche se non vogliamo la guerra, resisteremo e risponderemo alle minacce”, ha detto Salami.

Ore 12.40 – Ocha, Israele ostacola aiuti umanitari – L’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) ha accusato le autorità israeliane per aver ostacolato la consegna di aiuti umanitari nel nord della Striscia di Gaza. “Tra il 1° e il 25 gennaio erano previste 51 missioni per la consegna di aiuti umanitari nel nord di Wadi Gaza; tuttavia, solo otto sono state agevolate dall’esercito israeliano, mentre a 29 è stato negato l’accesso. La maggior parte delle missioni a cui è stato facilitato l’accesso erano legate alla distribuzione di cibo, mentre a quelle per aiutare ospedali e servizi igienico-sanitari essenziali è stato in gran parte negato l’accesso. Sta emergendo uno schema, che ha visto in questo caso l’autorizzazione iniziale a otto missioni pianificate poi bloccate poiché gli itinerari designati dall’esercito israeliano si sono rivelati impraticabili o sono stati imposti ritardi eccessivi prima della partenza delle missioni o ai posti di blocco lungo il percorso”, ha detto l’Onu. Il 26 gennaio, la Corte internazionale di giustizia ha ordinato all’Aia che “Israele deve adottare misure immediate ed efficaci per consentire la fornitura dei servizi di base e dell’assistenza umanitaria urgentemente necessari per affrontare le condizioni di vita avverse affrontate dai palestinesi nella Striscia di Gaza”.

Ore 11.30 – Wp, 6 settimane di cessate il fuoco per rilascio degli ostaggi – Sei settimane di cessate il fuoco a Gaza con il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani ancora nella Striscia. Questi, secondo il Washington Post (Wp), i punti della proposta di intesa tra Israele e Hamas, mediata da Usa, Qatar ed Egitto. Inoltre, ci sarebbe il rilascio di detenuti palestinesi nel rapporto, come per gli accordi passati, di 3 di loro per ogni ostaggio israeliano. Secondo il quotidiano, la proposta prevede anche un riposizionamento “non permanente” dell’esercito israeliano lontano dalle aree densamente popolate della Striscia e l’aumento degli aiuti umanitari all’enclave palestinese. La bozza di intesa include altre addizionali pause di 6 settimane nei combattimenti durante i quali Israele riavrebbe indietro i corpi di ostaggi uccisi da Hamas. Al Cairo oggi è previsto un incontro tra una delegazione della fazione islamica e l’intelligence egiziana per discutere della proposta.

Ore 11.10 – Gaza, almeno 26.900 vittime dal 7 ottobre – Almeno 26.900 palestinesi sono stati uccisi e 65.949 sono stati feriti dalla campagna militare israeliana a Gaza dal 7 ottobre. È l’ultimo bilancio del ministero della Salute di Gaza, secondo cui nelle ultime 24 ore 150 palestinesi sono stati uccisi e 313 sono rimasti feriti negli attacchi israeliani. Israele ha affermato di aver ucciso circa 9.000 combattenti nel corso dell’operazione a Gaza. Venerdì 26 gennaio, la Corte internazionale di giustizia dell’Aia ha detto a Israele che deve “prendere tutte le misure in suo potere” per prevenire atti di genocidio.

Ore 11.00 – Unicef stima 19 mila bimbi rimasti orfani o soli a Gaza – L’agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia afferma che la sua più grande preoccupazione su Gaza riguarda circa 19.000 bambini rimasti orfani o soli senza alcun adulto che si prenda cura di loro. “Molti di questi bambini sono stati ritrovati sotto le macerie o hanno perso i genitori nel bombardamento della loro casa”, ha detto alla Bbc Jonathan Crick, capo delle comunicazioni di Unicef Palestina. “I più piccoli molto spesso non riescono a dire il loro nome e anche i più grandi sono solitamente sotto shock”.

Ore 10.40 – Taglio fondi Unrwa, Norvegia: “Paesi devono valutare conseguenze sulla popolazione” – La Norvegia sta esortando i paesi che hanno tagliato i finanziamenti all’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) a considerare le conseguenze delle loro azioni sulla popolazione di Gaza. Lo ha detto a Reuters il ministro degli Esteri norvegese Espen Barth Eide. La Norvegia ha dichiarato che continuerà a finanziare l’Unrwa nonostante le accuse rivolte da Israele a 12 dipendenti dell’agenzia, sospettati di coinvolgimento negli attacchi del 7 ottobre, che hanno spinto più di 10 paesi, tra cui l’Italia, a sospendere i finanziamenti.

Ore 10.20 – Arabia Saudita e Kuwait: “Evitare escalation nel Mar Rosso” – “L’importanza di mantenere la sicurezza e la stabilità della regione del Mar Rosso e di rispettare il diritto alla navigazione marittima” nell’ottica di “preservare gli interessi del mondo intero”. L’hanno evidenziata Arabia Saudita e Kuwait in una nota congiunta diffusa al termine della visita a Riad dell’emiro Mishal Al-Ahmad Al-Jaber Al-Sabah. Nel comunicato i due paesi hanno chiesto “moderazione” e, riferendosi sempre agli attacchi delle forze yemenite huthi, di “evitare un’escalation alla luce degli eventi a cui sta assistendo la regione”. Per quanto riguarda la questione yemenita, Arabia Saudita e Kuwait hanno sottolineato l’importanza di sostenere pienamente gli sforzi internazionali e regionali per raggiungere una soluzione politica globale alla crisi. Sulla guerra “brutale” a Gaza, infine, i due paesi hanno espresso la loro “profonda preoccupazione per la catastrofe umanitaria”, sottolineando la necessità di fermare le operazioni militari nei Territori palestinesi e di proteggere i civili in conformità con il diritto internazionale e il diritto internazionale umanitario.

Ore 10.00 – Huthi: “Attaccheremo navi militari Usa e britanniche per autodifesa” – Sono “obiettivi delle nostre forze” tutte le navi da guerra americane e britanniche nel Mar Rosso e nel Mar Arabico che stanno partecipando agli attacchi contro lo Yemen. Lo ha dichiarato il portavoce delle forze yemenite huthi, Yahya Saree, in un discorso televisivo in cui ha rivendicato l’attacco contro la nave da guerra americana Uss Greeley nel Mar Rosso. “In linea con il diritto alla legittima difesa del nostro paese e sottolineando il continuo sostegno dello Yemen alla Palestina, saranno prese di mira le navi da guerra americane e britanniche”, ha affermato il portavoce, ribadendo che le forze huthi continueranno a impedire il movimento delle navi israeliane o delle navi dirette ai porti “palestinesi occupati” finché la guerra a Gaza non sarà finita.

Ore 9.30 – Esercito di Israele: “Decine di terroristi uccisi a Gaza” – L’esercito israeliano ha affermato che sta continuando le operazioni nelle aree del centro e del nord di Gaza, dove sta “conducendo raid mirati sulle infrastrutture terroristiche ed eliminando decine di terroristi”. Ad al-Shati, nel nord, l’Idf afferma di aver ucciso dieci persone e di aver “trovato grandi quantità di armi, nonché documenti e attrezzature militari appartenenti all’organizzazione terroristica Hamas”. Ha dichiarato inoltre di aver effettuato “un significativo raid mirato contro le infrastrutture terroristiche inserite all’interno di una scuola” nel nord di Gaza, che ha portato all’arresto di “10 terroristi della Jihad islamica, che utilizzavano la scuola come rifugio”.

Ore 9.00 – Il direttore dell’Oms: all’ospedale Nasser di Khan Yunis mancano medici, farmaci, cibo, ossigeno – L’ospedale Nasser a Khan Younis, “un tempo la struttura di riferimento più importante nel Sud di Gaza è passato da parzialmente a minimamente funzionante. C’è una grave carenza di medici specializzati, medicinali, ossigeno, cibo e carburante”. Lo ha scritto sui social il direttore dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Ciò evidenzia la totale disperazione della popolazione di Gaza, che vive in condizioni infernali, che comprendono la fame estrema. Continuiamo a chiedere l’autorizzazione di consegnare il carburante all’ospedale”.

Ore 8.30 – Israele, altri 3 soldati morti a Gaza, bilancio ora a 223 – L’esercito israeliano ha annunciato la morte di 3 soldati uccisi in combattimento a Gaza. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui si tratta di 3 riservisti: Netzer Simchi (30 anni), Gavriel Shani (28) e Yuval Nir (43). Il bilancio dei soldati caduti in battaglia dall’inizio della guerra è ora di 223.

Ore 8.00 – Polizia Israele: agente ritenuto ostaggio è morto il 7 ottobre – La polizia israeliana ha annunciato la morte del sergente, Ran Gvili. L’agente, che si riteneva essere ostaggio nelle mani di Hamas, è stato ucciso lo scorso 7 ottobre della comunità di Alumim e il suo corpo portato a Gaza. La sua morte porta a 61 il bilancio degli agenti di polizia uccisi dal 7 ottobre, la stragrande maggioranza dei quali nella mattinata in cui Hamas ha lanciato gli attacchi contro Israele.

Ore 7.30 – Agenzie Onu, taglio fondi Unrwa catastrofico per Gaza – Il taglio dei finanziamenti all’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, avrà “conseguenze catastrofiche” per Gaza. Lo hanno affermato i capi di diverse agenzie delle Nazioni Unite in una dichiarazione congiunta. “Ritirare i fondi dall’Unrwa è pericoloso e comporterebbe il collasso del sistema umanitario a Gaza, con conseguenze umanitarie e sui diritti umani di vasta portata nei territori palestinesi occupati e in tutta la regione”, si legge nella dichiarazione dei capi delle organizzazioni che formano il Comitato permanente interagenzia delle Nazioni Unite, il forum di coordinamento umanitario che riunisce i capi esecutivi di 18 organizzazioni dell’Onu e non Onu.

Ore 7.00 – Usa: “Abbattuto un missile huthi nel Mar Rosso” – Le forze statunitensi hanno abbattuto un missile da crociera antinave dei militanti Houthi lanciato verso il Mar Rosso dalle aree dello Yemen sotto il loro controllo. Lo riporta sul suo sito il comando americano Centcom. “Il missile è stato abbattuto con successo” dal cacciatorpediniere USS Gravely, si legge nel comunicato, secondo cui “non sono stati segnalati feriti o danni”.

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