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Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Biden: “Paesi arabi pronti a riconoscere Israele”. Tel Aviv: “Aumenteremo gli aiuti”. Gaza: i morti salgono a 32.623, oltre 75mila i feriti. Netanyahu invia i capi del Mossad e dello Shin Bet ai negoziati in Qatar ed Egitto. Tel Aviv ordina di “ampliare” le operazioni contro Hezbollah. Wp: “La Casa bianca ha approvato il trasferimento di oltre 2.000 bombe e 25 caccia F-35 a Israele”. Pronta a salpare da Cipro una seconda nave carica di aiuti | DIRETTA

Immagine di copertina
Credit: AGF

Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, venerdì 29 marzo

Dopo più di cinque mesi e mezzo dallo scoppio del conflitto, la guerra in corso a Gaza non accenna a fermarsi: dal 7 ottobre, almeno 32.552 palestinesi sono stati uccisi e 74.980 sono rimasti feriti durante le operazioni militari condotte da Israele nella Striscia. Continua, per il 12esimo giorno, l’assedio dell’ospedale di al-Shifa a Gaza City, il più grande del territorio costiero, dove sono morte almeno 200 persone: tutti combattenti secondo Israele, tutti civili per Hamas. Ma prosegue la violenza anche in Cisgiordania dove 3 cittadini israeliani, tra cui un ragazzo di 13 anni, sono rimasti feriti quando un uomo armato in tenuta mimetica ha aperto il fuoco contro un autobus nella Cisgiordania occupata. Non si fermano gli scambi di colpi al confine tra Israele e Libano, nemmeno durante la visita della nostra premier Giorgia Meloni ai contingenti italiani impegnati nella missione di pace Unifil. Intanto Israele e gli Usa riprendono i contatti: il premier Benjamin Netanyahu ha accettato di inviare una delegazione a Washington nei prossimi giorni per discutere della prevista offensiva su Rafah, nel sud della Striscia di Gaza dove si sono rifugiati 1,5 milioni di sfollati palestinesi. La visita, prevista questa settimana, era stata annullata a seguito del mancato veto americano alla risoluzione con cui il Consiglio di Sicurezza ha chiesto un “cessate il fuoco immediato, duraturo e sostenibile” nel territorio costiero palestinese. Non ci sono sviluppi però sul fronte della tregua, anzi. Il vicecapo politico di Hamas, Khalil Al Yahya, si è detto pessimista sulla possibilità di raggiungere un accordo nel prossimo futuro. Comincia a muoversi qualcosa invece all’Anp: il presidente Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha approvato la lista dei ministri del nuovo governo guidato dal premier incaricato Mohammad Mustafa, che giurerà domenica 31 marzo.

S&D
DIRETTA

Ore 21,00 – Gaza: una seconda nave carica di aiuti è pronta a salpare da Cipro – Una seconda nave carica di aiuti umanitari raccolti per la popolazione della Striscia di Gaza potrebbe salpare domani o domenica dal porto di Larnaca, a Cipro, in direzione del territorio costiero palestinese. Lo ha annunciato oggi alla radio pubblica il portavoce del ministero degli Esteri cipriota, Theodoros Gotsis, secondo cui la nave Jennifer è pronta a partire nei prossimi due giorni. Secondo la no-profit statunitense World Central Kitchen, che ha finanziato e raccolto il carico, a bordo dell’imbarcazione ci sono 240 tonnellate di cibo: riso, farina, olio, alimenti proteici e verdure in scatola, oltre ai datteri, un prodotto tradizionalmente consumato durante il Ramadan. L’annuncio segue di due settimane l’arrivo a Gaza della prima nave gestita dalla ong spagnola Open Arms partita da Cipro trainando una chiatta carica di 200 tonnellate di aiuti umanitari, che ha inaugurato il corridoio marittimo voluto da Usa, Ue, Cipro ed Emirati Arabi.

Ore 20,30 – Usa, media: “La Casa bianca ha approvato il trasferimento di oltre 2.000 bombe e 25 caccia F-35 a Israele” – L’amministrazione degli Stati Uniti ha autorizzato il trasferimento di oltre 2.000 bombe e 25 caccia F-35 a Israele, malgrado in pubblico esprima preoccupazione per l’annunciata offensiva militare prevista a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza dove si sono rifugiati 1,5 milioni di sfollati. La notizia è stata riportata dal Washington Post, che cita in proposito alcuni funzionari del Pentagono e del Dipartimento di Stato, secondo cui il nuovo pacchetto di forniture militari a Tel Aviv comprende 1.800 bombe MK-84 da oltre 900 chili ciascuna e 500 bombe MK-82 da più di 225 chili ciascuna, oltre a 25 caccia F-35 la cui vendita allo Stato ebraico era già stata approvata dal Congresso nel 2008. Washington fornisce ogni anno 3,8 miliardi di dollari di aiuti militare a Israele. Eppure ultimamente, tra sanzioni contro i coloni in Cisgiordania e dichiarazioni critiche sulla possibile offensiva a Rafah, l’amministrazione Biden sembrava essersi allontanata dal governo Netanyahu. “Abbiamo continuato a sostenere il diritto di Israele a difendersi”, ha detto al Washington Post un funzionario della Casa Bianca. “Il condizionamento degli aiuti non è la nostra politica”.

Ore 20,00 – Media: “Israele vuole costituire una forza multinazionale araba da schierare nella Striscia” – Il ministro israeliano della Difesa Yoav Gallant ha proposto di costituire una forza militare multinazionale con truppe provenienti dai Paesi arabi da schierare nella Striscia di Gaza per mantenere l’ordine e la sicurezza e scortare i convogli di aiuti umanitari destinati alla popolazione civile. Lo riferisce il portale statunitense online Axios, che cita le dichiarazioni rese in via anonima da una serie di alti funzionari dello Stato ebraico, secondo cui un contingente simile potrebbe contribuire a creare un’alternativa a Hamas nel territorio costiero, assumendosi anche la responsabilità di garantire la sicurezza presso il molo provvisorio che gli Stati Uniti intendono costruire sulle coste di Gaza e assicurandosi che gli aiuti non vengano saccheggiati e che arrivino ai gruppi armati. Secondo il portale statunitense, nelle ultime settimane alcuni ufficiali militari di Israele avrebbero già discusso la proposta con i rappresentanti di tre Paesi arabi, tra cui l’Egitto. Tuttavia, secondo Axios, in questo momento i governi contattati non sembrano ansiosi di schierare le proprie forze nella Striscia e avrebbero fatto capire che prenderanno in considerazione l’idea soltanto dopo la fine della guerra. Le fonti citate sostengono che Gallant e altri importanti funzionari israeliani discuteranno la questione anche con gli Stati Uniti e altri Paesi arabi.

Ore 19,00 – Israele, presidente Consiglio regionale nord: “Tel Aviv chiuda le operazioni contro Hezbollah entro maggio” – Giora Zaltz, presidente del Consiglio regionale dell’Alta Galilea, una regione nel nord di Israele in gran parte evacuata a causa degli scambi di colpi al confine con Hezbollah, ha invitato il governo dello Stato ebraico a “porre fine alla guerra entro maggio” per permettere agli abitanti di tornare alle proprie case. Come riportato dal quotidiano israeliano Israel haYom, Zaltz ha criticato la condotta delle autorità di Tel Aviv: “Vogliamo aprire l’anno scolastico qui in piena sicurezza, il governo deve finire alle operazioni per allora”, ha detto il presidente del Consiglio regionale. “Non c’è alcuna escalation al nord. Qui si gioca una partita brutale tra le forze armate (Idf) e Hezbollah, con gli Stati Uniti a fare da arbitro e i guardalinee provenienti da Europa e Iran, che si assicurano che tutti rispettino le regole. L’erba su cui corrono i giocatori, che viene calpestata e schiacciata, sono gli abitanti del nord”, ha detto Zaltz.

Ore 18,00 – Usa, media: “Probabile carestia già in corso nel nord di Gaza” – È “molto probabile” che una carestia sia già in corso in alcune aree settentrionali della Striscia di Gaza. Lo ha detto oggi in forma anonima all’agenzia di stampa britannica Reuters un alto funzionario del Dipartimento di Stato Usa, secondo cui la scarsità di camion carichi costituisce un ulteriore ostacolo all’arrivo degli aiuti umanitari nel territorio costiero palestinese assediato da Israele. “Mentre possiamo dire con sicurezza che la carestia è un rischio significativo nel sud e nel centro (della Striscia di Gaza, ndr) dove però non è ancora presente, nel nord è allo stesso tempo un rischio e molto probabilmente è già presente almeno in alcune aree”, ha detto il funzionario americano. Secondo le Nazioni Unite, se entro maggio non aumenteranno gli aiuti umanitari in arrivo nella Striscia, Gaza sarà investita dalla carestia.

Ore 17,00 – Israele, Idf: “Sale a 254 il numero di soldati morti nella Striscia dall’inizio della guerra” – È salito a 254 il bilancio delle vittime militari israeliane della guerra in corso nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre. Lo riferiscono in una nota le forze armate israeliane (Idf), dando notizia del decesso del sergente Alon Kudriashov, appartenente alla commando Egoz. Il soldato è rimasto ucciso in combattimento nel sud della Striscia, aveva 21 anni ed era originario della cittadina di Modiin, a 30 chilometri a ovest di Gerusalemme. Secondo le prime ricostruzioni, il commando sarebbe stato colpito da un razzo rpg sparato da alcuni miliziani di Hamas, che ha provocato anche 16 feriti, di cui 6 versano in gravi condizioni.

Ore 15,45 – Israele: il ministro della Difesa Gallant ordina di “ampliare” le operazioni nel nord contro Hezbollah – Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha ordinato alla forze armate dello Stato ebraico (Idf) di “ampliare la campagna” militare contro il gruppo armato sciita Hezbollah nel nord del Paese, al confine con il Libano. Lo riferisce una nota del ministero della Difesa israeliano, che dà conto di un’ispezione condotta oggi da Gallant nella città settentrionale di Safed presso il Comando Nord delle Idf. Secondo il comunicato, citato dalla l’edizione digitale del quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth e dal giornale online The Times of Israel, questo significa che le Idf “aumenteranno il tasso di attacchi nel nord”. “Stiamo passando dal respingere al perseguire attivamente Hezbollah”, ha detto il ministro. “Ovunque si nascondano, li raggiungeremo, a Beirut, a Damasco e anche in luoghi ancora più distanti”. “Aumenteremo il ritmo degli attacchi e amplieremo le nostre operazioni: è ciò che ho comunicato questa settimana a Washington al Segretario della Difesa (Lloyd, ndr) Austin, all’inviato speciale Amos Hochstein e ad altri”, ha aggiunto Gallant. “Ho dato disposizioni in questo senso al Comando Nord delle Idf”.

Ore 14,45 – Almeno 125 mila fedeli musulmani pregano ad al-Aqsa a Gerusalemme, 11 arrestati – Almeno 125 mila fedeli islamici si sono riuniti nella moschea di al-Aqsa a Gerusalemme per la preghiera del terzo venerdì del Ramadan, il mese sacro per i musulmani, mentre le forze di sicurezza israeliane hanno arrestato 11 persone in città per “incitamento alla violenza”. I dati sull’affluenza alla moschea di al-Aqsa sono contenuti in una nota del Jerusalem Islamic Endowments Department, citata da al-Jazeera. Secondo la polizia israeliana invece, non sono stati segnalati disordini anche se 11 persone sono state arrestate nella Città Vecchia nel corso della giornata per “incitamento e sostegno al terrorismo” dopo la preghiera del mattino. Secondo un comunicato delle autorità israeliane, uno dei sospetti fermati oggi è stato trovato in possesso di un filmato di Hamas mentre cercava di entrare nella Spianata delle Moschee mentre altri due hanno violato le condizioni di accesso all’area. Dopo la preghiera tenuta all’alba poi, gli altri fermati hanno lanciato “appelli a sostenere il terrorismo”. Lunghe file di palestinesi in attesa di accedere alla spianata delle moschee si sono viste anche oggi ai checkpoint istituiti dalle autorità israeliane a Gerusalemme. Prima dell’inizio del Ramadan, l’Autorità coordinatrice delle attività israeliane nei territori (Cogat) ha ulteriormente limitato l’ingresso alla moschea, permettendo l’accesso solo agli uomini di età superiore ai 55 anni, alle donne ultracinquantenni e ai minori di dieci anni e obbligando comunque tutti a munirsi di un permesso speciale rilasciato dal Cogat.

Ore 14,00 – Negoziati: Netanyahu invia il capo del Mossad in Qatar e il direttore dello Shin Bet al Cairo – Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ordinato alla delegazione guidata dal direttore del Mossad, David Barnea, di recarsi a Doha, in Qatar, per partecipare ai negoziati in corso per una tregua nella Striscia di Gaza in cambio della liberazione degli ostaggi rapiti da Hamas e dalla Jihad Islamica il 7 ottobre. Lo riferisce l’edizione online del quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, secondo cui Netanyahu ha anche  autorizzato il direttore dello Shin Bet, Ronen Bar, a recarsi al Cairo, in Egitto, per ulteriori colloqui diplomatici.

Ore 13,00 – Israele, Idf: “Ucciso vicecapo dell’unità missilistica di Hezbollah” – Le forze armate di Israele (Idf) hanno rivendicato l’uccisione del vice comandante dell’unità responsabile del lancio dei razzi del gruppo armato sciita Hezbollah durante un raid aereo condotto oggi contro un’auto nella città libanese di Bazouriye, vicino a Tiro. Secondo un post pubblicato su X dalle Idf, “Ali Abdel Hassan Naeem” era un esponente “significativo” di Hezbollah, “leader nel campo dei missili” e aveva preso parte alla pianificazione e all’esecuzione di diversi attacchi contro il territorio israeliano.

Ore 12,00 – Usa-Turchia, media: Erdogan atteso alla Casa bianca il 9 maggio – Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si recherà in visita negli Stati Uniti il ​​9 maggio prossimo. Lo ha reso noto oggi all’agenzia di stampa francese Afp un funzionario dell’amministrazione turca, secondo cui durante la sua visita Erdogan incontrerà il presidente Joe Biden alla Casa bianca, in quello che sarà il primo incontro tra i due nello Studio Ovale. Oggi invece, secondo un’altra fonte delle forze di sicurezza turche citata dall’agenzia di stampa britannica Reuters, il direttore dell’intelligence turca MIT, Ibrahim Kalin, incontrerà alcuni deputati della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti per discutere della visita di Erdogan negli Usa e di altre questioni bilaterali.

Ore 11,00 – Libano, Hezbollah: “263 morti dall’inizio della guerra a Gaza” – Almeno 6 miliziani di Hezbollah sono morti nei raid aerei compiuti nelle scorse ore da Israele in Libano e in Siria, portando a 263 il bilancio delle vittime del gruppo armato sciita libanese dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza, che ha riacceso gli scontri anche al confine nord dello Stato ebraico. Le vittime, secondo una nota pubblicata oggi da Hezbollah e rilanciata da diversi media libanesi sono: Ahmed Shehimi; Mustafa Makki; Ibrahim al-Zein; Ali al-Haf; Mustafa Nassif e Ali Naim. Quest’ultimo è stato ucciso questa mattina in un attacco aereo israeliano contro un’auto nella città libanese di Bazouriye, vicino a Tiro. Gli altri cinque invece sono morti durante un raid attribuito a Israele che nella notte ha ucciso ad Aleppo, in Siria, almeno 36 combattenti fedeli al regime di Bashar al-Assad.

Ore 10,00 – Gaza, il bilancio dei morti sale a 32.623 vittime: oltre 75mila i feriti – Il bilancio delle vittime della guerra in corso nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre si è attestato a 31.923 morti. Secondo i nuovi dati diffusi dal ministero della Salute controllato da Hamas, nel territorio costiero palestinese si contano anche oltre 75.092 feriti e più di 8mila dispersi, mentre solo nelle ultime 24 ore sarebbero morte 71 persone. Secondo le autorità israeliane, le forze armate (Idf) avrebbero ucciso non meno 13mila membri di Hamas dall’inizio del conflitto. Per le Nazioni Unite, la maggior parte delle vittime della guerra sono donne e bambini.

Ore 9,00 – Biden: “Paesi arabi pronti a riconoscere pienamente Israele” – Joe Biden ha affermato che l’Arabia Saudita e altri Paesi arabi sono “pronti a riconoscere pienamente Israele” in una conversazione durante l’evento di raccolta fondi alla Radio City Hall di New York, come hanno riferito i giornalisti presenti citati dalla Cnn. “Non entrerò nei dettagli, ma ho lavorato con i sauditi e con tutti gli altri Paesi arabi, inclusi Egitto, Giordania e Qatar. Sono pronti a riconoscere pienamente Israele per prima volta”, ha detto Biden, “ma deve esserci un piano post-Gaza, e deve esserci una soluzione a 2 Stati, non avviene oggi, ma deve esserci un progresso, penso che possiamo farlo”, ha affermato.

Ore 8,00 – Media: “38 i morti in attacco Israele su Aleppo” – Gli attacchi israeliani di questa notte sulla città siriana settentrionale di Aleppo hanno ucciso 38 persone, tra cui cinque membri del gruppo armato libanese Hezbollah: lo affermano fonti della sicurezza locale, citate dall’agenzia di stampa britannica Reuters.

Ore 7,00 – Israele: “Continueremo ad aumentare gli aiuti a Gaza” – Il ministero degli Esteri israeliano afferma che lo Stato ebraico continuerà a cercare nuovi modi per facilitare l’ingresso di maggiori aiuti nella Striscia di Gaza, dopo che la Corte internazionale di giustizia dell’Aja ha gli ordinato di aumentare la fornitura di beni umanitari di base all’enclave palestinese a causa del peggioramento delle condizioni di vita nel territorio devastato dalla guerra. “Israele continuerà a promuovere nuove iniziative e ad espandere quelle esistenti, al fine di consentire e facilitare il flusso di aiuti alla Striscia di Gaza in modo continuo ed esteso, via terra, aria e mare, insieme agli organismi delle Nazioni Unite e ad altri partner della comunità internazionale”, ha dichiarato il portavoce ministeriale Lior Hayat in un comunicato pubblicata su X.

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