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Home » Esteri

Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Gallant: “Continueremo campagna militare fino a Rafah”. Esplosioni a Damasco | DIRETTA

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Hamas: "Risponderemo molto presto a proposta tregua". Bruxelles convoca l'ambasciatore israeliano dopo il bombardamento dell'agenzia belga per lo sviluppo. Gaza, uccisi 112 palestinesi nelle ultime 24 ore

Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, venerdì 2 febbraio

Joe Biden annuncia sanzioni contro i coloni israeliani, mentre a Gaza il bilancio dal 7 ottobre supera le 27mila vittime palestinesi. Hamas nel frattempo valuta le proposte per un cessate il fuoco. Di seguito tutti gli aggiornamenti di oggi, venerdì 2 febbraio 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas.

DIRETTA

Ore 17.00 – Israele: “Intercettato un missile lanciato dal Mar Rosso” – Il sistema di difesa israeliano “Arrow” ha intercettato un missile terra-terra lanciato dal Mar Rosso verso il territorio dello Stato ebraico. Lo ha fatto sapere il portavoce dell’Idf.

Ore 16.50 – Mar Rosso, huthi: “Sette attacchi aerei Usa-Gb nello Yemen” – I ribelli houthi dello Yemen hanno reso noto oggi che gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno lanciato almeno sette attacchi aerei contro la provincia di Hajjah, nel nord-ovest dello Yemen, in un nuovo bombardamento contro le posizioni dei ribelli. La televisione Al Masira, portavoce degli Houti, ha detto che “l’aggressione americana e britannica” ha effettuato sette bombardamenti contro varie posizioni in Al Jarr, una zona di terreni agricoli da cui i ribelli lanciano spesso missili e droni contro le navi commerciali che transitano per il Mar Rosso.

Ore 16.20 – Hamas chiede il rilascio di Barghouti nell’accordo sugli ostaggi – Il rappresentante di Hamas in Libano, Osama Hamdan, ha dichiarato oggi all’emittente libanese Lbc che le richieste principali avanzate dal gruppo palestinese nei negoziati in corso per un accordo con Israele sono la fine dei combattimenti nella Striscia di Gaza e il rilascio di migliaia di palestinesi detenuti da Israele, compresi quelli condannati all’ergastolo. Nella sua intervista, Hamdan ha fatto anche il nome di Marwan Barghouti, uno dei leader palestinesi più popolari. Esponente di Fatah arrestato nel 2002 e condannato a cinque ergastoli da Israele per tre attacchi avvenuti durante la Seconda Intifada.

Ore 15.30 – Onu, almeno 17mila bambini separati dai genitori – Secondo le stime delle Nazioni Unite, almeno 17mila bambini nella Striscia di Gaza sono non accompagnati o separati. L’Unicef definisce bambini separati quelli che sono senza genitori, mentre i bambini non accompagnati sono quelli che sono separati e anche senza altri parenti.  “Ognuno di loro ha una storia straziante di perdita e dolore”, ha detto Jonathan Crickx, portavoce dell’Unicef, l’agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia nei territori palestinesi. Ognuno “è un bambino che sta facendo i conti con una nuova, orribile realtà”. “Questa cifra corrisponde all’1 percento della popolazione sfollata complessiva, 1,7 milioni di persone”, ha detto in una conferenza stampa a Ginevra, in collegamento video da Gerusalemme. Secondo quanto riporta Afp, Crickx ha detto che identificare i bambini si è rivelato “estremamente difficile”, poiché a volte venivano portati in ospedale e “semplicemente non riuscivano nemmeno a pronunciare i loro nomi” a causa dello shock o delle ferite. Ha detto che durante i conflitti, era normale che le famiglie allargate si prendessero cura dei bambini che avevano perso i genitori. Tuttavia, a Gaza, “a causa dell’assoluta mancanza di cibo, acqua o riparo, le famiglie allargate sono esse stesse in difficoltà e affrontano difficoltà nel prendersi immediatamente cura di un altro bambino poiché loro stesse lottano per provvedere ai propri figli e alla propria famiglia”, ha affermato Crickx.

Ore 15.20 – Hamas: “Accordo impossibile senza cessate il fuoco permanente” – Per Hamas non è possibile accettare un accordo sugli ostaggi che non preveda un cessate il fuoco permanente. Lo ha dichiarato un alto funzionario di Hamas in Libano, Osama Hamdan, all’emittente Lbci. “Non è possibile che sia accettabile per la resistenza” un accordo che preveda pause nei combattimenti e non una fine totale dei combattimenti. Le autorità israeliane hanno affermato più volte che continueranno a combattere finché Hamas non sarà eliminato, ma accetteranno lunghe pause che prevedano il rilascio dei prigionieri detenuti a Gaza.

Ore 15.00 – Mezzaluna rossa, dipendente ucciso da colpi di arma da fuoco a Khan Yunis – Una dipendente della Mezzaluna rossa palestinese è stata uccisa a causa degli spari delle forze israeliane contro la sede dell’organizzazione a Khan Yunis. Lo ha detto l’organizzazione umanitaria. Secondo Al Jazeera, l’agenzia di stampa palestinese Wafa aveva precedentemente riferito che oggi tre civili sono stati uccisi e altri tre feriti, tra cui una dipendente della Mezzaluna rossa. In un post su X, la Mezzaluna rossa  ha detto che Hidaya Hamad, direttrice del dipartimento per i giovani e i volontari a Gaza, si trovava nella sede dell’organizzazione a Khan Yunis quando è stata uccisa. La Mezzaluna rossa ha riferito che i cecchini israeliani hanno continuato a sparare contro l’edificio, che ospita migliaia di sfollati. L’organizzazione ha affermato che, a causa degli spari, le sue squadre non sono in grado di trasferire i feriti al vicino ospedale di al-Amal.

Ore 13.40 – Gaza, 800 funzionari europei e Usa denunciano Israele – Oltre 800 tra diplomatici e funzionari americani ed europei hanno sottoscritto un documento “transatlantico” in cui accusano Israele di “gravi violazioni del diritto internazionale” nell’ambito della risposta militare contro la Striscia di Gaza all’attacco di Hamas del 7 ottobre e chiedono ai rispettivi governi una reazione più decisa. Altrimenti, scrivono in un testo visionato fra gli altri dalla Bbc, c’è “il rischio di rendersi complici di una delle più gravi catastrofi umanitarie del secolo”: fino, potenzialmente, a scenari di “pulizia etnica e genocidio”.

Ore 12.50 – Gaza, 27.131 palestinesi uccisi dal 7 ottobre – Almeno 27.131 palestinesi sono stati uccisi e 66.287 feriti negli attacchi israeliani su Gaza dal 7 ottobre, secondo l’ultimo bollettino diffuso dal ministero della Salute di Gaza. Nelle ultime 24 ore circa 112 palestinesi sono stati uccisi e 148 feriti, ha aggiunto il ministero.

Ore 12.30 – Belgio convoca ambasciatore Israele per bombardamento agenzia – La ministra degli Affari Esteri belga, Hadja Lahbib, ha convocato l’ambasciatore israeliano in Belgio, Idit Rosenzweig-Abu, per il bombardamento dell’agenzia belga per lo sviluppo Enabel. L’incontro si è svolto alla presenza della ministra della Cooperazione allo Sviluppo, Caroline Gennez.

I ministri, a nome del Belgio, hanno condannato fermamente il bombardamento e la distruzione degli uffici dell’Enabel, l’agenzia belga per lo sviluppo, a Gaza. Secondo il ministero, gli uffici erano situati in una torre di sei piani nella città di Gaza, nel nord della Striscia di Gaza. “Secondo le informazioni in nostro possesso, al momento dell’attentato nell’edificio adibito ad uffici non era presente nessun dipendente dell’Enabel. La distruzione delle infrastrutture civili è assolutamente inaccettabile e non rispetta il diritto internazionale. Fin dal primo giorno del conflitto, il Belgio ha invitato tutte le parti a rispettare il diritto internazionale”, ha detto.

Ore 12.20 – Pasdaran ucciso in raid Israele a Damasco – Un consigliere della Guardia rivoluzionaria iraniana sarebbe stato ucciso in un attacco israeliano a sud di Damasco. Lo riporta un sito iraniano citato da Haaretz. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, sarebbero tre i miliziani colpiti nel raid israeliano a sud di Damasco: un iraniano, un iracheno e un altro la cui identità rimane sconosciuta. Gli attivisti dell’organizzazione hanno riferito di aver sentito forti esplosioni all’alba, causate da diversi attacchi effettuati da aerei da combattimento israeliani, contro una fattoria appartenente agli Hezbollah libanesi vicino a una scuola professionale sulla strada tra Aqraba e Sayeda Zeinab, nel sud di Damasco, e nella zona di Al-Ghezlaniyah sulla strada per l’aeroporto internazionale di Damasco. Le difese aeree siriane avrebbero tentato di intercettare i missili israeliani, ma alcuni sono riusciti a raggiungere i loro obiettivi.

Ore 12.10 – Hamas: “Risponderemo molto presto a proposta tregua” – Un alto esponente di Hamas ha dichiarato che il gruppo risponderà “molto presto” a una proposta che prevede pause prolungate nei combattimenti a Gaza e scambi graduali tra gli ostaggi e i detenuti palestinesi. Il funzionario ha detto all’Associated Press che un cessate il fuoco duraturo è la componente più importante per Hamas, e che tutto il resto può essere negoziato. La proposta in più fasi è stata redatta alcuni giorni fa da Stati Uniti, Israele, Qatar ed Egitto, ed è in attesa di una risposta da parte del gruppo estremista palestinese. Al Cairo, un alto funzionario egiziano ha dichiarato che Hamas non ha presentato una risposta formale, ma ha inviato segnali positivi. Entrambe le fonti hanno parlato a condizione di anonimato perché i colloqui indiretti sono ancora in corso.

Ore 12.00 – Onu: “Rafah pentola a pressione di disperazione” – Le Nazioni Unite hanno espresso preoccupazione per i combattimenti a Khan Yunis che hanno costretto più persone a fuggire a Rafah, nel sud di Gaza, descrivendo la città di confine come una “pentola a pressione di disperazione”. “Voglio sottolineare la nostra profonda preoccupazione per l’escalation delle ostilità a Khan Younis, che ha portato ad un aumento del numero di sfollati che cercano rifugio a Rafah negli ultimi giorni”, ha affermato Jens Laerke, portavoce dell’ufficio delle Nazioni Unite per la coordinamento degli affari umanitari (Ocha). “Migliaia di palestinesi hanno continuato a fuggire verso il sud, che già ospita oltre la metà della popolazione di circa 2,3 milioni di persone… Rafah è una pentola a pressione di disperazione e temiamo per ciò che verrà dopo”, ha aggiunto. Il ministro della difesa israeliano, Yoav Gallant, ha annunciato che le forze israeliane stanno proseguendo la loro campagna militare a Rafah, nonostante l’enorme numero di civili palestinesi presenti nella zona.

Ore 9,00 – Esplosioni a Damasco. La Siria: è un attacco israeliano – Esplosioni sono state avvertite alle prime ore di oggi nella capitale siriana Damasco. Lo riferiscono alcuni media, mentre l’agenzia ufficiale siriana cita una fonte militare di Damasco che parla di missili lanciati dalla zona delle Alture del Golan in direzione della parte Sud di Damasco, alcuni dei quali abbattuti. Le notizie dei media ufficiali rilanciate da al-Arabiya attribuiscono l’operazione a Israele. La notizia arriva dopo che ieri ufficiali Usa hanno confermato alla Cbs l’approvazione di piani per una serie di raid, nell’arco di giorni, contro obiettivi in Iraq e Siria, compresi personale e strutture iraniane. Una risposta agli attacchi con droni e razzi contro le forze Usa nella regione dopo che domenica scorsa tre militari americani sono morti in un attacco con un drone che ha colpito un avamposto, la “Tower 22”, in Giordania, vicino al confine con la Siria.

Ore 8,00 – Cameron: “Londra potrebbe riconoscere lo Stato palestinese” – Il Regno Unito potrebbe riconoscere ufficialmente uno Stato palestinese dopo un cessate il fuoco a Gaza senza attendere l’esito di quelli che potrebbero essere anni di colloqui tra Israele e palestinesi su una soluzione a due Stati. Lo ha detto il ministro degli Esteri britannico, David Cameron. Durante una visita in Libano ieri, Cameron a ha affermato che nessun riconoscimento potrebbe arrivare finché Hamas resta a Gaza, ma che potrebbe avvenire mentre i negoziati israeliani con i leader palestinesi continuano.

Ore 7,00 – Israele, continueremo campagna militare fino a Rafah – Le forze israeliane continueranno la loro campagna militare fino a Rafah, ha detto il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant. “La brigata di Hamas a Khan Younis è stata dispersa: completeremo la missione lì e proseguiremo fino a Rafah”, ha scritto Gallant su Twitter. “La grande pressione che le nostre forze esercitano sugli obiettivi di Hamas – si legge nel post – ci avvicina al ritorno dei sequestrati, più di ogni altra cosa: continueremo fino alla fine, non c’è altro modo”.

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