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Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Khan Yunis, esercito israeliano continua l’operazione all’ospedale Nasser: 5 pazienti morti. Ue: “Ferma condanna al blitz” | DIRETTA

Immagine di copertina
Striscia di Gaza, macerie nella città meridionale di Rafah. Credit: AGF

Biden ribadisce a Netanyahu: no offensiva Rafah senza tutela civili. Il premier israeliano: rifiutiamo diktat su Stato palestinese. Macron: “Riconoscimento Stato palestinese non è tabù”. L’Egitto costruisce un recinto per gli sfollati in caso di esodo da Rafah. La Russia invita a Mosca Hamas e Jihad islamica. Attentato nel sud di Israele, due morti. Netanyahu: "Vogliono ucciderci tutti"

Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, venerdì 16 febbraio

Cresce l’allarme a livello internazionale per l’offensiva che Israele sta per lanciare a Rafah, dove sono presenti 1,4 milioni di profughi dal resto della Striscia di Gaza. L’appello di Canada, Australia e Nuova Zelenda: “Israele si fermi”. L’Oms: “Sarebbe catastrofe inimmaginabile”. Le forze israeliane ieri hanno fatto irruzione nell’ospedale Nasser, la principale struttura sanitaria di Khan Yunis dove, secondo Medici senza frontiere, si sono registrati diversi morti e feriti. Gli Stati Uniti e diversi paesi arabi intanto stanno lavorando a un piano che preveda nascita dello stato palestinese, ma l’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha sbarrato la strada: “Non è tempo di regali ai palestinesi”. Dopo l’attacco al segretario di Stato vaticano Parolin per aver definito “sproporzionata” la risposta a Gaza, l’ambasciata israeliana presso la Santa Sede si è corretta: la dichiarazione di Parolin è solo “sfortunata” e non “deplorevole”. Dal 7 ottobre sono stati uccisi 28.663 palestinesi nella Striscia. Di seguito tutti gli aggiornamenti di oggi, venerdì 16 febbraio 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas.

DIRETTA

Ore 17.10 – Unrwa, Israele accusa: “12% impiegati sono affiliati Hamas o Jihad” – Il 12% dei 13mila impiegati dell’Unrwa “sono affiliati a Hamas o alla Jihad islamica palestinese”. Lo ha affermato in un incontro con i giornalisti il ministro della Difesa di Israele Yoav Gallant secondo cui “1468 impiegati” dell’Agenzia dell’Onu “sono noti per essere attivi in Hamas e nella Jihad. “185 dipendenti dell’Unrwa – ha spiegato – sono attivi nell’ala militare di Hamas e 51 in quella di Jihad islamica”. Gallant ha poi rivelato nomi e foto dei 12 dell’Unrwa, già denunciati in passato da Israele, che “hanno partecipato attivamente al massacro del 7 ottobre”. “E ci sono indicazioni che altri 30” siano coinvolti, ha detto.

Ore 16.40 – Gantz, senza ritorno ostaggi raid a Rafah anche in Ramadan – La guerra a Gaza continuerà fino a quando gli ostaggi nelle mani di Hamas non verranno restituiti. Lo ha affermato il ministro israeliano Benny Gantz, sottolineando che “non ci sarà neanche un giorno di cessate il fuoco” fino ad allora. “I combattimenti continueranno finché i nostri obiettivi non saranno raggiunti. Potranno continuare anche nel mese di Ramadan. O gli ostaggi verranno restituiti, oppure estenderemo i combattimenti a Rafah”, ha dichiarato l’ex capo di Stato maggiore, aggiungendo che Israele si sta preparando a tale possibilità. “Agiremo in dialogo con i nostri partner, compreso l’Egitto, indirizzeremo la popolazione verso le aree protette”.

Ore 15.50 – Netanyahu: attentato mostra che vogliono ucciderci tutti – Il premier Benyamin Netanyahu ha condannato l’attentato palestinese nel sud di Israele che ha fatto due morti e 4 feriti. Un attacco dimostrerebbe come “gli assassini vogliono ucciderci tutti”. “Questo attacco ci ricorda che l’intero paese è un fronte e che gli assassini non vengono solo da Gaza”, ha aggiunto. “Continueremo a combattere fino alla vittoria con tutte le nostre forze, ovunque, su tutti fronti, fino a che non riporteremo sicurezza e pace per tutti i cittadini di Israele”.

Ore 15.40 – Nasrallah: “I nostri missili possono arrivare a Eilat” – Israele pagherà un alto prezzo per la morte di civili libanesi. È la minaccia lanciata dal leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, dopo l’attacco sferrato mercoledì dalle forze armate israeliane nel Libano del sud nel quale sono morti 10 civili e 5 miliziani, tra cui un comandante. “I nostri missili di precisione possono raggiungere Eilat”, nell’estremo sud dello Stato ebraico, ha sottolineato il leader del gruppo sciita filo-iraniano.

Ore 15.10 – Israele, polizia: “Un palestinese l’autore dell’attentato nel Sud di Israele” – È un palestinese del campo profughi di Shuafat nei sobborghi di Gerusalemme l’autore dell’attentato che ha fatto 2 morti nel Sud di Israele. Lo ha fatto sapere la polizia che ha indicato l’uomo in Fadi Jamjoom. La polizia sta indagando se abbia agito o meno da solo e per questo ha chiuso l’ingresso del campo.

Ore 15.00 – Guterres (Onu): “L’offensiva su Rafah sarebbe devastante per i civili” – Un’offensiva globale sulla città di Rafah sarebbe devastante per la popolazione civile palestinese, che è già sull’orlo della sopravvivenza. Lo ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, durante il suo intervento alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco. “Ho ripetutamente chiesto il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi e un cessate il fuoco umanitario”, ha detto ancora Guterres, sottolineando che ciò deve costituire la base per passi concreti e irreversibili verso una soluzione a due Stati basata sulle risoluzioni delle Nazioni Unite e sul diritto internazionale.

Ore 14.30 – Raid di Usa e Regno Unito contro obiettivi huthi nello Yemen – Gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno condotto raid aerei nelle aree di Al Jabana e Al Jah, nel governatorato di Hodeida, nello Yemen. Gli attacchi arrivano mentre il Comando Centrale degli Stati Uniti (Centcom) ha reso noto che ieri un missile balistico antinave era stato lanciato nel Golfo di Aden dalle aree controllate dagli huthi ad Ayman.

Ore 14.00 – Macron: “Il riconoscimento dello stato palestinese non è un tabù” – “Il riconoscimento di uno stato palestinese non è un tabù per la Francia”. Lo ha dichiarato per la prima volta oggi Emmanuel Macron, ricevendo re Abdullah II di Giordania all’Eliseo. Il presidente francese ha anche messo in guardia contro un’offensiva militare israeliana a Rafah che, secondo lui, porterebbe “ad un disastro umanitario senza precedenti e sarebbe una svolta” nel conflitto fra Israele e il movimento islamista palestinese Hamas a Gaza.

Ore 13.40 – Attacco terroristico nel sud di Israele, due i morti – Sono due le persone morte e altre quattro sono rimaste ferite in un attacco terroristico nel Sud di Israele. Il terrorista è arrivato sulla scena a bordo di un auto e ha aperto il fuoco sulle persone alla fermata dell’autobus a Re’em-Masmiyya finché non è stato colpito e ucciso da un civile sul posto. Lo riporta Times of Israel.

Ore 13.20 – Mezzaluna rossa: 40 feriti da Gaza in Egitto attraverso il valico di Rafah – Prosegue sul versante egiziano del valico di Rafah con la Striscia di Gaza il passaggio, in entrambe le direzioni, di persone e aiuti per la popolazione palestinese. Lo fa sapere il segretario generale della Mezzaluna Rossa nel Nord Sinai, Raed Abdel Nasser, precisando che questa mattina sono entrati in Egitto 40 feriti con 37 accompagnatori, 133 egiziani e 250 persone con doppia nazionalità. Prosegue anche l’invio nella Striscia di aiuti medici, alimentari e carburante.

Ore 13.00 – Khan Yunis, sale a 5 bilancio morti per stop ossigeno in ospedale Nasser – È salito a cinque il bilancio dei pazienti dell’ospedale Nasser della città di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, morti a causa dell’interruzione del flusso di ossigeno dopo gli ultimi attacchi delle forze di Israele nella struttura sanitaria. Lo ha reso noto il ministero della Salute di Gaza, secondo cui le forniture di ossigeno sono state limitate dopo che la corrente elettrica dell’ospedale è stata interrotta durante l’incursione israeliana. Ieri, i militari delle Forze di difesa israeliane (Idf) avevano dichiarato di aver perquisito l’ospedale Nasser in seguito alle informazioni dell’intelligence, secondo cui in precedenza vi erano tenuti degli ostaggi e potrebbero esserci loro corpi ancora nascosti nel centro sanitario.

Ore 12.20 – Ue, forte condanna blitz forze Israele in ospedale Nasser – “Condanno fermamente il blitz dell’ospedale Nasser da parte delle forze israeliane. I servizi essenziali forniti da questa struttura, compreso un centro per la ricostruzione degli arti finanziato dall’Unione europea, rappresentano la spina dorsale del sistema sanitario nel sud di Gaza. Gli ospedali devono essere protetti ai sensi del Diritto internazionale umanitario”. Lo scrive su X il commissario europeo alla Gestione delle crisi, Janez Lenarcic.

Ore 12.10 – L’Oms cerca di entrare in ospedale Nasser dopo il raid di Israele – L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sta cercando di ottenere l’accesso all’ospedale Nasser a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, dopo un raid israeliano nel complesso. “Ci sono ancora pazienti gravemente feriti e malati all’interno dell’ospedale” che hanno “bisogno di assistenza”, ha riferito il portavoce dell’organizzazione, Tarik Jasarevic, sottolineando che “c’è un urgente bisogno di fornire carburante per garantire la continuazione della fornitura di servizi salvavita”. L’esercito israeliano ha fatto sapere di aver compiuto un raid “preciso e limitato” nell’ospedale sostenendo di aver arrestato più di 20 uomini di Hamas sospettati di aver preso parte ai massacri del 7 ottobre.

Ore 11.40 – Tajani: “Israele non superi la soglia di proporzionalità” – “Vogliamo che ci sia un cessate il fuoco” nella Striscia di Gaza e “vogliamo l’immediata liberazione di tutti gli ostaggi e che Israele non superi la soglia della proporzionalità, quindi anche come nell’attacco a Rafah, come chiede tutta la comunità internazionale, bisogna assolutamente impedire una carneficina della popolazione civile”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine di un evento di Forza Italia a Milano.

Ore 11.30 – ActionAid: “Crisi fame a livelli senza precedenti” a Gaza – La crisi della fame a Gaza ha raggiunto “livelli senza precedenti”, a Gaza dove la popolazione ha esaurito anche il cibo per gli animali da mangiare. A lanciare il tragico allarme è oggi l’Ong ActionAid. “Una crisi alimentare senza precedenti e totalmente evitabile” ha portato “ogni singola persona nel territorio a sperimentare livelli estremi di fame”, si legge in un comunicato dell’organizzazione che avverte che “per quanto cupo sia il quadro, le cose peggioreranno sostanzialmente” se Israele procederà con i suoi piani per un’operazione militare a Rafah.

Ore 11.20 – Esercito israeliano continua l’operazione all’ospedale Nasser – L’esercito israeliano sta continuando ad agire nell’ospedale Nasser di Khan Yunisi in “un’operazione precisa e limitata contro l’organizzazione terrorista di Hamas”. Lo ha detto il portavoce militare secondo cui l’operazione si basa su informazioni “dell’intelligence che indicano che l’attività di Hamas è condotta dall’interno dell’ospedale”. “Finora sono stati arrestati oltre 20 terroristi che hanno partecipato al massacro del 7 ottobre e decine di sospetti sono stati presi per essere interrogati”, ha aggiunto sostenendo che nell’area dell’ospedale sono stati trovati “mortai, granate e altre armi di Hamas”.

Ore 11.10 – Medici senza frontiere: “Perse le tracce di un nostro collega dopo l’attacco all’ospedale Nasser” – “Dopo il bombardamento di ieri mattina, il nostro personale ha riferito di un clima di caos, con un numero imprecisato di morti e feriti. La sorte di uno dei nostri colleghi rimane ignota”. Lo ha scritto su X Medici senza Frontiere, riferendosi all’ospedale Nasser di Gaza. Msf ha affermato che il suo personale è stato costretto a fuggire e a lasciare i pazienti in ospedale. “Le forze israeliane hanno istituito un posto di blocco per le persone che lasciavano il complesso e uno dei nostri colleghi è stato arrestato. Chiediamo di preservare la sua sicurezza e di proteggere la sua dignità. Chiediamo di fermare immediatamente questo attacco, che minaccia il personale medico e i pazienti intrappolati all’interno della struttura”

Ore 10.30 – Gaza, dal 7 ottobre 28.775 morti nella Striscia – Sono 28.775 i morti e 68.552 i feriti nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre. Questo il nuovo bilancio diffuso dal ministero della Salute di Gaza secondo cui, nelle ultime 24 ore, sono stati uccisi 112 palestinesi e 157 sono rimasti feriti

Ore 10.20 – Raid di Israele sul Libano, uccisi 5 uomini Hezbollah e Amal – Cinque combattenti di Hezbollah e del movimento sciita Amal sono stati uccisi durante i raid israeliani nel Libano meridionale nella notte scorsa. Lo hanno annunciato i due gruppi. Gli attacchi arrivano dopo l’escalation nella regione di confine, dove gli scontri a fuoco tra Israele e Hezbollah si sono intensificati in questi giorni. Secondo l’agenzia ufficiale libanese Nna, l’aviazione israeliana ha effettuato attacchi durante la notte su cinque villaggi nel sud del paese. Il movimento sciita Amal, guidato dal presidente del parlamento Nabih Berri, ha deplorato la morte di tre dei suoi membri, uccisi nel raid contro una casa nel villaggio di Al-Qantara. Hezbollah, dal canto suo, ha annunciato la morte di due dei suoi combattenti. Sale così a dodici il numero dei membri del movimento uccisi da mercoledì.

Ore 10.10 – Gaza, 4 pazienti morti per blackout all’ospedale Nasser – Il ministero della Salute della Striscia di Gaza, governata da Hamas, ha annunciato che quattro pazienti nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Nasser di Khan Yunis sono morti nelle scorse ore dopo il blackout verificatosi durante il raid israeliano, che ha comportato anche l’interruzione dell’erogazione di ossigeno. Il ministero aveva precedentemente avvertito che sei pazienti in terapia intensiva e tre neonati nelle incubatrici erano in pericolo perché il carburante per i generatori era sul punto di esaurirsi. “L’occupazione israeliana è responsabile della vita dei pazienti e del personale poiché il complesso ora è sotto il suo pieno controllo”, ha detto il ministero.

Ore 10.00 – Iraq, fazioni sciite rivendicano attacco contro Israele nel Golan – La Resistenza islamica in Iraq, coalizione di milizie irachene filo-iraniane, ha rivendicato la responsabilità di un bombardamento con droni contro un obiettivo delle forze di Israele sulle alture del Golan. In un comunicato diffuso sul proprio canale Telegram, le stesse fazioni hanno dichiarato: “Il bombardamento è avvenuto a sostegno dei palestinesi nella Striscia di Gaza e in risposta ai massacri compiuti da Israele contro i civili palestinesi”.

Ore 09.30 – Sondaggio, Netanyahu perderebbe le elezioni se si votasse ora – Se si andasse al voto oggi il panorama politico israeliano uscirebbe profondamente cambiato. A evidenziarlo l’ultimo sondaggio pubblicato dal quotidiano Maariv che prevede una schiacciante vittoria del centrista Benny Gantz e l’uscita dalla Knesset ad esempio di Bezalel Smotrich, uno dei leader della destra radicale attualmente al governo. Secondo l’indagine, l’attuale opposizione di cui fa parte Benny Gantz, che tuttavia ha accettato di entrare nel gabinetto di guerra, arriverebbe a 76 seggi su 120 contro i 44 di quella di destra guidata da Netanyahu.

Ore 9.20 – Biden a Netanyahu: no offensiva Rafah senza tutela civili – Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, nel corso della nuova telefonata con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha manifestato ulteriormente la sua contrarietà al lancio da parte di Israele di un’operazione sulla città di Rafah, nella Striscia di Gaza, senza un piano per la sicurezza dei civili. “Il Presidente ha ribadito la sua opinione che un’operazione militare non dovrebbe procedere senza un piano credibile ed eseguibile per garantire la sicurezza e il sostegno ai civili a Rafah”, si legge in una nota della Casa Bianca.

Ore 9.10 – La Russia invita a Mosca Hamas e Jihad islamica – La Russia ha invitato 14 fazioni palestinesi, tra cui Hamas e la Jihad Islamica, a prendere parte a una conferenza intrapalestinese che si terrà a Mosca dal 29 febbraio al 2 marzo. Lo ha detto l’inviato speciale per il Medio Oriente Mikhail Bogdanov, citato dall’agenzia Tass.

Ore 9.00 – Netanyahu: Israele rifiuta diktat su stato palestinese – Dopo aver parlato con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha rilasciato una dichiarazione nel cuore della notte, insistendo sul fatto che Israele non subirà pressioni per accettare uno Stato palestinese. Lo riferiscono i media israeliani. “Le mie posizioni possono essere riassunte nelle seguenti due frasi: Israele rifiuta categoricamente i dettami internazionali per quanto riguarda un accordo permanente con i palestinesi. Tale accordo sarà raggiunto solo attraverso negoziati diretti tra le parti, senza precondizioni”, ha affermato Netanyahu in un post su X. Inoltre, ha spiegato il primo ministro, “Israele continuerà a opporsi al riconoscimento unilaterale di uno Stato palestinese. Tale riconoscimento, sulla scia del massacro del 7 ottobre, darebbe un’enorme ricompensa a un terrorismo senza precedenti e impedirebbe qualsiasi futuro accordo di pace”.

Ore 8.30 – Israele, almeno 25 razzi lanciati su Kiryat Shmona dal Libano – Sono stati almeno 25 i razzi lanciati dagli Hezbollah in serata su Kiryat Shmona nel nord di Israele. Lo ha fatto sapere l’esercito spiegando che l’artiglieria ha risposto colpendo oltre confine le aree da dove sono stati tirati i razzi. Alcune parti della città, e anche dell’Alta Galilea, sono rimaste al buio a causa della caduta di un pilone dell’elettricità colpito da un razzo.

Ore 8.00 – Media: sei morti in bombardamenti israeliani a Rafah – Sei persone sono state uccise a causa dei bombardamenti israeliani nei pressi di Rafah. Lo riferisce il Jerusalem Post citando i media arabi.

Ore 7.30 – Guterres condanna raid Israele su ospedale Khan Yunis – Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha condannato il raid israeliano di ieri contro il complesso ospedaliero di Khan Yunis. “Ribadiamo ancora una volta che gli ospedali devono essere tenuti fuori dai combattimenti, non devono essere soggetti ad alcun tipo di azione militare. Qualsiasi tipo di azione militare contro un ospedale deve essere condannata”, ha affermato il portavoce Stephane Dujarric citato dai media internazionali.

Ore 7.00 – Wall Street Journal: l’Egitto costruisce recinto per gli sfollati da Gaza – L’Egitto sta costruendo un sorta di mega recinto chiuso da alte mura nel deserto del Sinai vicino al confine nel caso in cui si dovesse verificare un esodo degli sfollati palestinesi. Lo rivelano funzionari egiziani al Wall Street Journal precisando che nel caso di un grande afflusso di palestinesi da Gaza, l’Egitto cercherebbe di limitare il numero di rifugiati ben al di sotto della capacità dell’area a circa 50.000-60.000 persone. Le autorità egiziane però negano che stanno costruendo l’opera. Per settimane, l’Egitto ha cercato di rafforzare la sicurezza lungo la frontiera per tenere lontani i palestinesi, schierando soldati e carri armati. Nel nuovo campo, circondato da muri in cemento, potrebbero essere ospitate più di 100.000 persone, hanno detto funzionari egiziani precisando che sul posto è stato consegnato anche un gran numero di tende, non ancora montate. Il Cairo da settimane cerca di evitare che un’ondata di rifugiati si riversi oltre i confini egiziani, minacciando anche di uscire dal trattato di pace decennale con Israele se ciò dovesse verificarsi a seguito della sua offensiva contro Hamas. Il governatore del Sinai del Nord ha smentito le notizie sulla costruzione di un campo profughi per i palestinesi, affermando che l’attività nell’area rientra in un progetto di inventario delle case distrutte durante la campagna militare egiziana contro gli estremisti dello Stato islamico nella zona.

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