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Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Abu Mazen incarica Mustafa di formare il nuovo governo. Usa, impongono sanzioni contro 2 insediamenti israeliani in Cisgiordania | DIRETTA

Immagine di copertina
Credit: AGF

Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, giovedì 14 marzo 2024

Oltre 31mila persone sono morte e più di 73mila sono rimaste ferite nella Striscia di Gaza a causa della guerra scatenata da Israele contro Hamas dopo gli attentati del 7 ottobre. Nemmeno il Ramadan ferma gli scontri, anzi. Tel Aviv limita l’ingresso alla spianata delle moschee a Gerusalemme agli ultracinquantenni palestinesi e ai minori di 10 anni. Intanto, il premier israeliano Benjamin Netanyahu non intende fermarsi e continua a ribadire che l’invasione di Rafah, nel sud del territorio costiero dove si sono rifugiati 1,5 milioni di sfollati, è “necessaria per eliminare” il gruppo armato palestinese.

S&D
DIRETTA

Ore 19.30 – Abu Mazen incarica Mustafa di formare il nuovo governo – Il presidente Abu Mazen ha incaricato Muhammad Mustafa di formare il 19esimo governo palestinese. Lo ha riferito la Wafa. Mustafa prende il posto di Mohammed Shtayyeh, premier dimissionario.

Ore 19 – Netanyahu: “Entreremo a Rafah nonostante le pressioni internazionali” – “Entreremo a Rafah”, nel Sud della Striscia di Gaza dove si sono rifugiati i palestinesi fuggiti da altre aree dell’enclave palestinese, “e completeremo la nostra missione di eliminare Hamas”, respingendo le “pressioni internazionali”. Si è espresso così il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in dichiarazioni durante un incontro con i soldati di cui dà notizia il Jerusalem Post. Netanyahu ha ribadito l’obiettivo di “ripristinare la sicurezza per il popolo di Israele” e arrivare alla “vittoria totale” nell’ambito delle operazioni militari avviate nella Striscia dopo l’attacco del 7 ottobre in Israele. E il premier ha assicurato che “respingerà le pressioni internazionali” su Rafah. “Mentre le forze israeliane (Idf) si preparano a continuare a combattere a Rafah, facciamo i conti con pressioni internazionali volte a impedirci di entrare nell’area e concludere il lavoro. In quanto premier di Israele, respingerò queste pressioni”, ha detto.

Ore 17,00 – Usa impongono sanzioni contro due insediamenti israeliani in Cisgiordania – L’amministrazione del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha imposto sanzioni contro due insediamenti israeliani illegali in Cisgiordania. Il provvedimento è stato pubblicato sul sito-web dell’Office of Foreign Assets Control, secondo cui il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha inserito tre cittadini israeliani e gli insediamenti di Moshe’s Farm e Zvi’s Farm nella lista degli enti sottoposti a sanzioni. È la prima volta che gli Stati Uniti impongono sanzioni contro interi insediamenti e non solo contro singoli individui, che secondo la Casa bianca costituiscono un ostacolo alla pace tra israeliani e palestinesi.

Ore 15,30 – Israele, identificato l’aggressore del Negev: “È un 22enne israeliano cresciuto a Gaza” – Le autorità israeliane hanno identificato il responsabile dell’aggressione avvenuta oggi nel sud di Israele, dove due uomini sono stati accoltellati. Si tratta di un cittadino israeliano di 22 anni, originario della Striscia di Gaza. Secondo il quotidiano online Times of Israel, i servizi interni dello Shin Bet hanno riconosciuto l’uomo come Fadi Abu Latif, 22 anni, cittadino israeliano residente nella città di Rahat ma cresciuto nel territorio costiero palestinese, dove risiedono entrambi i genitori. Secondo la polizia, Abu Latif è cresciuto nella Striscia di Gaza fino all’età di 18 anni quando ha ricevuto la cittadinanza israeliana per essersi sposato nello Stato ebraico.

Ore 15,00 – Gaza, Idf sparano sulla folla in cerca di aiuti: “6 morti” – Almeno sei palestinesi sono stati uccisi e più di una decina sono rimasti feriti ieri sera a Gaza City quando le truppe israeliane hanno aperto il fuoco contro una folla riunitasi intorno ad alcuni camion carichi di aiuti umanitari. La denuncia arriva dal ministero della Sanità della Striscia, controllato da Hamas, secondo cui le vittime si trovavano presso la rotatoria di piazza Kuwait, nel nord di Gaza City. Non è stato possibile verificare in modo indipendente la notizia, mentre le autorità militari israeliane non hanno commentato l’accaduto.

Ore 14,30 – Israele, accoltella due persone nel sud: “Sospetto neutralizzato” – Due persone sono rimaste ferite oggi nel sud di Israele dopo essere state accoltellate nel corso di una sospetta aggressione a scopo terroristico, il cui responsabile è stato “neutralizzato” dalla polizia. Lo riferisce l’emittente televisiva israeliana Channel 12, secondo cui un uomo sulla cinquantina è rimasto gravemente ferito durante l’aggressione avvenuta oggi in una stazione di servizio a Beit Kama, nel Negev, mentre un 65enne è stato ferito in modo lieve. La polizia israeliana, secondo l’emittente, ha “neutralizzato” il sospetto aggressore. Non è chiaro se quest’ultimo sia stato ucciso.

Ore 14,00 – Commissario Ue Lenarcic: “Sacche di carestia già presenti a Gaza” – Nella Striscia di Gaza sussistono già alcune sacche di carestia, una crisi alimentare che potrebbe diffondersi in tutta la regione. Lo ha denunciato oggi in conferenza stampa il Commissario europeo per la cooperazione internazionale, gli aiuti umanitari e la risposta alle crisi, Janez Lenarcic, che ha invitato Israele ad aprire nuovi corridoi umanitari via terra per fornire aiuti alla popolazione del territorio costiero palestinese. I lanci aerei e le consegne via mare, ha aggiunto il diplomatico sloveno, non possono compensare l’apertura di nuove rotte via terra.

Ore 13,30 – Libano, Idf confermano: “Colpiti obiettivi di Hezbollah nel sud” – Le forze armate israeliane (Idf) hanno confermato una serie di raid aerei compiuti oggi contro “l’infrastruttura terroristica di Hezbollah” a Kounine, nel Libano meridionale.

Ore 13,15 – Di Maio: “Missione Ue Aspides soluzione a breve termine, poi servirà la diplomazia” – La missione navale dell’Unione europea Aspides a guida italiana che opera nel Mar Rosso è una “soluzione di breve termine” ma nel lungo periodo “ è la diplomazia che deve arrivare ai risultati strutturali”. Lo ha detto il rappresentante speciale dell’Ue per la regione del Golfo, Luigi Di Maio, nel suo intervento di ieri alla fiera LetExpo a Verona, riportato oggi dall’agenzia di stampa Adnkronos. “C’è una diplomazia delle crisi che riguarda quello che sta avvenendo a Gaza dopo il terribile attacco del 7 ottobre, c’è una diplomazia delle crisi che affronta crisi come quella dell’Ucraina, ma ce n’è anche una di lungo termine. Se partiamo dall’assunto che la regione euro-mediterranea è molto più grande dei suoi confini naturali, allora la diplomazia ha il dovere di rafforzare i legami con Stati partner che possono aver interesse alla stabilizzazione dell’area”, ha detto l’ex ministro degli Esteri. “Nel Mar Rosso, anche con la missione Aspides, stiamo cercando di mantenere la normale libertà di navigazione per le compagnie. La brutta notizia è che buona parte del traffico commerciale ha deciso di andare per il Capo di Buona Speranza e che gli Houthi hanno annunciato più volte di voler colpire navi con determinate nazionalità, che battono determinate bandiere o che hanno particolari legami con alcuni Stati dell’Occidente. Questo costituisce un altro rischio: che le merci possano spostarsi verso compagnie che battono determinate bandiere o che hanno determinati legami con alcune zone del mondo che non sono nel blocco occidentale o che non sono legate al sostegno ad Israele. Ed è per questo che la missione sul breve termine è molto importante”. Ma, ha aggiunto Di Maio, “sul lungo termine è la diplomazia che deve arrivare ai risultati strutturali”.

Ore 13,00 – Cipro: pronta seconda nave con 300 tonnellate di aiuti per Gaza – Una seconda nave carica di 300 tonnellate di aiuti umanitari raccolti per la popolazione della Striscia di Gaza staziona nel porto di Larnaca, a Cipro, anche se non è ancora chiaro quando salperà. Lo ha annunciato oggi in una nota la no-profit statunitense World Central Kitchen, secondo cui il carico comprende “legumi, tonno in scatola, verdure, riso e farina”. “I nostri pallet dovrebbero essere ispezionati e caricati a bordo entro la fine della giornata, ora di Cipro”, si legge nel comunicato, che però non specifica quando salperà la nave. Ieri, il ministro degli Esteri cipriota Constantinos Kombos aveva dichiarato che il secondo carico sarebbe partito una volta giunta a destinazione la prima nave salpata dall’isola il 12 marzo scorso alla volta di Gaza. Secondo l’ong spagnola Open Arms, l’imbarcazione, che traina una chiatta con 200 tonnellate di aiuti, dovrebbe impiegare “diversi giorni” per raggiungere la costa palestinese. Le autorità israeliane, secondo i media locali, si preparano a ispezionare il carico in mare a 20 miglia dalla costa, allungando le operazioni di consegna.

Ore 12,45 – Gaza, media: il capo clan ucciso da Hamas guidava i Doghmush – Il capo clan ucciso oggi da Hamas nella Striscia di Gaza era uno dei leader dei Doghmush. Lo riportano diversi media arabi della regione, che non forniscono però l’identità della vittima, “giustiziata” in un complesso del suo stesso clan insieme ad altre due persone. L’uomo sarebbe stato accusato di essersi impossessato di una non meglio precisata quantità di aiuti umanitari destinati alla popolazione civile e di essere “in contatto con Israele”. Il clan Doghmush, originario della Turchia e arrivato nella Striscia agli inizi del XX secolo, è una delle più importanti famiglie del territorio costiero palestinese. Negli scorsi giorni, secondo i media israeliani, Tel Aviv avrebbe cercato di contattare i leader locali non legati a Hamas per formare scorte armate palestinesi ai convogli di aiuti umanitari, una proposta che sarebbe però stata rifiutata. Hamas aveva fatto sapere che avrebbe trattato “da collaborazionista” chiunque avesse cooperato con lo Stato ebraico.

Ore 12,30 – Mar Rosso: segnalata esplosione vicino a una nave – L’agenzia britannica UK Maritime Trade Operations (Ukmto) ha segnalato un’esplosione avvenuta oggi vicino a una nave in transito a circa 50 miglia nautiche (92 chilometri) a sudest del porto di Aden, in Yemen. L’imbarcazione, secondo una nota pubblicata dall’Ukmto, non ha subito danni né si segnalano feriti a bordo. “La nave sta procedendo verso il prossimo porto di scalo”, si legge nel comunicato dell’agenzia britannica. “Le autorità competenti stanno investigando sull’accaduto”.

Ore 12,15 – Israele: Netanyahu incontrerà i parenti degli ostaggi ancora in mano ad Hamas a Gaza – Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu incontrerà oggi i parenti di 22 ostaggi rapiti durante gli attentati del 7 ottobre scorso e tuttora trattenuti contro la propria volontà a Gaza. Secondo diversi media israeliani, l’incontro avrà luogo nel complesso di Kirya a Tel Aviv e sarà il primo da quando il 31 gennaio la moglie del premier, Sara Netanyahu, incontrò un gruppo di madri dei sequestrati. Almeno 40 parenti degli ostaggi hanno bloccato questa mattina l’autostrada Ayalon a Tel Aviv, chiedendo al governo Netanyahu di raggiungere un accordo con Hamas per riportare a casa i propri cari.

Ore 12,00 – Israele prepara ispezione della Open Arms salpata da Cipro – Le autorità militari israeliane ispezioneranno la nave di Open Arms salpata il 12 marzo scorso da Cipro con 200 tonnellate di aiuti umanitari destinati alla popolazione della Striscia di Gaza. Secondo il quotidiano online Times of Israel, la Marina militare dello Stato ebraico ispezionerà il carico in mare a circa 20 miglia nautiche dalla costa di Gaza. Dopodiché la nave dell’ong spagnola, che traina una chiatta carica di 200 tonnellate di aiuti, sarà scortata sia dalla Marina che dall’Aeronautica di Israele verso la Striscia. Quindi, un’altra nave israeliana trainerà la chiatta fino a un molo provvisorio costruito nel centro del territorio costiero dalle forze armate di Tel Aviv (Idf). La distribuzione degli aiuti ai civili però sarà effettuata dalla no-profit statunitense World Central Kitchen, che insieme a Cipro ed Emirati Arabi ha raccolto gli aiuti per la popolazione palestinese. L’operazione, secondo il quotidiano online, sarà monitorata a distanza dalle Idf, sia dall’aria che dal mare.

Ore 11,30 – Libano, media: Israele bombarda obiettivi di Hezbollah nel sud – L’aviazione israeliana ha bombardato una serie di obiettivi del gruppo armato sciita Hezbollah nel sud del Libano. Lo riporta il portale online Ynet, che non fornisce ulteriori informazioni in merito. In precedenza, le forze armate israeliane (Idf) avevano annunciato di aver intercettato un “bersaglio aereo sospetto” proveniente dal Libano. Secondo l’agenzia di stampa ufficiale libanese Nna, un imprecisato numero di aerei israeliani ha sorvolato oggi la località di Jezzine, nel sud del Libano.

Ore 11,00 – Cisgiordania: 433 palestinesi uccisi e 4.700 feriti dal 7 ottobre – A partire dal 7 ottobre scorso, almeno 433 palestinesi sono stati uccisi e circa 4.700 sono stati feriti dalle forze armate e di sicurezza israeliane nella Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme est. Lo riferisce oggi il ministero della Sanità palestinese di Ramallah in una nota citata dall’emittente televisiva statunitense Cnn, secondo cui nello stesso periodo almeno 1.208 palestinesi di 198 diverse famiglie sono stati costretti a lasciare le proprie case nei Territori occupati a causa della violenza dei coloni israeliani e delle restrizioni imposte alla popolazione palestinese. “Altri 537 palestinesi, tra cui 238 minori, sono stati sfollati a causa della distruzione di 82 edifici durante le operazioni compiute dalle forze israeliane in Cisgiordania”, si legge nel comunicato. Il bilancio delle vittime degli ultimi cinque mesi, secondo il ministero palestinese, “è molto più alto” rispetto al record raggiunto nel 2022, quando in Cisgiordania furono uccisi 171 palestinesi, il numero di morti più elevato mai registrato in un solo anno dal 2005, quando finì la Seconda Intifada. Nello stesso periodo, secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Unocha), nella Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme est, sono stati uccisi 15 cittadini israeliani, tra cui 4 membri delle forze armate e di sicurezza, e 99 sono rimasti feriti.

Ore 10,30 – Gaza, media: Hamas uccide capo clan “in contatto con Israele” – Hamas ha ucciso oggi il leader di un clan palestinese del nord della Striscia di Gaza, che sarebbe stato “contattato da Israele”. Lo riportano il quotidiano israeliano Maariv e la versione online di Yedioth Ahronot, secondo cui l’uomo era stato avvicinato da rappresentati di Israele per organizzare una scorta armata palestinese ai convogli umanitari nella Striscia. Secondo l’emittente televisiva qatarina al-Jazeera, negli scorsi giorni il coordinatore militare delle attività israeliane a Gaza, Ghassan Alian, avrebbe avuto contatti con alcuni capi clan locali non legati a Hamas. Per il quotidiano israeliano Maariv la proposta di Tel Aviv di armare alcuni gruppi palestinesi a Gaza per scortare i convogli di aiuti, recapitata tramite alcuni rappresentanti delle Nazioni Unite, sarebbe però stata rifiutata dai clan, che avrebbero chiesto a Israele di mantenere un coordinamento con Hamas. La scorsa settimana, il gruppo armato palestinese aveva fatto sapere che chiunque coopererà con lo Stato ebraico sarà “trattato con il pugno di ferro, come un collaborazionista”.

Ore 10,00 – Gaza, il bilancio dei morti sale a 31.341 vittime – Il bilancio delle vittime della guerra in corso nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre si è attestato a 31.341 morti. Secondo i nuovi dati diffusi dal ministero della Salute controllato da Hamas, nel territorio costiero palestinese si contano anche 73.134 feriti, mentre soltanto nelle ultime 24 ore sono state uccise 69 persone.

Ore 9,30 – Usa, media: “Casa bianca imporrà nuove sanzioni contro le colonie israeliane in Cisgiordania” – L’amministrazione del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, è pronta a imporre ulteriori sanzioni contro gli insediamenti israeliani illegali in Cisgiordania. Lo riporta il portale statunitense online Axios, che cita in proposito tre funzionari dell’amministrazione americana, secondo cui i nuovi provvedimenti sono attesi per oggi. Le sanzioni interesseranno “due avamposti illegali nella Cisgiordania occupata, utilizzati come base per gli attacchi compiuti da coloni israeliani estremisti contro i civili palestinesi”. Sarebbe la prima volta che gli Stati Uniti impongono sanzioni contro interi insediamenti e non solo contro singoli individui.

Ore 9,00 – Yemen, media: “Houthi testano missili ipersonici. Pronti per la produzione” – I ribelli Houthi hanno testato con successo un razzo ipersonico in Yemen. Lo riferisce l’agenzia di stampa statale russa RIA Novosti, che in proposito cita una fonte interna al gruppo armato sostenuto dall’Iran. Secondo l’agenzia russa, il movimento intende iniziare a produrre questo genere di missili per impiegarli contro obiettivi nel Mar Rosso, nel Mar Arabico, nel Golfo di Aden e contro Israele. Da mesi gli Houthi bersagliano le navi in transito nella regione collegate allo Stato ebraico o ai suoi alleati per fare pressione su Tel Aviv affinché interrompa le operazioni militari nella Striscia di Gaza, riducendo il traffico navale nel Mar Rosso e nel Canale di Suez e provocando danni ingenti al commercio internazionale. Una coalizione militare a guida angloamericana incrocia nell’area per assicurare la libertà di navigazione nell’ambito dell’operazione Prosperity Guardian, che ha più volte bombardato obiettivi dei ribelli sul suolo yemenita. Nella zona opera anche la missione navale dell’Unione europea a guida italiana, Aspides, che però ha scopi prettamente difensivi. Gli Houthi hanno fatto sapere che intensificheranno gli attacchi durante il Ramadan, il mese sacro per i musulmani cominciato domenica 10 marzo, in solidarietà con i palestinesi di Gaza.

Ore 8,00 – Palestina: attesa oggi la nomina del nuovo premier – Il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp) Mahmoud Abbas (Abu Mazen) dovrebbe incaricare oggi il direttore del Palestine Investment Fund, Muhammad Mustafa, di formare un nuovo governo tecnico. Lo riporta l’emittente televisiva al-Jazeera, secondo cui la nomina del nuovo premier al posto di Mohammed Shtayyeh, che ha presentato le proprie dimissioni il 26 febbraio, sarebbe imminente. La formazione di un esecutivo composto solo da “esperti”, che dopo la guerra amministri non solo la Cisgiordania ma anche la Striscia di Gaza, è maturata dopo settimane di trattative nell’ambito di un accordo raggiunto tra il partito del presidente Fatah e Hamas, che però non vedrà figurare alcuno dei suoi esponenti nel Consiglio dei ministri. Mustafa non è esattamente un nome nuovo: il 70enne è già stato consigliere per gli affari economici di Abu Mazen dal 2005, poi vicepremier e ministro dell’Economia dal 2013 al 2014, quindi membro del Comitato esecutivo dell’OLP dal febbraio 2022. Ma tra tanti fa la figura dell’esperto, almeno in materia finanziaria, avendo lavorato tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila come consigliere economico anche in Arabia Saudita e Kuwait. La mossa di Abu Mazen intende evitare la creazione di un’amministrazione separata a Gaza dopo la guerra, che risponda da Israele, come previsto da un piano presentato il mese scorso dal premier dello Stato ebraico, Benjamin Netanyahu.

Ore 7,00 – Mar Rosso, attacco missilistico Houthi va a vuoto. Usa: “Nessun danno” – Gli Houthi hanno lanciato ieri dallo Yemen un missile balistico antinave nel Golfo di Aden, senza però colpire alcuna nave, un attacco a cui le forze angloamericane dell’operazione Prosperity Guardian hanno risposto bombardando le aree del Paese controllate dai ribelli. Lo riferisce oggi in una nota il Comando centrale delle Forze armate degli Stati Uniti (Centcom), secondo cui “non sono stati segnalati feriti né danni”. “Il Centcom ha poi ingaggiato e distrutto con successo quattro sistemi aerei senza pilota (UAV) e un missile terra-aria nelle aree dello Yemen controllate dagli Houthi”, si legge nel comunicato. “È stato stabilito che queste armi rappresentavano una minaccia imminente per le navi mercantili e le unità della Marina statunitense nella regione”.

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