Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 10:53
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Irlanda, 800 neonati sepolti dalle suore nelle fosse comuni. Al via gli scavi

Immagine di copertina

Orrore a Tuam, in Irlanda. Sono 796 i bambini sepolti senza tomba tra il 1925 e il 1961 in una casa religiosa irlandese. In queste ore sono iniziate le esumazioni dei corpi. Un’escavatrice raschierà la terra dell’ex fossa settica della casa di Santa Maria delle Suore di Bon Secours a Tuam, nell’ovest del Paese. L’operazione mira a recuperare tutti i resti umani, e tentare di identificarli, restituirli alle loro famiglie e poi seppellirli dignitosamente.

Queste operazioni, condotte con l’aiuto di esperti provenienti da Colombia, Spagna, Regno Unito, Canada e Stati Uniti, dovrebbero durare due anni. Sono stati raccolti campioni di DNA da circa 30 parenti, un processo che verrà ampliato nei prossimi mesi per raccogliere quante più prove genetiche possibili.

Si cercherà così di far luce su questa casa degli orrori, una cosiddetta casa di accoglienza per madri e bambini dove giovani donne e ragazze venivano mandate a partorire figli concepiti fuori dal matrimonio. I neonati che morirono vennero sepolti in una fossa comune anonima e in disuso.

Non esistevano registri di sepoltura e i decessi furono ignorati fino a un decennio fa, quando Catherine Corless, una storica locale, scoprì i certificati di morte di 796 neonati. Ciò portò a una commissione giudiziaria, alle scuse dello Stato e alla promessa di effettuare scavi nel sito. Le suore del Bon Secours gestivano la loro istituzione con l’approvazione dello Stato irlandese, che ignorava le privazioni, la misoginia e gli alti tassi di mortalità infantile. La casa di cura Tuam fu rasa al suolo nel 1972 e adibita a un complesso residenziale. La fossa settica è rimasta intatta.

Le cose si sono smosse nel 2021. Una commissione nazionale d’inchiesta sugli abusi inflitti in queste case ha evidenziato livelli “allarmanti” di mortalità infantile in queste istituzioni, dove sono morti 9.000 bambini. Ha anche scoperto che 56.000 donne single e 57.000 bambini sono passati attraverso 18 di queste famiglie tra il 1922 e il 1998.

All’epoca, le donne rimaste incinte fuori dal matrimonio venivano rinchiuse in queste case, dove una volta partorito venivano separate dai loro figli, spesso dati in adozione. “A questi bambini è stato negato qualsiasi diritto umano durante la loro vita, così come alle loro madri, e sono stati privati della dignità e del rispetto nella morte”, ha detto Anna Corrigan, sorella di due neonati che potrebbero essere stati sepolti a Tuam.

Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”
Esteri / Il genocidio in Sudan di cui non parla nessuno
Esteri / La corsa della Cina alla supremazia tecnologica globale
Esteri / Il direttore del programma di Emergency in Sudan, Matteo D’Alonzo, a TPI: “Si combatte di casa in casa, persino tra familiari. E anche con i droni”