Iran, eseguita condanna a morte di un secondo manifestante: 23enne giustiziato all’alba
In Iran un secondo manifestante, Majidreza Rahnavard, è stato giustiziato questa mattina a Mashhad, con l’accusa di aver ucciso due Basiji, componenti della forza paramilitare fondata dall’ayatollah Khomeini. Secondo Human Rights Activists almeno 488 persone sono state uccise dall’inizio delle manifestazioni a metà settembre. Altre 18.200 persone sono state arrestate dalle autorità.
Rahnawad era un wrestler professionista di 23 anni, condannato con l’accusa di aver colpito con “un’arma bianca simile a un coltello” due membri delle forze di sicurezza iraniane nel corso delle proteste nel mese di novembre. Dopo essere riuscito a fuggire, è stato arrestato e condannato il 3 dicembre scorso dal procuratore della provincia di Khorasan.
Secondo l’agenzia di stampa della magistratura Mizan, Rahnavard è stato condannato per ‘muharebeh’ (la ‘guerra contro Dio’) per aver accoltellato a morte due Basiji, Hossein Zeinalzadeh e Danial Rezazadeh, e averne feriti altri quattro a Mashhad, nella provincia di Khorasan Razavi, il 17 novembre, durante la rivolta in atto dal 16 settembre, dopo la morte in custodia di Mahsa Amini, accusata di avere indossato l’hijab in modo ‘improprio’.
Secondo gli attivisti per i diritti umani, Rhanavard è stato duramente picchiato durante la detenzione, tanto da subire durante l’arresto la frattura di un braccio. Successivamente è stato esposto alla TV di Stato mentre confessava gli omicidi, secondo gli osservatori e gli attivisti sotto la pressione delle autorità. È il secondo manifestante giustiziato dopo Mohsen Shekari, impiccato giovedì scorso, anche lui condannato per Muharebeh, per aver partecipato a un blocco stradale e ferito un Basiji durante le proteste.