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Home » Esteri

Gaza: Sabreen, la neonata estratta viva dal corpo della madre uccisa a Rafah, è morta dopo meno di una settimana di vita

Immagine di copertina
Immagine di repertorio. Credit: AGF

Sabreen Alrouh Joudeh è nata orfana ma la sua vita, considerata una speranza per la Striscia di Gaza martoriata da quasi sette mesi di guerra, si è rivelata breve: è morta il 25 aprile a meno di una settimana di vita.

Durante una raffica di intensi attacchi aerei israeliani condotti il 20 aprile sulla città di Rafah, nel sud del territorio costiero palestinese dove si sono rifugiati quasi 1,4 milioni di sfollati, un’esplosione aveva colpito la casa della sua famiglia uccidendo sua madre, Sabreen Sakani, allora incinta di 30 settimane, il padre, Shukri Joudeh, e la sorella di tre anni, Malak.

La madre è stata dichiarata morta all’ospedale kuwaitiano di Rafah, ma i medici sono riusciti comunque a eseguire un taglio cesareo e a far nascere Sabreen. Dopo oltre due minuti di rianimazione e respirazione bocca a boca, la bambina è stata salvata e portata poi d’urgenza in ambulanza in un’incubatrice dell’unità di terapia intensiva del vicino ospedale emiratino.

Qui, il 22 aprile sua nonna paterna, Alham Al-Kurdi, e suo zio, Rami Joudeh, l’hanno potuta vedere per la prima volta. Purtroppo però la loro gioia è durata poco. Nata prematura di quasi due mesi, i polmoni di Sabreen non si erano ancora formati del tutto, così il 25 aprile è deceduta a causa di una sindrome da distress respiratorio.

Sabreen va così ad aggiungersi alla lista degli oltre 14mila minori rimasti uccisi nella Striscia di Gaza dall’inizio della guerra scatenata da Israele dopo gli attentati del 7 ottobre. Secondo il ministero della Sanità del territorio costiero, controllato da Hamas, oltre 34mila persone, tra cui circa 10mila donne, sono già state uccise nel corso del conflitto. Un bilancio che sembra destinato a salire visto che Israele non intende rinunciare all’offensiva militare a Rafah.

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