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Altri 16 bambini e adolescenti rimasti feriti a Gaza arrivano in Italia: le storie di Abdel, Shaymaa e Sarah

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Deir El-Balah, feriti negli attacchi israeliani del 19 marzo vengono assistiti nell'ospedale dei martiri di Al-Aqsa. Credit: AGF

Altri 16 bambini e adolescenti rimasti feriti durante la guerra in corso nella Striscia di Gaza sono arrivati in Italia per ricevere urgenti cure mediche nei nostri ospedali. Le loro storie e le loro condizioni mostrano come il conflitto non risparmi nemmeno i più giovani.

Abdel ha soltanto 5 anni e ha riportato la frattura del cranio quando a inizio dicembre è stato colpito dalle schegge di una bomba durante un raid aereo israeliano nel nord di Gaza. Oggi è ricoverato al San Gerardo di Monza, dove lo assiste sua nonna Rehab che durante il bombardamento ha perso l’altro nipote di 8 anni, il fratello di Abdel. Quando è arrivato all’ospedale lombardo, il bambino aveva ancora tre frammenti nel cranio, rimossi solo grazie a un invasivo intervento chirurgico.

Anche Shaymaa ha 5 anni e a gennaio è stata ferita da un’esplosione che ha investito la sua casa, uccidendo la nonna e ferendo gravemente sia lei che suo nonno, nel villaggio di Al Mawasi, nel sud di Gaza. Trasferita d’urgenza all’ospedale Nasser di Khan Younis, rimasto senza anestetici né disinfettanti, ha subito l’amputazione di un piede. Ma soltanto a febbraio ha potuto lasciare la Striscia con sua zia Lina Gamal per raggiungere l’Egitto: oggi è ricoverata al Rizzoli di Bologna, dove ha dovuto subire un’ulteriore amputazione allo stesso arto per evitare il diffondersi di un’infezione.

Alla stessa età, Sarah ha riportato diverse ustioni, una gamba rotta e il bacino fratturato quando a novembre Israele ha bombardato la sua città natale Zawaida, vicino a Deir el-Balah, nel centro della Striscia di Gaza. L’esplosione ha parzialmente paralizzato la madre incinta e ucciso il fratello di 2 anni, mentre suo padre risulta ancora disperso. Anche Sarah, accompagnata dalla cugina del padre, Niveen e dalle sue tre figlie di 3, 9 e 13 anni, è ricoverata al Rizzoli di Bologna. Oggi è Niveen a prendersi cura della bambina, ritrovata in condizioni disperate allo European Hospital di Khan Younis.

Abdelrahman invece ha 19 anni ed è rimasto parzialmente paralizzato a causa dei danni provocati alla spina dorsale da un raid aereo che ha ucciso una ventina di suoi parenti. Anche lui è stato accolto nel nostro Paese per essere curato. Tutti loro hanno bisogno di un lungo periodo di convalescenza per riprendersi, almeno fisicamente.

I danni della guerra infatti non sono soltanto fisici. Per l’Unicef, le condizioni di vita nella Striscia di Gaza sono così disperate che i più giovani arrivano a sperare di “restare uccisi” pur di porre fine all’incubo del conflitto.

L’Italia ha promesso di accogliere un centinaio di minori rimasti gravemente feriti a Gaza: almeno una sessantina sono già arrivati insieme ai loro accompagnatori e sono in cura nei nostri ospedali.

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