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Home » Esteri

Il testamento di Al Sharif, il giornalista di Al Jazeera ucciso a Gaza dall’Idf: “Se leggete queste parole, vuole dire che mi hanno messo a tacere”

Immagine di copertina

"Vi affido la Palestina": l'ultimo messaggio del reporter Anas Al Sharif

Anas Al Sharif, uno dei volti più popolari dell’emittente Al Jazeera per la quale ricopriva il ruolo di inviato dalla Striscia di Gaza, è stato ucciso in un raid israeliano perché considerato da Tel Aviv un “terrorista”. Al Sharif da tempo era considerato un possibile obiettivo dell’esercito israeliano: Tel Aviv, infatti, lo aveva accusato di aver partecipato agli attacchi compiuti da Hamas il 7 ottobre 2023. Lo stesso giornalista sapeva di poter morire da un momento all’altro: subito dopo la sua scomparsa, infatti, è stato pubblicato sui suoi social il suo testamento che sta facendo il giro dei social.

 

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Il testamento di Al Sharif

“Questo è il mio testamento e il mio ultimo messaggio. Se queste parole ti raggiungono, sappi che Israele è riuscito a uccidermi e a zittire la mia voce. Innanzitutto, che la pace sia su di te, insieme alla misericordia e alle benedizioni di Allah. Allah sa che ho dedicato ogni sforzo e tutta la mia forza per essere un sostegno e una voce per il mio popolo, fin da quando ho aperto gli occhi alla vita nei vicoli e nelle strade del campo profughi di Jabalia. Speravo che Allah mi concedesse una vita lunga per poter tornare con la mia famiglia e i miei cari nella nostra città originaria di Asqalan occupata (Al-Majdal). Ma la volontà di Allah ha prevalso, e il Suo decreto è definitivo. Ho vissuto il dolore in ogni suo dettaglio, ho assaporato la sofferenza e la perdita molte volte, eppure non ho mai esitato a trasmettere la verità così com’è, senza distorsioni o falsificazioni, affinché Allah possa testimoniare contro coloro che sono rimasti in silenzio, che hanno accettato il nostro assassinio, che hanno soffocato il nostro respiro e i cui cuori sono rimasti indifferenti davanti ai resti sparsi dei nostri bambini e delle nostre donne, senza fare nulla per fermare il massacro che il nostro popolo subisce da oltre un anno e mezzo”.

“Vi affido la Palestina, il gioiello della corona del mondo musulmano, il battito del cuore di ogni persona libera in questo mondo. Vi affido il suo popolo, i suoi bambini innocenti e oppressi che non hanno mai avuto il tempo di sognare o di vivere in sicurezza e pace. I loro corpi puri sono stati schiacciati sotto migliaia di tonnellate di bombe e missili israeliani, fatti a pezzi e sparsi sui muri. Vi esorto a non lasciare che le catene vi zittiscano, né che i confini vi trattengano. Siate ponti verso la liberazione della terra e del suo popolo, finché il sole della dignità e della libertà non sorga sulla nostra patria rubata. Vi affido la mia famiglia. Vi affido la mia adorata figlia Sham, la luce dei miei occhi, che non ho mai avuto la possibilità di vedere crescere come avevo sognato. Vi affido il mio caro figlio Salah, che avrei voluto sostenere e accompagnare nella vita finché non fosse diventato abbastanza forte da portare il mio fardello e continuare la missione. Vi affido la mia amata madre, le cui benedette preghiere mi hanno portato dove sono, le cui suppliche sono state la mia fortezza e la cui luce ha guidato il mio cammino. Prego che Allah le dia forza e la ricompensi al mio posto con la migliore delle ricompense. Vi affido anche la mia compagna di vita, la mia amata moglie, Umm Salah (Bayan), da cui la guerra mi ha separato per lunghi giorni e mesi. Eppure, lei è rimasta fedele al nostro legame, salda come il tronco di un ulivo che non si piega: paziente, fiduciosa in Allah, e portando il peso della responsabilità in mia assenza con tutta la sua forza e fede. Vi esorto a stare al loro fianco, a essere il loro sostegno dopo Allah l’Onnipotente”.

“Se morirò, morirò fermo sui miei princìpi. Testimonio davanti ad Allah che sono soddisfatto del Suo decreto, certo di incontrarLo, e sicuro che ciò che è con Allah è migliore e duraturo. O Allah, accoglimi tra i martiri, perdona i miei peccati passati e futuri, e fa’ che il mio sangue sia una luce che illumini il cammino della libertà per il mio popolo e la mia famiglia. Perdonami se ho mancato, e prega per me con misericordia, perché ho mantenuto la mia promessa e non ho mai cambiato né tradito. Non dimenticate Gaza… E non dimenticatemi nelle vostre sincere preghiere per il perdono e l’accettazione”.

 

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