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Home » Esteri

Ucraina, via libera di Berlino all’invio di carri armati Leopard 2: l’ira di Mosca

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Dopo giorni di tentennamenti la Germania ha deciso di far pervenire a Kiev i carri armati Leopard di cui il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto di aver bisogno per contenere l’offensiva russa.

S&D

Secondo quanto riporta il quotidiano tedesco Der Spiegel, Berlino sarebbe pronta a consegnare “almeno una compagnia” di cingolati di produzione tedesca, che già domani dovrebbero varcare il confine passando dalla Polonia.

L’Ucraina necessita di carri armati perché secondo le stime in un anno di conflitto ne avrebbe persi in combattimento tra i 400 e i 600, oltre il 50% della fornitura in dotazione dell’esercito. Meglio non è andata alla Russia, che avrebbe visto andare distrutti più di 1.600 corazzati, ma a fronte di uno stock di 12mila unità.

In attesa dell’ok del cancelliere Olaf Sholz, dodici paesi hanno accettato di fornire all’Ucraina circa 100 carri armati Leopard 2. Abc News riferisce – citando un alto funzionario ucraino – di accordi presi durante il vertice alla base aerea americana di Ramstein in Germania.

Tra questi ci sono Paesi come la Polonia e la Finlandia, ma il funzionario ha citato anche Spagna, Paesi Bassi e Danimarca, che attendevano il via libera della Germania affinché la coalizione procedesse all’invio.

La decisione di Scholz potrebbe dunque segnare una svolta: anche gli Stati Uniti sarebbero pronti a mandare un cospicuo numero di carri armati Abrams M1 all’Ucraina e un annuncio in questo senso potrebbe arrivare in settimana.

Mosca ha già fatto sapere preventivamente di non vedere “nulla di buono” in una fornitura simile. Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino, ha affermato che “le relazioni sono già a un punto molto basso e non si vede alcun dialogo sostanziale con la Germania e gli altri membri dell’Unione Europea e dell’Alleanza Nord Atlantica”.

“Le eventuali forniture di carri armati non sono di buon auspicio per le relazioni future – ha aggiunto Peskov – e lasceranno sicuramente un segno inevitabile sul futuro di tali relazioni”.

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