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Home » Esteri

La Germania è pronta ad autorizzare la vendita dei cacciabombardieri Eurofighter all’Arabia Saudita

Immagine di copertina

Il governo tedesco, guidato dal cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz, ha revocato il veto sulle vendite di cacciabombardieri Eurofighter all’Arabia Saudita, giustificando l’iniziativa con “l’approccio costruttivo” adottato da Riad nella guerra tra Israele e Hamas.

Il voltafaccia
L’embargo risaliva alla fine del 2018 quando, dopo l’assassinio del giornalista Jamal Khashoggi di cui l’intelligence statunitense ritiene responsabile il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, la Germania congelò le vendite di armi al regno arabo.

Da allora, il veto tedesco ha bloccato un ordine di 48 Eurofighter Typhoon, firmato in precedenza a Londra proprio da Mohammed bin Salman. Un affare che ora sembra possibile.

“È il segreto di Pulcinella che anche l’aeronautica saudita sia intervenuta per abbattere i missili Houthi contro Israele ed è alla luce di tutti questi sviluppi che verrà definita la posizione del governo”, ha detto oggi in conferenza stampa a Berlino il portavoce dell’esecutivo tedesco Steffen Hebestreit. “L’Arabia Saudita ha adottato un atteggiamento molto costruttivo nei confronti di Israele”.

Ieri, durante una visita nello Stato ebraico, la ministra degli Esteri Annalena Baerbock aveva detto che Riad e Israele “non hanno rinunciato alla loro politica di normalizzazione” dopo gli attentati del 7 ottobre di Hamas. “L’Arabia Saudita contribuisce in modo decisivo alla sicurezza di Israele, anche in questi giorni, e aiuta ad arginare il rischio di una conflagrazione regionale”.

Ripercussioni interne
Il divieto di vendere armi a Riad era stato deciso cinque anni fa dall’allora cancelliera Angela Merkel ed era stato inserito nell’accordo per la coalizione “semaforo” attualmente al potere a Berlino e di cui fanno parte la Spd di Scholz, i Verdi di Baerbock e i Liberali del Fdp del ministro delle Finanze Christian Lindner. Proprio gli ecologisti erano stati i più strenui sostenitori di questa misura, anche a causa del ruolo giocato dall’Arabia Saudita in Yemen.

Ma, ha affermato ieri la ministra degli Esteri tedesca, “il mondo, soprattutto qui in Medio Oriente, è diventato un posto completamente diverso dal 7 ottobre”. Tuttavia, il voltafaccia di Baerbock non è piaciuto nel suo partito la cui copresidente, Ricarda Lang, l’ha definito “un errore”, “vista la situazione dei diritti umani in Arabia Saudita”.

Anche i socialdemocratici rischiano di spaccarsi sulla questione, vista l’attenzione posta dall’ala più radicale al rispetto dei diritti umani nei Paesi destinatari di questi armamenti.

Affari d’oro
Esulta invece l’Airbus, azionista di maggioranza del consorzio e il cui presidente Guillaume Faury recentemente si era scagliato di nuovo contro l’embargo.

Anche la britannica BAE Systems, responsabile dell’assemblaggio dei componenti del Typhoon nel Regno Unito, tira un sospiro di sollievo.

Non ultima gongola anche la nostra Leonardo, che insieme alla società britannica detiene una quota di minoranza nella Eurofighter Jagdflugzeug GmbH. Dopo la diffusione della notizia le azioni Airbus sono salite del 2,78% a Parigi e quelle di Leonardo hanno guadagnato l’1,05% a Milano.

In bilico
Ma il cambio di linea a Berlino potrebbe essere arrivato troppo tardi. Intanto il governo tedesco ha ribadito che non è ancora stata presa alcuna decisione sulla vendita definitiva dei caccia a Riad. Inoltre, vista l’indisponibilità della Germania, nel corso degli ultimi anni il regno ha aperto le trattative con la francese Dassault per una nuova commessa di caccia Rafale.

Nemmeno Parigi però è del tutto soddisfatta: malgrado la revoca, il veto alla vendita degli Eurofighter Typhoon costituisce un pericoloso precedente per l’industria delle armi e per i programmi di sviluppo europei.

La prossima generazione di caccia infatti, denominati Scaf, sarà frutto di un’iniziativa congiunta tra Francia, Germania e Spagna ed entro il 2040 dovrà sostituire sia i Rafale che gli Eurofigher. In proposito, gli investitori d’Oltralpe chiedono garanzie a Berlino, che intanto si trova a decidere anche su un altro affare riguardo i caccia europei.

A novembre, la Turchia ha manifestato l’intenzione di acquistare 40 Eurofighter, una proposta a cui Regno Unito e Spagna si sono già dette favorevoli ma su cui il governo tedesco non si è ancora pronunciato in via definitiva.

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