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L’ex neonazista che ispirò “American History X” scopre le sue origini ebree con un test del Dna e si converte

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Oggi l’ex suprematista bianco mangia solo kosher, osserva lo Shabbat e studia la Torah tre volte a settimana

Con il suo “Autobiografia di un neonazista guarito”, Frank Meeink ispirò Edward Norton nel film del 1998 “American History X” ma oggi, grazie a un test del Dna, l’ex suprematista bianco ha scoperto le sue origini ebree, si è convertito e ora mangia solo kosher, osserva lo Shabbat e studia la Torah tre volte a settimana.

“Grazie a un bellissimo dono di Dio, ho scoperto di essere ebreo attraverso il Dna”, ha spiegato Frank Meeink in un’intervista al New York Post. Una volta un amico gli disse che “sembrava ebreo”, così l’uomo decise di sottoporsi a un test genetico attraverso la piattaforma 23AndMe, da cui emerse che – attraverso la bisnonna materna di sua madre – era per il 2,4% un ebreo ashkenazita. Un’origine (e una fede) che ha subito abbracciato.

Un grande cambiamento per qualcuno che all’inizio degli anni Novanta guidava un violento gruppo di estrema destra, fomentava aggressioni a sfondo razziale, ostentava una svastica tatuata sul collo e promuoveva l’antisemitismo accusando gli ebrei di essere “la radice di tutti i mali”.

Trascorse persino tre anni in carcere per aver sequestrato e torturato un attivista antifascista nel 1992, quando aveva solo 17 anni. Dopo la detenzione però, rinunciò al razzismo, avendo stretto amicizia con diversi prigionieri di altre etnie, e cominciò a tenere conferenze su come superare i pregiudizi. Nel 2020 testimoniò addirittura davanti al Congresso degli Stati Uniti sui tentativi neonazisti di infiltrarsi nella polizia.

La sua trasformazione, come raccontato da lui stesso al New York Post, ha richiesto un lungo e doloroso percorso interiore. Fuggito da casa all’età di soli 13 anni, a causa dei genitori violenti, Frank Meeink trovò rifugio a Filadelfia (in Pennsylvania) presso un cugino neonazista.

Quindi si unì prima al Ku Klux Klan e poi fondò un suo gruppo di skinhead, apparendo anche su un canale televisivo locale dove promuoveva l’odio contro gli afroamericani, gli ebrei, il movimento antifa e il “governo di occupazione sionista” di Israele.

Durante i suoi anni in carcere fu costretto a combattere contro la tossicodipendenza, un problema con cui convive da tutta la vita. Quindi, dopo il fallimento del suo matrimonio e la morte della madre e della figlia, decise di provare la riabilitazione. Lì Frank Meeink incontrò un uomo, ebreo di fede, con cui da allora dice di parlare ogni mattina.

“In riabilitazione si dice di ritrovare Dio”, ha ricordato Frank Meeink al al New York Post. “Ed è stato allora che ho pensato: ‘Ora vado a controllare davvero'”. Fu così che scoprì le sue origini e divenne un ebreo osservante.

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