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Francia, si chiude il processo sulla strage di Charlie Hebdo: 30 anni a due complici degli attentatori

Immagine di copertina
Credit: Jeremias Gonzalez/IP3

Sono stati condannati a 30 anni di carcere due dei complici dei tre terroristi islamici che nel gennaio 2015 assaltarono a distanza di pochi giorni la redazione della rivista satirica Charlie Hebdo a Parigi e un supermercato kosher, provocando in tutto 17 morti. Ad essere condannati sono stati Ali Riza Polat, 35enne franco-turco per il quale invece la procura aveva chiesto l’ergastolo (e che farà appello) e Hayat Boumeddiene, moglie di Amedy Coulibaly, uno degli aggressori, che alla vigilia degli attacchi era fuggita in Siria ed è stata quindi condannata in contumacia.

S&D

Il maxi processo in Francia ha coinvolto complessivamente 14 complici dei tre terroristi islamici e si è chiuso dopo tre mesi e mezzo di dibattimento. Le condanne vanno dai 4 anni all’ergastolo. Questo è stato inflitto a Mohamed Belhoucine, anche lui condannato in contumacia dal momento che si ritiene sia morto in Siria; suo fratello Mehdi, anche lui probabilmente morto, è stato escluso dal verdetto perché già condannato in un processo separato a gennaio.

Tutti i condannati sono stati accusati di aver aiutato i fratelli Said e Cherif Kouachi e Amedy Coulibaly a compiere gli attacchi, i primi due alla rivista satirica, l’ultimo al supermercato kosher; i tre terroristi furono tutti uccisi dalle forze di sicurezza francesi nel corso delle azioni. Il verdetto “è la prova che gli estremisti violenti non hanno l’ultima parola. Grazie alla giustizia, è la libertà che ce l’ha”, ha commentato su Twitter Christophe Deloire, a capo di Reporter Senza Frontiere. La redazione di Charlie Hebdo ha deciso di celebrare la fine del processo nel suo tradizionale modo irriverente, mettendo in copertina una caricatura di Dio portato via in una camionetta della polizia con il titolo “Dio rimesso al suo posto”.

“Il ciclo di violenza, che è cominciato negli uffici di Charlie Hebdo, verrà finalmente chiuso”, ha sottolineato nell’editoriale il caporedattore Laurent ‘Riss’ Sourisseau, rimasto gravemente ferito nell’attacco, “almeno da un punto di vista giudiziario, perché dal punto di vista umano, le conseguenze non verranno mai sradicate, come ha dimostrato la testimonianza delle vittime al processo”.

A settembre, la decisione della rivista satirica di ripubblicare le vignette su Maometto in occasione dell’avvio del processo ha scatenato nuove polemiche e attacchi. Alla fine del mese un pakistano ha ferito con una mannaia due persone fuori dagli ex uffici di Charlie Hebdo, mentre il 16 ottobre un giovane ceceno ha decapitato Samuel Paty, docente di un istituto a nord di Parigi, ‘colpevole’ di aver mostrato le caricature in classe. Infine, il 29 ottobre, tre persone sono state uccise a Nizza da un giovane tunisino.

Leggi anche: 1. Vi racconto la guerriglia satirica di Charlie Hebdo e dei suoi vignettisti apostoli di libertà / 2. Francia, il giornale satirico Charlie Hebdo ripubblica le vignette su Maometto: “Non ci arrenderemo mai”

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