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Home » Esteri

I corpi di 28 induisti sono stati ritrovati in una fossa comune in Birmania

Immagine di copertina
Credit: MUNIR UZ ZAMAN

Il governo accusa i ribelli rohingya dell'uccisione di venti donne e otto bambini, avvenuta ad agosto nella zona settentrionale del paese. Il gruppo, però, respinge le accuse

Le forze governative birmane hanno reso noto di aver scoperto una fossa comune con i corpi di 28 abitanti induisti dei villaggi della zona, nello stato di Rakhine, e hanno accusato un gruppo insurrezionista rohingya di averli uccisi.

S&D

Secondo il governo, venti vittime erano donne e otto erano bambini maschi. Gli industi sarebbero stati uccisi ad agosto, all’inizio di un periodo di violenza nella regione, che ha provocato finora la fuga di 430mila musulmani rohingya oltre il confine con i Bangladesh.

A essere accusata dal governo birmano è l’Arakan Rohingya Salvation Army (Arsa), formazione paramilitare vicina alla minoranza rohingya. Il gruppo, però, ha respinto le accuse, dicendo di non attaccare i civili.

Nei giorni scorsi l’ong Amnesty International ha denunciato lo svolgimento di una campagna coordinata di incendi sistematici dei villaggi rohingya nello stato di Rakhine, dove dal 25 agosto sono riprese le violenze tra le forze di sicurezza birmane e alcuni miliziani del gruppo paramilitare Arakan Rohingya Salvation Army (Arsa), che hanno attaccato 30 presidi della polizia e un campo armato, uccidendo circa 12 persone.

Alcuni membri della comunità induista della regione sono fuggiti nel Bangladesh, denunciando di aver subito violenze da parte dei soldati. Altri dicono di essere stati attaccati dai ribelli con l’accusa di essere delle spie del governo.

Il ritrovamento è avvenuto vicino al villaggio di Ye Baw Kya, nel nord dello stato di Rakhine, dopo che un rifugiato in Bangladesh ha contattato un leader della comunità induista in Birmania. Secondo il governo, il rifugiato ha riferito che circa 300 membri Arsa hanno attaccato un centinaio degli abitanti del villaggio il 25 agosto uccidendoli.

Gli scontri nello stato di Rakhine hanno causato centinaia di morti e hanno dato inizio a un esodo che ha portato centinaia di migliaia di rohingya ad attraversare il confine con il Bangladesh. Le Nazioni Unite hanno detto che l’operazione del governo birmano è qualificabile come “pulizia etnica”.

Il governo della Birmania, paese a maggioranza buddista, ha detto che oltre 400 persone sono state uccise e che si tratta di ribelli. Ha respinto le accuse Onu dicendo che si tratta di una lotta contro i terroristi.

 

 

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