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    Coronavirus, Stati Uniti: Trump dichiara l’emergenza nazionale

    La decisione del presidente Usa

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 13 Mar. 2020 alle 20:36 Aggiornato il 13 Mar. 2020 alle 21:21

    Coronavirus, Stati Uniti: Trump dichiara l’emergenza nazionale

    Anche Donald Trump si è dovuto arrendere al Coronavirus: in un discorso alla Nazione, infatti, il presidente degli Stati Uniti ha dichiarato l’emergenza nazionale a causa dell’epidemia di Covid-19, che fino ad ora negli Usa ha contagiato oltre 1.000 persone, provocando più di 40 morti. Trump ha quindi dichiarato che verranno sbloccati ulteriori fondi, circa 50 miliardi di dollari, per gestire l’emergenza.

    Nel suo discorso, Trump ha sottolineato, riprendendo le dichiarazioni dell’Oms, che è “l’Europa l’epicentro della pandemia”. “Secondo gli esperti sanitari stiamo facendo un lavoro incredibile per evitare l’epidemia, anche grazie al nostro divieto di entrare negli Usa. Abbiamo preso misure aggressive anche nei confronti della Cina e in questo modo abbiamo salvato tante vite”. “Adesso siamo in una fase differente – ha aggiunto Trump – per questo dichiaro ufficialmente l’emergenza nazionale”.

    “Chiedo a tutti gli ospedali – ha aggiunto il presidente Usa – di attivare il protocollo d’emergenza soprattutto negli Stati più coinvolti come New York”. Trump ha poi affermato che “sono state strette le collaborazioni con i privati per ampliare i centri per fare i tamponi per il Covid-19. Vogliamo essere in grado di fare 5 milioni di test, se necessario, entro il mese, ma non credo lo sarà”. Il presidente, però, ha dichiarato che lui non si sottoporrà al test perché non ha “alcun sintomo” e anche perché il presidente del Brasile Bolsonaro, con il quale ha cenato la settimana scorsa, è risultato negativo.

    Ad annunciare la conferenza stampa era stato lo stesso presidente sul suo profilo Twitter, su cui il tycoon poco prima aveva scritto: “Grazie al fatto che abbiamo adottato una politica di frontiera molto forte, abbiamo avuto 40 decessi correlati a Coronavirus. Se avessimo confini deboli o aperti, quel numero sarebbe molte volte più alto!”.

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    La decisione di Trump di dichiarare l’emergenza nazionale arriva pochi giorni dopo quella di sospendere i voli per 30 giorni da e per l’Europa. Il presidente Usa aveva parlato di una decisione “dura ma necessaria” volta alla salvaguardia della popolazione statunitense, anche se la decisione è apparsa controversa nel momento in cui si è venuto a sapere che il Regno Unito non era incluso in questa “black list”. Quello di Trump è apparso un vero e proprio dietrofront dal momento che, fino a pochi giorni prima, il presidente Usa paragonava il Coronavirus a una normale influenza.

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    Su Twitter, infatti, il presidente Usa aveva scritto: “L’anno scorso 37mila americani sono morti per l’influenza comune. In media ogni anno ne muoiono tra i 27mila e i 70mila. Niente è chiuso, la vita e l’economia vanno avanti. In questo momento ci sono 546 casi confermati di Coronavirus e 22 morti. Pensaci!”. Un’affermazione che aveva provocato anche la reazione del “nostro” Roberto Burioni, il quale, sempre su Twitter, gli aveva risposto senza troppi giri di parole.

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