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Home » Esteri

Bolsonaro rompe il silenzio e prepara il ritorno in Brasile: “A marzo guiderò l’opposizione contro Lula”

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Dal 31 dicembre, giorno prima del giuramento di Lula come nuovo presidente del Brasile, Jair Bolsonaro si trova in Florida, dove è volato per non essere presente alla cerimonia del passaggio di consegne dopo aver appreso della sconfitta elettorale e aver denunciato presunti “brogli”, smentiti dai giudici della Capitale Brasilia.

Pochissime le dichiarazioni rilasciate dal suo buen retiro, anche durante gli assalti ai palazzi del potere portati avanti dai suoi sostenitori aizzati dalle teorie del complotto sull’esito del voto.

Ma l’ex presidente ora è tornato a parlare, rompendo un lungo silenzio, e annunciando un suo imminente ritorno in patria per guidare l’opposizione. “Il movimento di destra non è morto e vivrà”, ha detto, parlando con il Wall Street Journal.

Dagli Stati Uniti ha fatto sapere di volersi difendere dalle accuse pendenti a suo carico di aver incitato la rivoluzione dello scorso 8 gennaio e di essere pronto a mettersi a lavoro con i suoi sostenitori nel Congresso e nei governi statali per promuovere “misure a favore delle imprese”, contro l’aborto, il controllo delle armi e tutto ciò che verrà ritenuto ostativo ai valori della famiglia.

Lula ha annunciato di voler espandere il welfare nel Paese e spinge per un ruolo più centrale dello Stato nell’economia, provvedimenti che – per Bolsonaro – faranno fuggire gli investitori. Sulle elezioni, sfuggitegli per un soffio (ha raccolto il 49,1%) si è mostrato cauto: ”Perdere fa parte del processo elettorale. La gente era con me, l’industria agricola era con me, la maggior parte degli evangelici era con me, l’industria era con me, i proprietari di armi erano con me”.

E, incalzato sulle insurrezioni dei suoi sostenitori, ha replicato: “Non ero nemmeno lì, e vogliono addossarmelo”. I pubblici ministeri brasiliani lo incolpano di aver diffuso messaggi su internet in cui avvertiva gli elettori di possibili illeciti alle urne.

Ma per Bolsonaro non c’è stato nessun tentativo di “golpe”: “Quale colpo di stato? Dov’era il comandante? Dov’erano le truppe, dov’erano le bombe?”.

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