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Home » Esteri

“Basta turisti russi in Europa, dobbiamo inviare un messaggio chiaro a Mosca”: a TPI parla il ministro estone Reinsalu

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La guerra dei visti divide l’Unione Europea, mentre Tallinn ha deciso di vietare l’ingresso ai cittadini russi anche per turismo. Il ministro Urmas Reinsalu a TPI: "Non accettiamo la guerra condotta dalla Russia e i viaggi di vacanza dei turisti provenienti dallo Stato aggressore"

La guerra dei visti divide l’Unione Europea. Tallinn vieta l’ingresso anche per turismo. Quella in Ucraina è la guerra di Putin o la guerra di tutti i russi? Secondo Olaf Scholz “questa è la guerra di Putin, mi trovo a disagio con l’opzione di negare i visti turistici a tutti i cittadini russi”. Secondo Kiev invece “questa è la guerra della Russia, non solo di Putin”. L’Estonia ha annunciato che presenterà una proposta ufficiale all’Unione Europea per la sospensione dei visti Schengen a tutti i cittadini della Federazione russa. Nelle settimane scorse anche Lettonia e Finlandia avevano fatto proposte analoghe.

S&D

Piazza di Spagna, il Louvre, Brandenburger Tor o la Città Vecchia di Tallinn. Allo stesso tempo, Bucha, Irpin, Mariupol e migliaia di ucraini uccisi negli ultimi sei mesi. È giusto che i turisti russi siano liberi di andare ovunque in Europa, mentre il loro Paese sta conducendo una guerra genocida contro l’Ucraina? Questa la domanda che si è posto il ministro degli Esteri estone Urmas Reinsalu: “Io dico che non lo è e dobbiamo fare qualcosa al riguardo immediatamente”, così ha risposto in un’intervista a TPI

Quali sono le misure al riguardo portate avanti in questi mesi dal governo estone?
L’Estonia ha già compiuto un passo importante. Abbiamo imposto una sanzione nazionale per il visto Schengen, vietando il viaggio in Estonia per quei cittadini russi a cui è stato rilasciato un visto dall’Estonia. È un passo importante e significativo per dimostrare che, come Paese, non accettiamo la guerra condotta dalla Russia e i viaggi di vacanza dei turisti provenienti dallo Stato aggressore e vogliamo compiere sforzi sistematici per continuare ad aumentare il costo dell’aggressione per la Russia.

Immediatamente dopo l’inizio della guerra, l’Unione Europea ha adottato decise misure per chiudere lo spazio aereo dell’UE agli aerei russi. Qual è la situazione adesso?
Le misure da lei ricordate hanno notevolmente limitato le opzioni di viaggio in Europa per i russi, ma non hanno annullato i loro visti. Ora viaggiano via terra e le tre rotte principali attraversano Estonia, Lettonia e Finlandia. Per noi in Estonia, questo ha comportato un aumento significativo del carico di lavoro ai nostri valichi di frontiera da metà luglio. I turisti russi si stanno riversando in Europa attraverso le nostre strade e i tre Paesi si stanno dividendo l’intero fardello. Dall’inizio della guerra, un milione di cittadini russi si sono spostati verso l’Unione Europea, un terzo di loro ha attraversato i valichi di frontiera estoni. Numeri importanti.

Cosa la preoccupa maggiormente?
Alla luce dell’aumento della migrazione di cittadini russi, dobbiamo evitare qualsiasi minaccia per noi e la nostra sicurezza. Ci sono stati casi, ad esempio, legati a cittadini russi arrivati in Estonia ufficialmente “in vacanza” che hanno girato reportage di propaganda con tanto di telecamere e microfoni.

Qual è la sua ricetta in proposito?
È chiaro che i passi compiuti dall’Estonia non saranno sufficienti, le sanzioni contro la Russia dovrebbero includere specificatamente restrizioni di viaggio che coprano tutta l’Europa. Riteniamo che la politica sui visti Schengen debba essere allineata ai principi generali che sono serviti come base per le nostre sanzioni contro la Russia. Un divieto d’ingresso paneuropeo per i turisti russi non è diverso dalle sanzioni sui beni di lusso. Dopotutto, viaggiare in Europa è un lusso che solo la classe media più ricca della Russia può permettersi.

L’unica via d’uscita continua a essere, secondo lei, continuare a inasprire le sanzione sul Cremlino per porre fine alla guerra?
La capacità della Russia di mantenere la sua aggressività, e mantenerla accettabile per la sua popolazione, dipende in gran parte dalla misura in cui la classe media e le persone più prospere di Mosca e San Pietroburgo sentono l’impatto diretto della guerra sulle loro vite. Dobbiamo inviare al popolo russo un messaggio chiaro e inequivocabile: le sanzioni non sono superficiali e temporanee. Al contrario, la guerra che continua giorno per giorno serve solo a perpetuare restrizioni e sanzioni.

È anche moralmente inaccettabile che mentre i soldati russi commettono massacri in Ucraina e soddisfano il desiderio di Putin di cancellare l’Ucraina dalla mappa europea, i cittadini russi non si fanno scrupoli a regalarsi le vacanze europee. Del resto, le infastidite reazioni della leadership politica russa mostrano che questo tipo di misure creano insoddisfazione tra la popolazione. La possibilità che questa restrizione si possa estendere a tutta l’Europa li spaventa. È fondamentale che l’UE sia credibile nelle sue azioni e invii un messaggio chiaro alla Russia: se le sanzioni ti danneggiano, poni fine alla guerra in Ucraina.

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