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Home » Esteri

L’assassino di Jo Cox era un sostenitore dei neonazisti

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La deputata laburista in passato aveva denunciato di aver ricevuto minacce e un uomo era stato arrestato dalla polizia, ma non si tratta della stessa persona

Thomas Mair, l’uomo indicato dalla polizia come il killer della deputata laburista Jo Cox, uccisa giovedì 16 giugno al grido di “Britain first” – Prima la Gran Bretagna – era un sostenitore di Alleanza Nazionale, la più importante organizzazione neonazista degli Stati Uniti.

Secondo il Southern Poverty Law Centre, un’ong a difesa dei diritti umani, Mair avrebbe donato più di 500 euro all’associazione di estrema destra che propaganda la creazione di una nazione popolata interamente da bianchi e l’eliminazione del popolo ebraico.

L’uomo in passato avrebbe comprato un manuale dell’associazione filonazista per costruire una pistola e altri libri con istruzioni “sulla chimica degli esplosivi” e degli ordigni “incendiari”.

Il Daily Telegraph, inoltre, ha scritto che Thomas Mair era un abbonato a S.A. Patriot, una rivista sudafricana, pubblicata dal club ‘Rinoceronti bianchi’, un gruppo pro-apartheid. La linea editoriale della rivista si oppone “alle società multiculturali” e “all’Islam espansionista”.

Ma il ritratto che emerge dalle ricostruzioni dei quotidiani di Thomas Mair è più quello di uno squilibrato che di un fanatico: “Ha una storia clinica di malattia mentale ma era stato aiutato e curato”, ha detto il fratello Scott al Guardian.

Mair era un solitario e viveva da quarant’anni appartato nella stessa casa, aiutando i vicini a innaffiare i giardini. L’unica foto diffusa dai media lo ritrae con una tuta mimetica e un cappello da baseball in testa.

Inoltre Scotland Yard ha fatto sapere che la deputata laburista aveva denunciato alla polizia di avere ricevuto minacce. Un uomo era stato arrestato a marzo, ma non si trattava di Mair.

L’impatto dell’omicidio sul referendum del 23 giugno sull’uscita della Gran Bretagna è stati immediato. La piattaforma Vote Leave, a favore della Brexit e al cui interno erano state già denunciate infiltrazioni d’estrema destra, è stata la prima a sospendere la campagna, per decisione dell’ex sindaco di Londra Boris Johnson, fermissimo nella condanna dell’omicidio, seguita poche ore dopo dagli avversari di Remain.

Negli ultimi giorni i sondaggi diffusi davano la campagna a favore della Brexit in vantaggio di sei punti su coloro che vogliono restare all’interno dell’Unione europea.

(Una foto di Thomas Mair, l’uomo sospettato di aver ucciso la deputata britannica Jo Cox)


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