Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 21:34
Pirelli Summer Promo
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Chi è Alex Jones, il guru del complottismo mondiale incensato da Trump e che Facebook vuole fermare

Immagine di copertina
Alex Jones

Con il suo sito InfoWars, fondato nel 1999, Jones ha diffuso bufale di ogni genere per servire gli scopi della destra più gretta e conservatrice

Le bugie hanno le gambe corte. Le bufale, invece, tentacoli lunghissimi. È una lezione che Alex Jones ha imparato molto presto, e che ha fatto propria diventando il guru mondiale delle fake news.

S&D

Dopo aver iniziato come conduttore radiofonico, Jones, 44 anni, ha sbarcato il lunario con il sito InfoWars, fondato nel 1999, una fabbrica di bufale al servizio della destra americana più conservatrice.

Ora Facebook, Apple e Youtube hanno deciso di censurare alcuni suoi contenuti particolarmente incendiari. Facebook ha bloccato la pagina di InfoWars, Apple ha rimosso i podcast di alcuni programmi radiofonici condotti da Jones, mentre Youtube ha cancellato i suoi video.

Alla base di queste decisioni c’è il carattere discriminatorio dei contenuti diffusi da Jones: attacchi ai musulmani e ai transgender, incitamento all’odio, discorsi che mettono in pericolo l’incolumità dei bambini.

Le policies di questi grandi attori del mondo digitale consentono infatti, in forme diverse, di bannare post e video che discriminano alcune categorie protette, o che fomentano in maniera esplicita l’odio.

Ciò che ancora sfugge alle maglie di Facebook e compagnia sono però le fake news, proprio ciò su cui Jones ha costruito la sua fama e che viaggiano quasi indisturbate sulle piattaforme social.

Il giornalista texano ha messo in giro, negli anni, panzane di ogni genere, alcune delle quali hanno avuto conseguenze anche gravi.

Si va dalle bufale mainstream, come quella secondo cui l’uomo non sarebbe mai andato sulla Luna o quella sul nesso tra vaccini e autismo, alle fake nws di impronta più direttamente politica.

Jones è uno dei principali sostenitori, nonché diffusori, della teoria del “genocidio dei bianchi”, secondo la quale l’immigrazione di massa verrebbe promossa proprio per rendere i bianchi una minoranza e, infine, portarli all’estinzione.

La bufala più celebre, nonché pericolosa, messa in giro da Jones è però quella della strage di Sandy Hook, la scuola elementare in cui, nel 2012, un 20enne aprì il fuoco uccidendo 26 persone.

Il sito InfoWars avviò un’assurda campagna complottista volta a dimostrare che la strage non era mai avvenuta, che le vittime erano solo “attori” al soldo del governo americano (presidente all’epoca era Obama).

La tesi di fondo era che la messa in scena sarebbe servita a promuovere una stretta sulle armi da fuoco negli Stati Uniti.

InfoWars diffuse video e foto taroccate della strage in cui veniva messa in dubbio la versione ufficiale, e aizzò decine di haters che, da allora, continuano a perseguitare i parenti delle vittime con minacce, telefonate minatorie, appostamenti sotto casa.

Tutte queste bufale hanno il chiaro scopo di servire gli interessi della destra americana, non solo quella più estrema e bigotta di movimenti e associazioni, ma anche quella ufficiale e istituzionale rappresentata oggi dal presidente Donald Trump.

Quest’ultimo, infatti, nella campagna per le elezioni presidenziali del 2016 fece una comparsata in una trasmissione condotta da Jones lodandolo esplicitamente, definendo la sua opera di informazione “di grande importanza” ed esortandolo a proseguire senza farsi condizionare dagli attacchi ricevuti.

Una legittimazione bella e buona da parte del futuro inquilino della Casa Bianca, a cui del resto le fake news, che vengano dai russi o dagli estremisti di destra, fanno sempre comodo.

Jones fu tra coloro che misero in giro la panzana sul certificato di nascita di Obama, che sarebbe nato in Kenya e quindi legalmente impossibilitato a correre per la presidenza degli Stati Uniti.

Il giornalista texano è “attivo” anche sul fronte della politica estera, visto che InfoWars ha più volte sostenuto che gli attacchi con armi chimiche in Siria, imputati in diversi casi al governo di Assad, in realtà non fossero mai avvenuti.

Il sito di Jones ha agito più o meno indisturbato per anni, facendo la voce grossa sui social e agitando orde di complottisti.

Le recenti azioni di Apple, Facebook e Youtube sono dei tentativi di mettere un argine a questa marea montante, anche se, come detto, la censura agisce sui contenuti d’odio ma non sulle fake news in quanto tali, che possono continuare a circolare liberamente.

Negli ultimi tempi contro Jones e InfoWars sono arrivate anche alcune denunce. Due genitori di una bambina uccisa nella scuola elementate di Sandy Hook gli hanno fatto causa per i danni arrecati dalle sue bufale, che come detto hanno aizzato contro questi genitori i complottisti convinti che la strage non fosse realmente avvenuta.

Jones però è un fantasista delle fake news, ed è in grado di utilizzarle anche nelle cause legali. Sua moglie, ad esempio, lo aveva denunciato perché, col suo sito, Jones mette in pericolo l’incolumità sua e dei figli.

Il fondatore di InfoWars ha però dichiarato in tribunale che il Jones che diffonde complotti è una “controfigura” di quello reale, una specie di personaggio creato ad arte e che interpreta un ruolo, diverso dal “vero Jones” e per questo non imputabile. Un attore, insomma, proprio come quelli che secondo il suo sito fingono di essere uccisi nelle stragi per servire gli scopi dei Democratici e di chi vuole porre un freno alla diffusione delle armi in America.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Violenza e diritti umani in Colombia: da Montecitorio il sostegno alla Comunità di Pace di San José de Apartadó
Esteri / Regno Unito, due cavalli corrono liberi nel centro di Londra: almeno una persona ferita
Esteri / Esclusivo – Viaggio nell’Europa rurale, dove l’estrema destra avanza sfruttando il senso di abbandono
Ti potrebbe interessare
Esteri / Violenza e diritti umani in Colombia: da Montecitorio il sostegno alla Comunità di Pace di San José de Apartadó
Esteri / Regno Unito, due cavalli corrono liberi nel centro di Londra: almeno una persona ferita
Esteri / Esclusivo – Viaggio nell’Europa rurale, dove l’estrema destra avanza sfruttando il senso di abbandono
Esteri / Gaza: oltre 34.260 morti dal 7 ottobre. Media: "Il direttore dello Shin Bet e il capo di Stato maggiore dell'Idf in Egitto per discutere dell'offensiva a Rafah". Hamas diffonde il video di un ostaggio. Continuano gli scambi di colpi tra Tel Aviv e Hezbollah al confine con il Libano. L'Ue chiede indagine indipendente sulle fosse comuni a Khan Younis. Biden firma la legge per fornire aiuti a Ucraina, Israele e Taiwan
Esteri / Gaza: oltre 34.180 morti. Hamas chiede un'escalation su tutti i fronti. Tel Aviv nega ogni coinvolgimento con le fosse comuni di Khan Younis. Libano, Idf: "Uccisi due comandanti di Hezbollah". Il gruppo lancia droni su due basi in Israele. Unrwa: "Impedito accesso ai convogli di cibo nel nord della Striscia"
Esteri / Gaza, caso Hind Rajab: “Uccisi anche i due paramedici inviati a salvarla”
Esteri / Suoni di donne e bambini che piangono e chiedono aiuto: ecco la nuova “tattica” di Israele per far uscire i palestinesi allo scoperto e colpirli con i droni
Esteri / Francia, colpi d'arma da fuoco contro il vincitore di "The Voice 2014": è ferito
Esteri / Gaza, al-Jazeera: "Recuperati 73 corpi da altre tre fosse comuni a Khan Younis". Oic denuncia "crimini contro l'umanità". Borrell: "Israele non attacchi Rafah: provocherebbe 1 milione di morti". Macron chiede a Netanyahu "un cessate il fuoco immediato e duraturo". Erdogan: "Evitare escalation". Usa: "Nessuna sanzione per unità Idf, solo divieto di ricevere aiuti"
Esteri / Raid di Israele su Rafah: ventidue morti tra i quali nove bambini