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Home » Economia

Flat tax, il governo vuole confermarla per le partite Iva fino a 65 mila euro

Immagine di copertina
Il premier Giuseppe Conte e l'ex ministro della Lega Matteo Salvini

Dubbi invece sul via libera al super forfait del 20 per cento

Flat tax ultime notizie | Il governo vuole confermarla per le partite Iva fino a 65 mila euro

Stando alle ultime notizie che arrivano da Palazzo Chigi, il governo Conte bis vuole confermare la flat tax al 15 per cento per le partite Iva sotto ai 65 mila euro. Dubbi invece sulla possibilità di poter applicare il super forfait del 20 per cento per le partite Iva tra i 65 e i 100 mila euro. La cosiddetta “tassa piatta” è uno dei cavalli di battaglia del leader della Lega Matteo Salvini.

S&D

Obiettivo dichiarato del secondo esecutivo guidato da Giuseppe Conte, sostenuto da Movimento 5 stelle e Partito democratico, è quello di non aumentare la pressione fiscale. Ed è in questa ottica che si sta ragionando in vista della prossima manovra economica.

Tuttavia, al premier Giuseppe Conte è caro soprattutto il piano anti evasione fiscale, per questo sta pensando di introdurre, anche per le partite Iva sotto ai 65 mila euro, l’obbligo di fattura elettronica, anche se esente dall’Iva. Una misura che dovrebbe interessare circa due milioni di partite Iva tra autonomi e mini imprese, che si trovano già nei regimi agevolati.

A rischio invece il super forfait, una sorta di flat tax al 20 per cento, per ricavi o compensi da 65.001 a 100 mila euro. La tassa piatta per questi regimi dovrebbe debuttare il 1° gennaio 2020. Ad oggi, però, non è stata chiesta l’autorizzazione alla Commissione Ue e un via libera a tre mesi dall’entrata in vigore sembra molto difficile. E l’ok dell’Unione europea è vincolante.

Oltre alla flat tax 2020, anche la prosecuzione dell’attuale regime al 15 per cento, su cui c’è soltanto un disco verde di Bruxelles provvisorio fino al 31 dicembre 2019, necessita del nulla osta comunitario.

Flat tax ultime notizie | Gualtieri contro Salvini: “Non la faremo mai”

Il neo ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, appena insediato aveva detto chiaro e tondo: “La flat tax non la faremo mai”. E aveva definito l’ipotesi: “Ingiusta, sbagliata, insostenibile e incostituzionale perché violava la progressività”. Un principio che è alla base del modello sociale europeo insieme al welfare.

L’introduzione di una vera flat tax, un’aliquota fissa al 15 per cento, con un’unica aliquota a prescindere dal reddito percepito, andrebbe maggiormente a beneficio dei redditi più alti. Questi ultimi, infatti, beneficerebbero di una maggiore riduzione delle aliquote di tassazione.

In questo senso, violerebbe il principio di costituzionalità: una tassa piatta solleva polemiche sull’aliquota fissa perché secondo l’art. 53 della Costituzione il sistema italiano deve osservare un principio di progressività nell’imposizione fiscale.

In realtà, quello di Gualtieri, è sembrato soprattutto un messaggio all’ex ministro dell’Interno, il leader della Lega Matteo Salvini, big sponsor della flat tax nell’esecutivo gialloverde. La “tassa piatta” al momento è prevista per i titolari di partita Iva e per quei professionisti che rientrano in determinati limiti di reddito fino a una certa cifra, ma Salvini avrebbe voluto estenderla anche alle famiglie.

Il leader del Carroccio puntava a a farlo nella prossima legge di Bilancio, ma con la crisi di governo la realizzazione del suo piano è sfumata.

Come spiega il quotidiano economico “Il Sole 24 Ore“, annunciare di voler interrompere questo percorso vuole dire anche doversi confrontare con un divario che si è venuto creare nell’economia italiana.

Quello tra i circa 2 milioni di partite Iva che con 65 mila euro di fatturato applicano una aliquota al 15 per cento o del 5 per cento per chi avvia una nuova attività e lavoratori dipendenti e pensionati che con redditi di importo molto inferiore hanno un prelievo che oggi e per almeno un altro anno ancora partirà dal 23 per cento.

Flat tax ultime notizie | La prossima manovra economica 2020

Il riforma fiscale del governo Conte bis prevede una sistema da plasmare in due o tre anni: “La sfida è avviare una riduzione della pressione fiscale con un orizzonte di intervento sui tre anni”, ha spiegato Gualtieri. La riforma consisterà in una revisione della aliquota fissa e delle agevolazioni fiscali. Quest’ultima operazione potrebbe partire già con la prossima manovra 2020. Così come il taglio del cuneo fiscale. Il tutto tenendo conto della necessità di mantenere in equilibrio i conti pubblici, come richiesto da Bruxelles.

Intanto, è corsa contro il tempo per trovare le coperture economiche che possano scongiurare l’aumento dell’Iva previsto dalle clausole di salvaguardia. All’appello mancano ancora circa 6-7 miliardi di euro, a fronte dei 23 miliardi complessivi necessari per garantire lo stop. La somma da recuperare potrebbe scendere a 4-5 miliardi se il Governo riuscisse a ottenere nel negoziato con la Commissione europea un rapporto deficit/Pil al 2,3 per cento per il 2020 (Bruxelles al momento non si muove dalla richiesta di 2,2 per cento).

Flat tax ultime notizie | Che cos’è?

La Flat tax, alla cui base c’è la trasformazione del sistema di tassazione da progressivo a uguale per tutti i soggetti sotto una determinata fascia di reddito, per come è stata approvata nell’ultima legge di Bilancio prevede l’applicazione di due regimi fiscali: un regime forfettario, già operativo da inizio anno, e uno analitico, operativo invece dal 2020.

Il primo è riservato alle partite Iva che nell’anno precedente non hanno superato la soglia di 65 mila euro di fatturato. Prevede l’applicazione di un’imposta sostitutiva proporzionale del 15 per cento, ridotta al 5 per cento per i primi 5 anni di attività.

Il secondo modello di imposizione agevolata invece, su base analitica, è riservato ai contribuenti che l’anno precedente hanno conseguito ricavi o compensi compresi tra 65 mila e 100 mila euro di reddito. In questo caso è prevista una imposta sostitutiva proporzionale del 20 per cento.

flat tax ultime notizie

Qui di seguito alcuni link utili per quanto riguarda la Flat tax:

Flat tax ultime notizie | Come funziona in Europa

In Europa, sono soprattutto i paesi dell’Est che hanno adottato questo sistema di tassazione basato sulla flat tax. Stando ai dati, tutti, nel periodo appena successivo all’introduzione della misura, hanno visto una consistente riduzione delle entrate fiscali.

In alcuni Paesi, si è registrata una sostanziosa e conseguente riduzione della spesa pubblica nelle sovvenzioni alle famiglie e nei contributi a fondo perduto.

Ecco come è stata introdotta l’aliquota della flat tax (con che percentuali) nei diversi Paesi dove è stata adottata negli ultimi anni:

  • Estonia 24
  • Lettonia 25
  • Lituania 33
  • Russia 13
  • Ucraina 15
  • Slovacchia 19
  • Romania 16
  • Macedonia del Nord 12
  • Albania 10
  • Bulgaria 10
  • Repubblica Ceca 23

Il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha riscontrato una crescita del 5 per cento in Russia dopo l’introduzione della tassa piatta. Per questo molti Paesi economicamente legati a Mosca hanno pensato di applicarla al proprio sistema fiscale.

Ma lo stesso Fmi ha ribadito che la flat tax va considerata insieme ad altri fattori macroeconomici ed è difficile da isolare il suo beneficio diretto. Soprattutto, andrebbe accompagnata da altre riforme strutturali.

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