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Bianca Pitzorno: “I miei libri banditi nelle scuole: mi hanno detto che educavo alla pedofilia”

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Bianca Pitzorno: “I miei libri banditi nelle scuole: mi hanno detto che educavo alla pedofilia”

“Mi sono innamorata quest’estate. Pazzamente. Ha novantuno anni. Dieci più di me”. Lo ha raccontato Bianca Pitzorno in un’intervista al Corriere della Sera, in cui la celebre scrittrice per bambini ha parlato del suo nuovo libro “A chi smeraldi e a chi rane” (Bompiani), in cui “racconto la mia vita tramite i miei animali”. A partire dalle sue tartarughe: “Tra la prima, datata 1946, e l’ultima, del 2019, è cambiata tutta la società italiana”.

S&D

Per la scrittrice gli animali “sono un tema di attualità”. “Io ammiro Greta Thunberg. Questi ragazzi sono spaventati. Da due secoli il pianeta viene massacrato: nessuno vuole rinunciare a niente”, ha detto.

Riguardo la sua nuova fiamma, Pitzorno ha ammesso scherzosamente di non averci mai parlato. “Abbiamo ricevuto insieme l’onorificenza di Custos Civitatis a Cagliari. È un noto neuropsichiatra, carriera in California, ora tornato in Sardegna. Studia la memoria delle lumache, hanno le loro madeleine anche loro. Scriva il nome! Gli facciamo la dichiarazione a mezzo stampa”, ha scherzato.

L’autrice di classici per bambini come “Ascolta il mio cuore”, “Speciale Violante”, “Extraterrestre alla pari” ha anche ricordato come alcuni suoi libri continuano a essere banditi. È il caso di “Extraterrestre alla pari” (1979), che parla di un alieno che non sa di che sesso è. “Ma persino ‘Ascolta il mio cuore’ viene bandito. In tre righe, su 300 pagine, la bambina protagonista dice che da grande farà la torera, e che se servirà cambierà sesso. Dicono: ecco la teoria del gender”. Questo accade, secondo PItzorno, perché “il mondo è pieno di viziosi, che proiettano sugli altri i propri disturbi. In Regno Unito hanno voluto tradurre una mia favola del 1988, Streghetta mia. Un giovanotto avido deve sposare una strega per poter ereditare. Ne trova una, ma è una neonata. Fa di tutto per rapirla. Mi hanno detto che educavo alla pedofilia”.

La scrittrice ha spiegato di non aver più realizzato libri per ragazzi da oltre 20 anni “perché i bambini che conoscevo io, i figli dei miei cari, sono cresciuti: non ho più saputo come i bambini vivevano. E sono cresciuta anche io. Una donna che invecchia, che non ha più l’età né per avere un figlio né travolgenti amori, a meno di non venire sbeffeggiata, cambia sensibilità. Cambia problemi”.

“Quando sento le testimonianze delle attrici che dicono: sono stata costretta ad accettare molestie perché volevo a ogni costo fare il mio lavoro, penso che non ho mai voluto nulla fino a questo punto. Quel che ho fatto, lo devo a incontri fortunati”, ha detto ricordando i suoi inizi di carriera, citando l’incontro con Cino Tortorella, in arte Mago Zurlì definito “un raffinato intellettuale”: “Suo figlio Davide, conosciuto quando aveva dieci anni, è ora uno dei miei più cari amici”.

Pitzorno ha anche detto la sua sulla “famiglia queer” voluta da Michela Murgia, sua amica. “Siamo di generazioni diverse. Ai miei tempi c’erano le comuni. Senza ruoli, non c’erano figli di anima .Noi proprio la famiglia la odiavamo. Quell’idea l’ha elaborata Michela e penso valga soprattutto per lei e i suoi. Come l’idea di educare un altro adulto più giovane: io da giovane non avrei accettato una madre adottiva! Nemmeno una come Michela. Infine non credo, come diceva lei, che il sangue non conti nulla”. Un esempio: “Costruisco da sempre mobili, armadi. Ho scoperto che mio bisnonno, medico, faceva lo stesso”.

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