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Che fine hanno fatto i migranti della foto italiana che vinse il World Press Photo 2014

Immagine di copertina
La foto di Massimo Sestini vincitrice del World Press Photo 2014. Credit: Ansa

world press photo migranti sestini storie – È diventata un simbolo, la foto di Massimo Sestini. È diventata un’icona dei tempi moderni, l’immagine del barcone salpato dalla Libia, lo scatto preso il 7 giugno 2014 nel cuore blu del Mediterraneo, ventuno minuti dopo le cinque del pomeriggio.

S&D

Sono tutti con il volto all’insù i migranti immortalati da Sestini, immobilizzati nel momento in cui l’elicottero della Marina militare italiana era appena arrivato sopra di loro. “Quando l’ho visto, ho capito che eravamo salvi”, racconta uno degli uomini che cinque anni fa è entrato nell’occhio dell’obiettivo.

“La gente urlava, gesticolava”, spiega un altro, anche lui schiacciato tra i corpi che riempivano la barca. Una donna, poi, ricorda di avere alzato al cielo sua figlia appena nata per mostrare che sul barcone c’era una bambina così piccola. E aggiunge: “stavamo lasciando la Siria, il nostro paese. È stato come abbandonare una madre”.

Le donne e gli uomini della foto ora sono in Germania, Francia, Svizzera, Italia. Sestini ha pensato di rintracciarli, ha voluto capire cosa avessero fatto dopo il salvataggio e l’arrivo in Italia. Se l’Europa li avesse accolti. È riuscito nell’impresa, anche se all’inizio non è stato facile, e ce l’ha fatta con la maggior parte di loro.

Nel 2016 Sestini ha posto una domanda sui social: “where are you?”. L’appello è stato raccolto dal National Geographic, che ha deciso di raccontare la storia delle ricerche nel documentario Where are you? Dimmi dove sei, che sarà distribuito sabato 20 giugno in occasione della Giornata mondiale del rifugiato, e proiettato in contemporanea al Maxxi di Roma nel corso di una serata aperta al pubblico organizzata dal National Geographic in collaborazione con l’Unhcr.

La prima a essersi riconosciuta nella foto è stata Hajar. Un professore ha chiesto ai suoi studenti di raccontare con un disegno la propria storia. E Hajar, che ora ha 20 anni e vive in Germania, voleva parlare di quando ha lasciato Homs e la Siria e di cosa ha significato attraversare il Mediterraneo. Ha trovato la foto su Internet e ha zoommato: era proprio lei.

world press photo migranti sestini storie – Uno di loro, Ansumana Kassama, ora vive in Italia. “Quando sono salito sulla barca, ho avuto paura. Ho pensato fosse l’ultimo giorno della mia vita”, racconta. Ora Ansumama sta dando l’esame di maturità all’Istituto Liside di Taranto e il pomeriggio lavora come mediatore culturale in una comunità dove, come riportato dal Corriere della Sera, aiuta i suoi coetanei con i documenti, l’italiano e i compiti. Vuole raggiungere lo zio in Inghilterra, continuare a studiare e diventare procuratore sportivo. È felice, dice.

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