Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 07:22
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Cronaca

Assolto da stupro perché la vittima “non urlò”. La Cassazione: “Processo da rifare”

Immagine di copertina

In primo grado la donna non era stata ritenuta attendibile, in secondo grado l'uomo era stato di nuovo assolto per la "non procedibilità" del reato. Ma ora il fascicolo torna a Torino

Ci sarà un nuovo processo per Massimo Raccuia, soccorritore ed istruttore del 118 accusato di aver violentato una collega in una stanza dell’ospedale Gradenigo di Torino utilizzata dai volontari nelle pause di riposo, nel 2011. Lo riporta Repubblica. Per i giudici della sentenza di primo grado, con cui l’uomo era stato assolto, la vittima non era attendibile perché “aveva detto basta, ma non aveva urlato”, non aveva “tradito emotività”.

In appello, la donna era stata riascoltata, aveva confermato tutto ed era stata ritenuta pienamente credibile. Tuttavia, anche dopo aver accertato che la violenza sessuale fosse stata commessa, Raccuia era stato di nuovo assolto, per la “non procedibilità” del reato. I giudici avevano ritenuto infatti che mancava la querela, dal momento che la volontaria non aveva sporto subito denuncia, ma lo aveva fatto solo in un secondo momento.

Il sostituto procuratore generale Elena Daloiso ha sottolineato il ruolo di “superiore” che Raccuia ricopriva all’interno della Croce Rossa. Era un volontario, ma aveva l’incarico di organizzazione del lavoro degli altri colleghi, quindi la vittima era nei fatti una sua sottoposta. Era stato a causa del timore per questa situazione, quindi, che non aveva sporto querela inizialmente.

In Cassazione, i giudici hanno ritenuto che la querela non fosse necessaria, dunque il reato è procedibile d’ufficio. Per questa ragione, il processo d’appello è ora da rifare. Il fascicolo è tornato a Torino, ma ad occuparsene saranno i giudici di secondo grado di un’altra sezione rispetto a quelli che si erano già espressi.

Leggi anche: “Tremavo, ero un corpo vuoto: vi racconto cosa si prova durante uno stupro”

Ti potrebbe interessare
Cronaca / Bimba 14enne con il cancro bullizzata, Mattarella la difende su Instagram
Cronaca / Papa Francesco: “La pace non sarà mai frutto dei muri e delle armi”
Cronaca / Franco Di Mare, il fratello: “La Rai gli ha voltato le spalle”
Ti potrebbe interessare
Cronaca / Bimba 14enne con il cancro bullizzata, Mattarella la difende su Instagram
Cronaca / Papa Francesco: “La pace non sarà mai frutto dei muri e delle armi”
Cronaca / Franco Di Mare, il fratello: “La Rai gli ha voltato le spalle”
Cronaca / In autostrada a 255 chilometri orari: la Polizia gli ritira la patente
Cronaca / Chico Forti è arrivato in Italia: Meloni lo accoglie all’aeroporto di Pratica di Mare
Cronaca / Morto Franco Di Mare: la malattia che ha colpito il giornalista
Cronaca / Chi era Sofia Stefani, la vigilessa uccisa ad Anzola
Cronaca / L’ex comandante Giampiero Gualandi fermato per l'omicidio di Sofia Stefani
Cronaca / L’inizio della rissa in discoteca tra Fedez e Iovino ripreso dalle telecamere: un’ora dopo l’aggressione
Cronaca / Così Filippo Turetta ha pianificato la morte di Giulia Cecchettin