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Sparatoria a Trieste, due poliziotti uccisi: cosa è successo, la ricostruzione

Immagine di copertina
Foto da archivio Ansa. Credit: ANSA / Andrea Pierini

A perdere la vita Pierluigi Rotta, agente scelto di Pozzuoli, e Matteo Demenego, agente di Velletri

Sparatoria a Trieste, due poliziotti uccisi: cosa è successo

Venerdì 4 ottobre 2019 due poliziotti sono stati uccisi in una sparatoria alla Questura di Trieste: ecco cosa è successo, la ricostruzione dei fatti.

S&D

A perdere la vita sono stati Pierluigi Rotta, 34 enne agente scelto di Pozzuoli, in provincia di Napoli, e Matteo Demenego, 30 anni, agente scelto di Velletri, in provincia di Roma. Rotta era figlio di un poliziotto, attualmente in pensione, che ha lavorato a Napoli. Demenego era diventato poliziotto con il 186esimo corso allievi agenti ed era stato assegnato a Trieste il 24 settembre del 2013.

A sparare ai due agenti è stato uno di due fratelli dominicani che gli stessi poliziotti avevano portato in Questura dopo un servizio avviato in seguito a un furto.

Sparatoria a Trieste, la ricostruzione dei fatti

Uno dei due fratelli in mattinata ha compiuto il furto di uno scooter. La sparatoria in Questura di Trieste è avvenuta poco prima delle 17.

Precisamente a compiere il furto in mattinata è stato Alejandro Augusto Stephan Meran, 29 anni. Subito dopo il gesto il 29enne si è pentito e ha chiamato il fratello, Carlysle Stephan Meran, di 32 anni.

Chi è Alejandro Augusto Stephan Meran, l’uomo che ha ucciso i due poliziotti

Questa la ricostruzione.

Carlysle Stephan chiama la polizia. Sul posto arriva una Volante con due agenti a bordo e un’auto della Squadra Mobile. I due fratelli dominicani salgono sulla prima vettura. L’altra auto li segue a distanza, un po’ più indietro a causa del traffico.

Sembra un’operazione di routine, senza particolari difficoltà per i poliziotti.

I quattro a bordo della Volante entrano in Questura. Tutto sembra sotto controllo. Ma dopo pochi minuti i due fratelli originari della Repubblica Dominicana seminano il terrore e interrompono due vite.

Alejandro, affetto da difficoltà psichiche, chiede di andare in bagno. Gli agenti lo accompagnano. All’improvviso lui ingaggia una colluttazione. Nello scontro riesce a sottrarre le pistole ad entrambi i poliziotti che poi ha ucciso. Al primo che lo ha accompagnato in bagno e poi all’altro.

Come riferito dalla Questura di tratta di spari “a bruciapelo”. Un’azione fulminea che non lascia ai poliziotti la possibilità di difendersi. A terra restano due agenti, morti in un corridoio della Questura dove lavoravano.

Il fratello Carlysle fugge intanto nei sotterranei. Alejandro tenta invece una fuga disperata. Esce dalla Questura, ferisce un piantone, tenta di entrare in un’auto della stessa polizia. Ma fuori ci sono gli agenti della Mobile, che intanto era sopraggiunta. I poliziotti sparano, lo feriscono e lo immobilizzano.

I due fratelli originari della Repubblica Dominicana autori della sparatoria – ha spiegato la Questura di Trieste in una nota – erano stati accompagnati in Questura da personale delle Volanti dopo “un’attività di ricerca del responsabile della rapina di uno scooter avvenuta nelle prime ore del mattino”.

Sparatoria alla Questura di Trieste: morti due poliziotti, fermati gli aggressori

“Per motivi in fase di accertamento uno dei due ha distolto l’attenzione degli agenti ed ha esploso a bruciapelo più colpi verso di loro. Entrambi hanno tentato di fuggire dalla Questura, ma sono stati fermati”.

Un poliziotto è rimasto ferito. Si tratta dell’assistente capo coordinatore Cristiano Resmini.

Alejandro Augusto Stephan Meran come il fratello non aveva precedenti e non era segnalato come soggetto pericoloso.

Resta da chiarire come abbia potuto sfilare le pistole al poliziotto che lo accompagnava in bagno. Alla scena non hanno assistito testimoni e la zona non è coperta da telecamere.

Dopo aver sparato al primo poliziotto, l’omicida si è incamminato verso l’uscita e ha trovato sulla sua strada il secondo agente.

L’uomo ha sparato ancora e quando il poliziotto cade in terra gli prende la pistola, strappandogli la fondina. A quel punto il 29enne si è avvicinato all’uscita e ha avuto un terzo conflitto a fuoco, con l’agente al corpo di guardia, che lo ha ferito.

L’omicida è comunque riuscito ad uscire dall’edificio. All’esterno è stato bloccato dagli uomini della Squadra Mobile.

Dalla ricostruzione che sta emergendo sembra inoltre che il fratello, Carlysle Stephan Meran, non abbia avuto alcun ruolo nella sparatoria e, anzi, per paura si sia rifugiato nei sotterranei appena si è cominciato a sparare.

La testimonianze

Dopo la sparatoria sono giunte anche delle testimonianze dei cittadini triestini. Il titolare di un locale della zona ha riferito di aver sentito spari provenienti dall’interno della Questura. L’uomo ha detto di aver visto pochi istanti dopo un giovane uscire di corsa dalla Questura con in mano un’arma.

Quest’ultimo avrebbe provato ad aprire un’auto della polizia parcheggiata lì davanti, ma inutilmente perché la vettura era chiusa. Subito dopo sono giunti alcuni agenti che lo hanno bloccato a terra.

Chi sono i due poliziotti uccisi a Trieste

Le reazioni politiche dopo la sparatoria a Trieste

Non si sono fatte attendere le reazioni politiche dopo la sparatoria a Trieste. “La mia vicinanza e quella di tutto il governo alle famiglie dei due agenti di Polizia che oggi a Trieste hanno perso la vita mentre svolgevano con coraggio il loro lavoro. Chi colpisce un uomo delle Forze dell’ordine, colpisce lo Stato e colpisce ognuno di noi”, ha scritto in un tweet il ministro degli Esteri e capo politico del M5S Luigi Di Maio.

In una nota il segretario del Pd Nicola Zingaretti: “Dolore per la tragica morte di due poliziotti a Trieste. Un pensiero alle loro famiglie, alla Polizia e a tutte le donne e gli uomini delle forze dell’ordine che con il loro lavoro combattono il crimine e rendono le nostre vite più sicure”.

“Sconcerto e dolore – ha scritto invece il leader della Lega Matteo Salvini su Facebook – per quanto accaduto a Trieste. Da italiano, una preghiera per i due agenti uccisi e un abbraccio alle loro famiglie. Sempre e comunque dalla parte delle nostre Forze dell’Ordine”.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte poi, in un tweet: “La morte dei due agenti di Polizia uccisi nella sparatoria davanti alla Questura di Trieste suscita grande dolore. Questa tragedia ferisce lo Stato. A nome mio e del Governo esprimo la commossa vicinanza ai familiari delle vittime e a tutto il corpo della Polizia di Stato”.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato un messaggio al capo della Polizia. “Ho appreso con profonda tristezza – ha scritto – la notizia della barbara uccisione dell’agente scelto Matteo De Menego e dell’agente Pierluigi Rotta, feriti mortalmente presso la Questura di Trieste mentre erano impegnati in una operazione di servizio”.

“In questa dolorosa circostanza, desidero esprimere a lei ed alla Polizia di Stato la mia solidale vicinanza, rinnovando i sentimenti di considerazione e riconoscenza per il quotidiano impegno degli operatori della Polizia al servizio dei cittadini. La prego di far pervenire ai familiari degli agenti le espressioni della mia commossa partecipazione al loro dolore”.

“Esprimo il mio più sentito cordoglio alla Polizia di Stato per i due agenti rimasti uccisi a Trieste e tutto il mio sdegno per quanto avvenuto”, ha detto la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. “Ai familiari dei due ragazzi che hanno perso la vita, mentre con coraggio e abnegazione svolgevano il loro dovere di tutori della sicurezza e della legalità, giunga tutta la mia vicinanza”. E ancora: “Chi colpisce un uomo delle Forze dell’ordine, colpisce lo Stato. Oggi l’Italia intera piange due dei suoi figli migliori”.

“Una terribile notizia da Trieste”, il messaggio del presidente della Camera Roberto Fico su Twitter. “Sono vicino alle famiglie dei due poliziotti rimasti uccisi. A loro e al capo della Polizia di Stato esprimo tutto il mio cordoglio”.

In serata il capo della polizia Franco Gabrielli e il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese sono giunti negli uffici della Questura a Trieste.

Lamorgese, ha espresso con un telegramma a Gabrielli e a tutta la Polizia di Stato il profondo dolore per la morte degli agenti. La titolare del Viminale ha anche inviato alle famiglie degli agenti i sentimenti di commossa e sentita partecipazione al loro dolore.

La ministra ha anche rivolto un augurio di pronta guarigione all’Assistente capo coordinatore Cristiano Resmini, rimasto ferito, e ha voluto esprimere il proprio vivo ringraziamento alle donne e agli uomini della Polizia per l’impegno straordinario e la professionalità messi in campo quotidianamente.

Il sottosegretario agli Interni Carlo Sibilia ha espresso vicinanza alle famiglie dei poliziotti uccisi affermando: “Lo Stato vi starà sempre vicino. In primis assicurando alla giustizia i criminali autori del folle gesto e assicurandogli pene esemplari. Uccidere un uomo è un atto vile. Uccidere chi garantisce la nostra sicurezza è vile due volte”.

Il lutto cittadino

Il sindaco di Trieste Roberto Di Piazza ha dichiarato il lutto cittadino. “Una violenza inaudita, siamo sconvolti. Qua siamo in guerra”, ha poi commentato ai microfoni di TPI.

“Non voglio dire che il problema riguarda il paese di provenienza degli aggressori, ma in momenti così difficili – sono state le parole di Di Piazza al The Post Internazionale – è una cosa che viene in mente, non c’è niente da fare. Le forze dell’ordine devono stare attente: devono rendersi conto che siamo in guerra. C’è questa gentaglia in giro e dobbiamo aumentare le risorse a disposizione”.

In che senso in guerra? “Non viene lasciata loro libertà di intervento. Appena mettono in manette qualcuno al momento i poliziotti vengono subito accusati. Siamo sempre pronti a criticare. Intendo dire: lasciamoli lavorare questi agenti”.

Sparatoria a Trieste, il sindaco Dipiazza a TPI: “I poliziotti non sono più sicuri in Italia, siamo in guerra”

La ricostruzione della sparatoria a Trieste: il video

L’emittente locale triestina Tele4 nel corso di un’edizione straordinaria trasmessa nella serata ha diffuso un video degli istanti immediatamente successivi alla sparatoria di Trieste. “Vieni a prendermi … non voglio l’ambulanza … sto morendo…”, urla il 29enne Alejandro Augusto Stephan Meran al fratello, Carlysle, all’esterno della Questura.

Le immagini mostrano Alejandro, che ha già ucciso i due agenti, a terra mentre attende l’ambulanza dopo essere stato ferito durante il tentativo di fuga.

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