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Roma, attivisti di Ultima Generazione lanciano fango e acqua davanti al Senato | VIDEO

Roma, attivisti di Ultima Generazione lanciano fango davanti al Senato

Nuovo blitz degli attivisti di Ultima Generazione: gli “eco-ribelli” questa volta hanno gettato acqua e fango davanti la sede del Senato, in piazza Madama, a Roma.

“Il governo deve prendersi le propria responsabilità” hanno urlato gli attivisti che, dopo aver lanciato il fango davanti l’ingresso di Palazzo Madama, sono stati bloccati dalla polizia.

Credit: Federica Chiezzi

L’ultimo blitz risale ad alcuni giorni fa quando alcuni attivisti, sempre a Roma, hanno versato del liquido nero nella Fontana di Trevi.

Credit: Federica Chiezzi

Gli attivisti sono entrati in piedi dentro la fontana urlando “Il nostro Paese sta morendo”, tra gli insulti dei passanti e dei turisti.

Palazzo Madama era già stato obiettivo degli attivisti: lo scorso 2 gennaio, infatti, la facciata della sede del Senato era già stata imbrattata con della vernice arancione.

In quell’occasione furono arrestati 5 attivisti, liberati poi il giorno seguente. Nel processo a loro carico, il presidente del Senato Ignazio La Russa ha annunciato che l’istituzione si costituirà parte civile.

Di recente, lo stesso La Russa ha proposto agli “eco-ribelli” di recarsi in Emilia-Romagna a spalare il fango in occasione dell’eccezionale ondata di maltempo che ha messo in ginocchio la Regione.

“Vadano per almeno una settimana da volontari in Emilia-Romagna – aveva dichiarato la seconda carica dello Stato – e certifichino il loro attivo operare per spalare il fango e aiutare a eliminare i danni dell’alluvione. Sarà mia cura provare a convincere il Senato a ritirare la costituzione di parte civile nei loro confronti avendo dato prova di volere concretamente fare qualcosa per l’ambiente”.

“Mi ero detto non contrario ad incontrare i ragazzi che sono imputati per avere imbrattato la facciata di Palazzo Madama ma poi la richiesta non ha avuto seguito” aveva aggiunto Ignazio La Russa.

“Rifaremmo tutto, noi continuiamo comunque con le nostre azioni. Non mi preoccupa tanto il processo, quanto il mio futuro. Un futuro senza acqua, senza cibo e al collasso sociale, quello sì che dovrebbe terrorizzare tutti quanti” aveva replica i ragazzi accusati di danneggiamento aggravato.

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