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Riaperture, Draghi: “Saranno graduali ma irreversibili”. Le tappe dalla fine di aprile a giugno

Immagine di copertina
Lungomare di Napoli. Credit: Ansa

Il presidente del Consiglio Mario Draghi vuole garantire certezze agli italiani e offrire loro la possibilità di programmare e progettare: per questa ragione le riaperture che il governo disporrà nei prossimi giorni a partire dal mese di maggio, sulla base di dati scientifici solidi, saranno “graduali” ma anche “irreversibili”. A riportarlo, anticipando ciò che il premier dirà oggi, prima alle Regioni e poi in conferenza stampa, sono alcuni articoli pubblicati nelle ultime ore dal Corriere della Sera e da Repubblica.

S&D

Nella giornata di oggi, venerdì 16 aprile, Draghi presiederà la riunione della cabina di regia con i rappresentanti dei partiti, dove si traccerà un cronoprogramma sulle riaperture. Il premier è infatti preoccupato per la stanchezza degli italiani e per la tensione che è emersa nelle piazze nelle ultime settimane. Il decreto sarà poi approvato giovedì prossimo in Consiglio dei ministri ed entrerà in vigore il primo maggio.

Il cronoprogramma del governo Draghi: le tappe per le riaperture

Le riaperture previste dal governo inizieranno a maggio e proseguiranno nei prossimi 45 giorni, in crescendo. “Una cosa non posso consentire”, è il pensiero espresso ieri da Draghi agli altri componenti del governo, “è che si decida la ripartenza di un settore e poi si torni indietro”. Niente false partenze, dunque, che avrebbero la conseguenza di generare speranze tra gli italiani, per poi deluderle, come già accaduto lo scorso autunno, quando la ripresa dei contagi ha costretto a chiudere di nuovo molte attività.

Stavolta la chiave del successo sarà la campagna vaccinale, con cui si assicurerà il maggior numero possibile di over 60 vaccinati. Toccherà in ogni caso al Comitato tecnico scientifico (Cts) valutare se le proposte siano considerate sicure, considerando anche il peso delle varianti. Ecco le tappe “graduali” su cui dovrebbe basarsi la “roadmap” del governo per le riaperture:

FINE APRILE – Un primo allentamento potrebbe arrivare già il 26 aprile, con la possibilità di tenere aperte alcune attività commerciali in zona rossa, dove per adesso i negozi sono chiusi.

INIZIO MAGGIO – Dall’inizio di maggio (a partire dall’1 o dal 3), torneranno le zone gialle e riapriranno sicuramente tutte le scuole di ogni ordine e grado, anche nelle Regioni rosse. Nelle zone con meno contagi e più anziani vaccinati, riapriranno bar e ristoranti a pranzo e si potrà circolare all’interno della propria regione.

Per quanto riguarda l’apertura serale e il coprifuoco, nel governo si sta ancora discutendo per raggiungere un compromesso tra la linea “rigorista” e il centrodestra, che vorrebbe riaprire subito. Anche i cinema e i teatri potrebbero tornare accessibili al pubblico, visto che l’ultimo Dpcm prevedeva questa possibilità. Ma lo faranno con dei protocolli di sicurezza, come quelli indicati nella bozza delle Regioni.

METÀ MAGGIO – Il secondo step per le riaperture dovrebbe arrivare il 17 maggio, quando potrebbe essere consentita la mobilità tra Regioni. A questo punto bar, ristoranti e pub potrebbero restare aperti anche la sera, a condizione di servire ai tavoli e all’aperto. Il coprifuoco, in questo caso, sarebbe posticipato alle 24. L’altra ipotesi è aprire per metà maggio i ristoranti anche in zona arancione, ma solo a pranzo e soltanto all’aperto.

INIZIO GIUGNO – Per l’inizio di giugno è prevista la ripresa definitiva di ogni attività, che probabilmente coinciderà con il 7, giorno della conclusione delle lezioni in diverse Regioni. Con la fine della mobilità legata alla scuola, infatti, l’idea è di riaprire palestre e piscine. Sembra che dovranno ancora attendere, invece, locali notturni e discoteche.

Leggi anche: 1. Al ristorante anche a cena, cinema con tampone in zona rossa: il piano riaperture delle Regioni /2. Meloni contro Speranza: “Incompetente, presenteremo mozione di sfiducia”. La Lega frena: “Non vogliamo la sua testa”/3. Vaccino AstraZeneca sospeso per militari e forze dell’ordine: “Troppi effetti collaterali”

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