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Catania, prete confessa abusi su minori: condannato a 12 anni

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Convinceva i bambini a lasciarsi molestare facendo credere loro che si trattasse di riti purificatori. Ora il pentimento: "Ho fatto molto male"

Catania, prete confessa abusi su minori: condannato a 12 anni

Catania, il prete Pio Guidolin ha confessato di aver commesso abusi sessuali su minorenni ed è stato condannato a 12 anni di carcere. La sua confessione scritta presentata alla Corte d’Appello ha chiuso il processo nel giorno già alla prima udienza: condanna per violenza sessuale aggravata su minorenni.

Stando a quanto emerso, il prelato convinceva i bambini facendo loro credere che si trattasse di riti purificatori.Li cospargeva di olio santo, quello usato per celebrare la messa, e poi abusava di loro nelle stanze attigue alla chiesa. Le vittime delle violenze sessuali sono cinque bambini, tutti resi particolarmente fragili da situazioni familiari difficili.

La condanna per padre Pio Guidolin (12 anni di reclusione) riduce di due anni la pena che gli era stata comminata nel processo di primo grado con rito abbreviato (14 anni). In appello il procuratore generale Maria Aschettino aveva chiesto per il parroco 10 anni di carcere. Il parroco dovrà corrispondere anche 10mila euro a ogni parte civile, confermando le provvisionali esposte in primo grado.

Gli abusi sessuali del parroco mascherati da “riti per lenire i dolori dei bambini”

La parrocchia nella quale operava padre Pio Guidolin si trova nel rione Villaggio sant’Agata, un quartiere di Catania particolarmente popoloso. Come riporta il quotidiano La Sicilia, il sacerdote convinceva i ragazzini a prestarsi agli abusi sessuali con il pretesto di voler “lenire le loro sofferenze interiori”.

Uno dei bambini si è opposto alle violenze del prete, ma la comunità del rione lo ha isolato, accusandolo di calunniare il prete. Tanto che il bambino ha anche tentato il suicidio.

Le minacce ai genitori delle vittime degli abusi sessuali da parte del prete

Dopo che la notizia si era diffusa tra i genitori dei bambini, per fermare la fuga di voci, il prete sarebbe passato alle minacce. Secondo quanto emerso durante le indagini dei carabinieri, coordinate dal procuratore Carmelo Zuccaro, dall’aggiunto Marisa Scavo e dal sostituto Laura Garufi, don Pio Guidolin avrebbe minacciato di far intervenire esponenti della criminalità organizzata siciliana per spingerli al silenzio.

La lettera di pentimento del parroco

Nella sua confessione, don Guidolin esprime anche il proprio “completo pentimento”. Ho “fatto molto male” e sono “profondamente amareggiato e pentito”, scrive il parroco in una lettera vergata a mano. “Mai e poi mai succederanno nella mia vita futura fatti analoghi. Ho fatto molto male, oltre che a questi ragazzi, anche alle persone che credevano in me e di ciò sono profondamente amareggiato e pentito”.

Il legale del sacerdote, l’avvocato Vittorio Lo Presti, alla luce “dell’evidente profondo cambiamento” del suo assistito, ritiene che “le esigenze cautelari possano tranquillamente definirsi attenuate” e ha chiesto alla Corte d’appello di concedere gli arresti domiciliari a don Pio Guidolin, che è detenuto da 23 mesi.

“È evidente che dai domiciliari non potrà reiterare i fatti che, comunque, non potranno più essere commessi perché non potrà essere più un sacerdote, ma, soprattutto, perché ha compreso il male fatto ed è suo intento dedicare la vita che gli rimane alla riparazione di questo”, sottolinea il legale.

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