Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 17:14
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Cronaca

Liliana Segre: “Difficile cantare Bella ciao senza pensare all’Ucraina. L’equidistanza non è possibile”

Immagine di copertina
Credit: ANSA/MATTEO BAZZI

Liliana Segre: “Difficile cantare Bella ciao senza pensare all’Ucraina. L’equidistanza non è possibile”

“Sarà un 25 aprile diverso quest’anno in cui la guerra è tornata nel cuore dell’Europa”. Lo ha ricordato la senatrice a vita Liliana Segre, che in un’intervista a Il Corriere della Sera è intervenuta nel dibattito sulla Festa della liberazione di quest’anno, che si celebrerà a due mesi dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. “Mi auguro al più presto la pace. L’equidistanza non è possibile, il popolo ucraino è stato aggredito dai russi e la sua resistenza va sostenuta”, ha detto la senatrice 91enne, che ha ribadito come la storia mostri “che la pace non si ottiene restando indifferenti o attraverso progressivi cedimenti agli aggressori, ma garantendo una convivenza tra i Paesi basata sul diritto e sul rispetto”.

Segre si è detta favorevole alla proposta di far parlare una donna ucraina alla manifestazione che si terrà a Milano. “Lo vedo anche come un segno di solidarietà verso i tantissimi anziani, donne, bambini, costretti a lasciare il loro Paese. Del resto sarebbe difficile in un anno come questo intonare Bella ciao senza rivolgere un pensiero agli ucraini che nelle scorse settimane si sono svegliati e hanno ‘trovato l’invasor’. Ciò non vuol dire ovviamente essere contro il popolo russo, vittima delle decisioni disumane del suo leader”, ha detto la senatrice sopravvissuta all’Olocausto.

Nell’intervista, Segre ha raccontato il suo 25 aprile del 1945, trascorso nel lager di Malchow in Germania settentrionale, “dove ero stata trasferita dai nazisti come ultima tappa della “marcia della morte” iniziata da Auschwitz”. “Ricordo grande nervosismo tra i nostri aguzzini, mentre noi non capivamo cosa stesse accadendo. Furono alcuni francesi prigionieri dei tedeschi, passando vicino al filo spinato in quei giorni di aprile, a dirci: ‘Non morite, tenete duro, la guerra sta per finire’”, ha detto.

Ti potrebbe interessare
Cronaca / I bambini della famiglia nel bosco restano in comunità, gli attacchi di Salvini e Roccella ai giudici: “Vergogna”
Cronaca / Famiglia nel bosco, rigettato il ricorso dei genitori: i bambini restano in comunità
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Ti potrebbe interessare
Cronaca / I bambini della famiglia nel bosco restano in comunità, gli attacchi di Salvini e Roccella ai giudici: “Vergogna”
Cronaca / Famiglia nel bosco, rigettato il ricorso dei genitori: i bambini restano in comunità
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Cronaca / Gruppo FS: piano Milano-Cortina 2026, Frecciarossa a Milano Malpensa e collegamenti potenziati
Cronaca / RFI (Gruppo Fs), passante AV di Firenze: “Marika” ha raggiunto la nuova stazione AV di Belfiore
Cronaca / Famiglia nel bosco, la relazione dei servizi sociali: "I bambini hanno paura della doccia"
Cronaca / Milano, 21enne accoltellato per strada: è grave
Cronaca / Taranto, ha una forte emicrania e va in ospedale: muore a 19 anni
Cronaca / Aosta, chiede aiuto ai carabinieri poi li investe più volte: ferito gravemente un appuntato di 41 anni
Cronaca / Famiglia nel bosco, la figlia Utopia Rose: "Ci piace stare insieme"