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Home » Cronaca

Irruzione neofascista su Zoom: gridano “Ebrei nei forni” alla presentazione di un libro sulla Shoah

Immagine di copertina
Svastiche e simboli neofascisti. In Italia l'apologia del fascismo è reato

È accaduto durante la presentazione del volume "La generazione del deserto" della scrittrice Lia Tagliacozzo

Un gruppo di neofascisti ha fatto irruzione in un evento online durante il quale la scrittrice Lia Tagliacozzo stava presentando il suo libro “La generazione del deserto” (Manni editore) sulla memoria della Shoah. La presentazione, che si stava svolgendo su Zoom domenica scorsa, era stata organizzata dal Centro di studi ebraici di Torino e dall’Istoreto, l’Istituto piemontese della Resistenza.

“Ebrei ai forni”, “Vi bruceremo tutti”, “Dovete morire” sono stati alcuni degli insulti gridati dai neofascisti, che si nascondevano dietro immagini come svastiche, aquile del Terzo Reich e foto di Adolf Hitler. Un vero e proprio “Zoombombing”, che però è durato poco. Dopo che gli organizzatori sono intervenuti per silenziare ripetutamente gli incursori, infatti, l’evento è proseguito.

Gli incursori neofascisti su Zoom erano almeno una decina, avevano voci giovani, e ora sono stati denunciati alla polizia postale per risalire alla loro identità. “I nazisti mi sono entrati in casa un’altra volta, come fecero quando bussarono a questa stessa porta, il 16 ottobre del ’43 durante il rastrellamento del Ghetto, per portare via la mia famiglia, dimezzata nei campi di concentramento”, ha raccontato Lia Tagliacozzo,  scrittrice e giornalista romana ed ebrea, nipote di deportati ad Auschwitz e figlia di due sopravvissuti alla Shoah. “È stato scioccante ma non ci hanno fermato, la nostra presentazione è andata avanti, abbiamo continuato a parlare, a ragionare. Mentre loro, dopo due minuti, sono stati allontanati: loro hanno perso, noi abbiamo vinto”.

Leggi anche: 1.Dai complotti sul web al tentato golpe: così Trump ha legittimato il neo-terrorismo americano /2. Torino, scritta nazista “Sieg Heil” e svastica sulla casa della figlia di un partigiano /3. Covid, medico ebreo salva la vita a un uomo con tatuaggi nazi

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