I genitori di Ilaria Sula contro la mamma di Mark Samson: “Ha buttato via nostra figlia come un oggetto, non è una madre”
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I genitori di Ilaria Sula attaccano Nosr Manlapaz, la mamma di Mark Antony Samson (qui il suo profilo), il 23enne che ha ucciso l’ex fidanzata con tre coltellate alla gola, che ha aiutato il figlio a ripulire le tracce di sangue nell’appartamento dove è avvenuto l’omicidio. In un’intervista a La Repubblica, i due affermano che Ilaria “non era un paio di scarpe, non era un oggetto, non doveva essere buttata via così. Era una persona. E adesso non c’è più”. Insieme al loro avvocato e al figlio minore Leon spiegano che chiedere all’assassino i motivi del delitto “non avrebbe senso. Ma vorrei tanto sapere quali sono state le ultime parole di mia sorella”.
Ilaria Sula studiava “Statistica finanziaria, di tanto in tanto le chiedevamo di cosa si trattasse. ‘Cose difficili’, rispondeva. Ma all’università era brava”. Era “una ragazza con la testa sulle spalle. Le sarebbe piaciuto studiare a Bologna, ma trovare un appartamento è stato impossibile. Perugia non le piaceva, allora siamo andati insieme a Roma. Abbiamo girato tutta la città, la sera siamo andati insieme a piazza Navona, a piazza di Spagna. A fine giornata ha detto ‘Roma va bene'”. Si sarebbe dovuta laureare a ottobre: “Già pensava alla festa, al vestito. Era così contenta. Ci aveva avvertiti: ‘Dovrò invitare tante persone’. E noi le dicevamo, ‘non ti preoccupare, facciamo tutto quello che vuoi’. Dopo voleva continuare a studiare, fare un master. Sognava in grande la nostra Ilaria”. I genitori ricordano ancora: “Da piccola ha deciso di studiare il pianoforte e tanto ha fatto finché non l’ha imparato. Ogni volta che tornava qui, si metteva a suonare. Avrebbe voluto portarlo con sé Roma, ma non c’era spazio. Suonava sempre Per Elisa, le piaceva tanto”.
Sapevano della relazione con Mark Samson ma “non la consideravamo una cosa seria. Ci aveva parlato di lui. Ilaria non ci nascondeva nulla”. Poi parlano della mamma dell’assassino di loro figlia: “Come si fa a fare una cosa del genere? Avrebbe dovuto chiamare i soccorsi, l’ambulanza, la polizia. Non aiutarlo a pulire tutto, coprirlo. Quella non è una madre”. Dalla giustizia italiana si aspettano che Mark Samson resti in carcere a vita: “Quello che le ha fatto, non si fa neanche agli animali. Nostra figlia non era un oggetto e l’ha buttata via come se lo fosse”. E ora cercano di andare avanti: “Finora ce l’abbiamo fatta, poi non sappiamo. Ci hanno strappato via non un pezzo di cuore, tutto. Nostra figlia è chiusa in un posto da cui non può più uscire, a casa non può tornare, non la vedremo mai più entrare dalla porta, stare nella sua stanza. La forza ce la sta dando lei. Abbiamo il dovere di assicurarle che sia fatta giustizi”.