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Lo street artist Jorit a TPI: “Il mio murale elogiato da Putin dimostra che i nostri leader non fanno abbastanza per la pace”

Immagine di copertina

“Per la prima volta dopo settimane Putin ha utilizzato la parola speranza nel discorso in cui citava il mio murale dedicato a Dostoevskij, quindi mi auguro che l’arte possa diventare uno strumento di pace”. Jorit, l’artista napoletano noto per aver dipinto sulle pareti dei palazzi di mezzo mondo personaggi del passato, leader politici, artisti, vittime di ingiustizie sociali, da Nelson Mandela a Luana D’Orazio, l’operaia di 22 anni morta il 3 maggio scorso nella fabbrica in cui lavorava, è rimasto stupito dal video in cui il presidente russo ha citato il murale dipinto sulla facciata dell’istituto tecnico Righi nel quartiere Fuorigrotta, dedicato a Dostojeski.

S&D

“Sono rimasto incredulo e molto colpito”, dice a TPI due giorni dopo aver ascoltato le parole del presidente russo, che ha parlato della sua opera con “simpatia”. “Penso che molti sappiano, abbiano visto, come a Napoli un artista di strada di recente abbia dipinto sul muro di un palazzo il ritratto dell’ormai ‘cancellato in Occidente’ scrittore russo Fedor Dostoevskij. Dà ancora speranza, che attraverso la simpatia reciproca delle persone, attraverso una cultura che collega e unisce tutti noi, la verità sicuramente si farà strada”, ha dichiarato il leader del Cremlino nel suo messaggio.

Parole che secondo lo street artist napoletano dimostrano come si potrebbe fare di più per favorire un’apertura da parte di Putin. Jorit è convinto che i leader politici non stiano facendo abbastanza per ottenere la pace. “È mai possibile che sono riuscito a fare più io, semplice cittadino, per la pace con un murale, che il nostro governo? Mi sorge il dubbio: se Putin ‘si apre’ con un semplice murale, cosa farebbe in caso di proposte serie di un cessate il fuoco?”, ha scritto su Instagram subito dopo aver ascoltato il messaggio del leader russo e, nonostante sia stato tacciato di mitomania (“La mitomania di Jorit fermerà la guerra in Ucraina?“, scriveva ieri il Foglio), oggi ribadisce il concetto.

Non ho chiesto io di essere citato da Putin. Ma confermo quello che ho scritto: ho l’impressione che si stia facendo poco per la pace. Forse questa guerra in realtà ai nostri leader non dispiace, soffrono solo i popoli. Sono dispiaciuti fino a un certo punto. Si potrebbe fare di più per aiutare il popolo ucraino. Si sta facendo poco”, afferma.

A Dostoevskij aveva dedicato il murale dopo che l’Università Bicocca di Milano aveva annunciato la sospensione del corso del professore Paolo Nori sullo scrittore russo, poi ritirata per via delle critiche. “Fortunatamente hanno ritrattato la sospensione, secondo me grazie alle polemiche e alla sollevazione dell’opinione pubblica, aspetto che non deve essere dimenticato. Io volevo dare il mio contributo per dire che la cultura non va censurata, che Dostoevskij non va censurato ma studiato ancora di più. Soprattutto in questo momento storico particolare”.

Per il resto, dice, si limita a dipingere. “Io dipingo, utilizzo bombolette, non ho la presunzione di poter fare altro per la guerra in Ucraina. In assoluto è un’utopia che siano l’arte e la cultura a portare la pace. Ma io faccio questo e utilizzo questa strada, e spero che la cultura possa diventare un ponte tra popoli e portare alla pace”, continua

Su un palazzo di Salerno ha dipinto una colomba che trasporta la lettera “A” di “War” alla parola “Peace” su un volto in lacrime. E se non può offrire in prima persona una soluzione al governo italiano o alla comunità internazionale impegnata nei tentativi di negoziato e nei colloqui con Putin, a parlare per lui è forse la frase della canzone di Lucio Dalla del 1985, “Se io fossi un angelo”, che ha citato all’interno di una delle ultime opere dedicate al cantante bolognese, realizzata quando in Ucraina tirava già aria di guerra. “Se io fossi un angelo con i russi parlerei”. Secondo Jorit “versi simbolici”, “parole concrete e quanto mai attuali”.

La video intervista di TPI a Jorit

Jorit a TPI: “Ho dipinto il sorriso di Luana perché si lavori per vivere, e non per morire” | VIDEO
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