Boom di dimissioni volontarie nelle aziende: “I giovani si interrogano sul senso del lavoro e della vita”
Nelle aziende del Nord è boom di dimissioni volontarie tra i giovani neoassunti in mansioni impiegatizie.
Si cercano offerte con migliori condizioni economiche, anche grazie alla ripresa del mercato del lavoro. Ma anche condizioni di lavoro più soddisfacenti dal punto di vista umano, impieghi in grado di garantire il giusto equilibrio tra vita privata e lavoro.
Al momento i settori che registrano la maggiore carenza di personale sono: Informatico e Digitale (32%), Produzione (28%), Marketing e Commerciale (27%).
Secondo l’indagine dei Aidp (Associazione per la Direzione del Personale), basata su un campione di circa 600 aziende, il fenomeno delle dimissioni volontarie ha riguardato il 60% delle aziende. La fascia d’età più coinvolta è quella tra i 26-35 anni. Seguita dalla fascia dei 36-45enni.
Le motivazioni
Per i direttori del personale il fenomeno dimostra quanto stia cambiando la percezione che le persone hanno del senso del lavoro e per il 30% di quanto, invece, stia cambiando il mercato del lavoro stesso. Tra le motivazioni, oltre alla ricerca di condizioni economiche più favorevoli e l’aspirazione ad un maggior equilibrio tra vita privata e lavorativa, il 25% degli intervistati ha giustificato la propria scelta con la ricerca di un nuovo senso di vita. Un altro 20% ha dichiarato che la decisione di lasciare il lavoro è legata a un clima negativo in ufficio.
Le aziende si stanno attrezzando per far fronte alla crescita repentina e inattesa di dimissioni. In alcuni casi i fuoriusciti vengono sostituiti con dipendenti attratti da contratti a tempo indeterminato e determinato (55%). Una parte significativa di aziende ha invece adottato una strategia di attesa (il 15%).
“Il rispetto dei valori individuali, la qualità delle relazioni, il benessere sul posto di lavoro e una serie di aspetti legati alle proprie motivazioni ed aspirazioni sono diventati indispensabili. Il fattore scatenante – spiega Matilde Marandola, Presidente Nazionale Aidp – è che le persone si sono interrogate rispetto al senso del proprio lavoro e in qualche caso della propria vita e, nella maggior parte dei casi, le risposte hanno spinto al cambiamento”.