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    Funerali di Stato dell’ambasciatore Attanasio e del carabiniere Iacovacci, uccisi in Congo. Il cardinale De Donatis: “Smascherare il germe della violenza”

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 25 Feb. 2021 alle 08:41 Aggiornato il 25 Feb. 2021 alle 15:41

    I funerali di Stato dell’ambasciatore Attanasio e del carabiniere Iacovacci

    Applausi, lacrime e la marcia funebre di Chopin suonata dalla fanfara dei Carabinieri del picchetto d’onore del 13°reggimento Friuli Venezia Giulia hanno spaccato in due il dolore che riempiva piazza della Repubblica a Roma per l’ultimo saluto all’ambasciatore italiano Luca Attanasio e al carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi in Repubblica Democratica del Congo lo scorso 22 febbraio durante un assalto al convoglio sul quale viaggiavano.

    Nell’attacco armato in cui i due giovani italiani hanno perso la vita, è morto anche l’autista, Mustapha Milambo. Le salme di Attanasio e Iacovacci sono arrivate a Ciampino nella serata di martedì 23 febbraio. Dopo le autopsie per verificare le cause del decesso, questa mattina, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri di Roma si sono tenuti i funerali di Stato. Il premier Mario Draghi e quasi l’intera compagine di governo erano presenti alla cerimonia per l’estremo saluto.

    Tutto si è svolto nel rispetto delle norme anti-Covid e in un clima di profondo riserbo. Alla cerimonia in prima fila, tra i familiari delle vittime c’era la moglie dell’ambasciatore, Zakia Seddiki, con in braccio una delle tre figlie. Accanto ai familiari erano presenti il presidente del Consiglio Mario Draghi e le massima autorità italiane. A rappresentare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la presidente del Senato, Elisabetta Casellati. Mattarella aveva annulato la sua presenza a Ciampino nel giorno di arrivo dei due feretri, per problemi di salute.

    Le due bare sono state portate in spalla dai colleghi del XIII reggimento dei carabinieri Gorizia, tutti visibilmente commossi. Iacovacci li aveva salutati qualche mese fa prima di partire per la missione a fianco di Attanasio, nella Repubblica democratica del Congo.

    Il cardinale Angelo De Donatis ha celebrato l’omelia: “Luca, Vittorio e Mustapha sono stati strappati da questo mondo dagli artigli di una violenza stupida e feroce che porterà solo dolore. Dal male viene solo altro male. La violenza sta tornando di moda in ogni ambiente e a ogni latitudine, non solo nell’Est del Congo”. De Donatis ha portato la “vicinanza e la preghiera da parte del Papa. In questo giorno sentiamo nostra la angoscia di tre famiglie, di due nazioni, dell’intera famiglia delle nazioni”.

    “Questi nostri fratelli hanno deciso di compromettersi con l’esistenza degli altri, anche a costo della loro vita. Oggi piangere è doveroso”, ha proseguito il cardinale. “Ci uniamo al pianto dei parenti, degli amici, dei tanti italiani e congolesi che hanno ricevuto il loro aiuto. Il pianto di un popolo, quello del Congo, devastato dalla violenza, e che vede tutti i giorni morire i suoi figli. Amare senza cercare monete di contraccambio, attendere sapendo che il bene seminato nel pianto porta sempre un frutto di gioia, amare vale sempre la pena, comunque vada a finire. Nulla cade nel vuoto. Tutto quello che questi nostri fratelli hanno seminato è nella memoria eterna di Dio”.

    Al termine della cerimonia, fuori di chiesa, Mario Draghi si è avvicinato ai familiari delle vittime, riunite davanti ai due feretri con i carri funebri ancora aperti, dove si è svolto anche il picchetto d’onore.

    L’esito delle autopsie

    Sui corpi di Attanasio e Iacovacci è stata eseguita ieri l’autopsia al Policlinico Gemelli di Roma. I medici hanno accertato che non si è trattato di un’esecuzione: i due uomini sono stati uccisi nel corso di un conflitto a fuoco. In totale, sono quattro i colpi mortali: due hanno colpito l’ambasciatore e due il carabiniere. La Tac ha fatto invece emergere che i proiettili li hanno trapassati da sinistra a destra, provocando una sofferenza di circa un’ora prima della morte. Sul caso stanno indagando sia la procura ordinaria sia la procura militare di Roma, come ha confermato il procuratore Antonio Sabino, che ha parlato di un mero fascicolo conoscitivo, un atto dovuto essendo coinvolto un militare.

    Chi era Luca Attanasio

    Luca Attanasio era nato a Saronno, in provincia di Varese e aveva 43 anni. Si era laureato alla Bocconi nel 2001 e nel 2003 aveva iniziato la carriera diplomatica. Dopo diverse esperienze nelle ambasciate in Svizzera, in Marocco e in Nigeria, era dal 2017 capo missione a Kinshasa, nel Congo.

    Era stato insignito, nel 2020, del Premio internazionale Nassiriya per la Pace 2020, insieme alla moglie Zakia Seddiki (qui il suo profilo), presidente di un’Organizzazione umanitaria che aiuta i bambini di strada. Oltre alla moglie lascia tre bimbe. Qui la sua biografia sul sito dell’ambasciata.

    Chi era Vittorio Iacovacci

    Il carabiniere Vittorio Iacovacci avrebbe compiuto 31 anni il prossimo mese di marzo. In forza al battaglione Gorizia dal 2016, aveva prestato servizio anche nella Folgore ed era originario di Sonnino, provincia di Latina. Iacovacci non era sposato e non aveva figli. Il militare 30enne dal settembre 2020 era in forza al 13esimo reggimento Friuli Venezia Giulia, a Gorizia, e in Congo si occupava proprio di proteggere l’ambasciatore italiano.

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    5. Luca Attanasio, l’intervista di Diego Bianchi nel 2019 all’ambasciatore ucciso in Congo | VIDEO /6. Nel 2020 l’ambasciatore Attanasio e la moglie Zakia avevano vinto un premio per il loro impegno per la pace /7. “Luca era una forza della natura”: il sindaco di Limbiate ricorda l’ambasciatore ucciso in Congo /8. Chi è Zakia Seddiki, la moglie dell’ambasciatore Attanasio (premiata insieme a lui nel 2020)

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