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    Coronavirus, nessuno è immune, nemmeno i giovani: “Positivo uno su cinque sotto i 50 anni”

    Di Giulia Angeletti
    Pubblicato il 10 Mar. 2020 alle 09:25 Aggiornato il 10 Mar. 2020 alle 11:02

    Coronavirus, nessuno è immune, nemmeno i giovani: “Positivo uno su cinque sotto i 50 anni”

    In questi giorni di piena emergenza coronavirus, con il premier Giuseppe Conte che ha allargato a tutta Italia la zona rossa ed emanato una serie di misure ancora più restrittive nell’ultimo decreto ministeriale al fine di contenere al massimo i contagi da Covid – 19, nessuno può sentirsi immune. Nemmeno i più giovani, che come tutte le altre persone, possono essere contagiate e contribuire all’allargamento del focolaio epidemico.

    Secondo un’analisi dell’Istituto superiore di sanità, infatti,una persona su cinque tra gli infetti ha un’età compresa tra i 19 e i 50 anni e, dunque, si rende fondamentale il rispetto delle regole che vietano, da ieri sera ancora di più, l’assembramento in luoghi pubblici. Sono, d’altronde, arrivati a quota 8342 i casi positivi, e di questi l’1.4 per cento ha un’età inferiore ai 19 anni, il 22 per cento tra 19 e i 50 anni, il 37.4 tra i 51 e i 70 e il 39.2 è più di 70 anni.

    “In questi giorni – ha spiegato Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss – le cronache riportano molti esempi di violazioni delle raccomandazioni, soprattutto da parte dei giovani. Questi dati confermano come tutte le fasce di età contribuiscono alla propagazione dell’infezione, e purtroppo gli effetti peggiori colpiscono gli anziani fragili. Rinunciare a una festa o a un aperitivo con gli amici, non allontanarsi dall’area dove si vive e rinunciare a rientrare a casa è un dovere per tutelare la propria salute e quella degli altri, soprattutto i più fragili”. Parole, queste, che fanno a eco a quelle del direttore del reparto di malattie infettive dell’ospedale Luigi Sacco di Milano Massimo Galli: “A costo di essere detestato – ha affermato il professore – dico che i locali e i punti di aggregazione vanno chiusi pure nelle regioni non ancora intensamente coinvolte dal problema”.

     

    “Gli adolescenti si considerano immortali. Ma ci sono anche giovani – ha aggiunto Galli – in rianimazione con problemi decisamente seri. Trentenni e anche più giovani. Pochi casi, ma ci sono”. Pochi, certo, rispetto a chi rischia di avere delle complicazioni molto serie per via dell’infezione da Covid -19, come gli ottantenni, che finora rappresentano più della metà dei decessi. Ad ogni modo, anche se il rischio è alto per tutti e nessuno può considerarsi immune, sempre Galli ha invitato le persone a non entrare nel panico, a dire no all’allarmismo. Nei giorni scorsi molti genitori erano stati messi in stato di preoccupazione a seguito della diffusione di un file audio che parlava di “ventenni intubati”. “Una menzogna e una porcheria inqualificabile. Noi abbiamo 27 persone in terapia intensiva, sei sono guariti e ce n’è uno di 18. Ma uno. E capita anche in periodi normali che un giovane possa ammalarsi di polmonite. L’età media dei pazienti è 70 anni”, ha spiegato Alberto Zangrillo, primario del San Raffaele, smentendo subito la notizia.

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