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Casapound, la petizione per sgomberare lo stabile occupato di Roma raggiunge 10mila firme in 24 ore

Immagine di copertina
L'immobile occupato da Casapound nel centro di Roma

La petizione che chiede lo sgombero dell’immobile occupato da Casapound a Roma, lanciata lunedì 25 giugno dall’associazione Insieme in Rete, ha raggiunto 10mila firme in sole 24 ore.

Lo rivela in una nota lo staff della piattaforma Change.org, su cui è possibile firmare l’appello. Tra i firmatari che si sono subito mobilitati per la causa ci sono anche l’ex Presidente della Camera Laura Boldrini e l’ex segretaria generale della CGIL Susanna Camusso.

L’associazione che chiede al partito di estrema destra di liberare lo stabile di via Napoleone III ha definito i militanti di Casapound “delinquenti del terzo millennio”.

L’occupazione abusiva di Casapound del palazzo nel quartiere Esquilino di Roma è iniziata nel 2003. Lo stabile è infatti di proprietà del demanio statale.

Le persone che lo occupano non sono in una situazione di emergenza sociale. Eppure, di fatto, sottraggono denaro pubblico allo Stato. Secondo la Corte dei Conti, il danno erariale provocato dalla mancata riscossione dei canoni d’affitto dello stabile ammonta infatti a 4,6 milioni di euro.

Come ha ricordato la scrittrice Michela Murgia in un filmato diffuso per accompagnare la petizione, tra i militanti del movimento di estrema destra si contano 20 arresti e 359 denunce.

Nel filmato, Murgia ricorda inoltre che negli ultimi cinque anni “quasi 360 militanti di Casapound sono stati denunciati per reati molto gravi: dalla rapina a mano armata alla detenzione di armi illegali, alla lesione a pubblico ufficiale e altre carinerie simili”.

“Ciononostante il loro partito continua a occupare indisturbato un immobile di pregio nel centro di Roma, senza pagare l’affitto”, continua la scrittrice nel suo videomessaggio.

L’appello è risultato efficace, così da diventare virale e raggiungere in un solo giorno migliaia di firme. Nelle ultime ore sono aumentate fino ad arrivare a 12.400.

A novembre, la stessa associazione aveva lanciato su Change.org una petizione per introdurre il reato di Revenge porn nell’ordinamento italiano, raccogliendo 126mila firme.

L’appello ha ottenuto l’appoggio di tutti gli schieramenti politici, e ha poi permesso all’emendamento sul reato di pornografia non consensuale di essere approvato alla Camera.

Qui il link per firmare l’appello.

CasaPound, l’appello virale di Insieme in Rete firmato da Michela Murgia per sgomberare lo stabile occupato a Roma.
L’occupazione di CasaPound all’Esquilino ha causato un danno allo Stato di oltre 4 milioni di euro.
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