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Il primo passo per trovare lavoro? Un buon curriculum

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Credit: Pixabay

Negli ultimi mesi i dati dell’ISTAT sulla disoccupazione in Italia continuano a crescere, in particolare quelli sulla disoccupazione dei giovani, che si avvicinano al 30%. Contemporaneamente aumenta di mese in mese il numero di italiani in cerca di lavoro, in particolare di età compresa tra i 25 e i 45anni. Diventa sempre più competitiva la ricerca di un’occupazione ed assume sempre più importanza la presentazione delle candidature, dal compilare fino ai diversi step di colloquio con le aziende.

Il curriculum vitae, letteralmente “corso della vita” – e quindi carriera, spesso abbreviato in curriculum o cv, è il biglietto da visita prima di un colloquio di lavoro. Riassume l’esperienza professionale e formativa del candidato, elencandone tutte le competenze. È il mezzo per arrivare al lavoro desiderato, ed è quindi fondamentale che sia ben compilato e strutturato.

L’obiettivo del curriculum è di ottenere un colloquio di lavoro, e, contemporaneamente, la misura per capire se un curriculum è efficace è proprio il numero di colloqui che procura.

Dato che potrebbe finire tra pile e pile di altri curricula, il datore di lavoro potrebbe dedicarci pochissimo tempo, per non dire pochi secondi. Perciò è fondamentale farsi notare, con un’impostazione grafica pulita ma interessante, e far pensare al reclutatore di aver trovato la persona ideale per la posizione ricercata.

Ma come si redige un buon curriculum vitae? Sappiamo che devono esserci i contatti del candidato, le esperienze scolastiche e lavorative in ordine cronologico a partire dal più recente, altre skills personali come le lingue e le competenze informatiche, e per finire interessi unici e particolari che potrebbero interessare e colpire il reclutatore. Ma quali informazioni dobbiamo inserire e quali è meglio lasciare da parte? Meglio una in più o una in meno?

Il curriculum deve essere rappresentativo della propria carriera professionale in maniera esaustiva, ma anche essere chiaro, preciso e orientato al lavoro che si sta cercando. Dovrà quindi essere ben strutturato e far risaltare le competenze più attinenti alla posizione desiderata, per permettere a chi lo riceve di conoscere meglio il candidato e apprezzarne il valore potenziale per l’azienda. Creare un legame tra la propria esperienza e l’offerta di lavoro è fondamentale e per farlo può essere utile studiare l’azienda anche a partire dal suo website e dal percorso dei suoi dipendenti.

Nel cv bisognerà indicare tutte le informazioni, ma in maniera concisa: è preferibile che il cv non sia più lungo di 2 pagine. I documenti più lunghi raramente vengono letti fino in fondo e ingenerale un testo più corto incentiva maggiormente alla lettura. L’elemento per agganciare il reclutatore e spiccare sugli altri candidati può essere la presentazione iniziale, in cui in poche righe si potrà dare una overview sulle proprie capacità e sulla loro pertinenza al ruolo ricercato.

Sempre più spesso inoltre, il curriculum non basta e deve essere accompagnato da una lettera di presentazione, o da una mail di accompagnamento, che ha la stessa funzione della presentazione iniziale ma in versione estesa. Per essere convincente la lettera dovrà essere scritta appositamente per il ruolo in questione e nel futuro dovrà essere riscritta per qualsiasi nuovo tentativo, nella stessa o in altre aziende. Questa lettera può addirittura essere più importante del cv stesso perché potrebbe essere letta prima per scremare le richieste e scegliere di procedere con la lettura del curriculum solo degli aspiranti più in linea.

Infine, è necessario prestare attenzione anche alla scelta della foto che accompagna il cv, è pur sempre la prima immagine di sé che si decide di mostrare al recruiter. È buona regolare quindi evitare di utilizzare fotografie informali, come quelle utilizzate per i social network per esempio. Banditi i selfie o peggio le foto in costume. Meglio optare per una fotografia in primo piano o al massimo di tre quarti. Lo sfondo deve essere rigorosamente neutro. Il look è meglio che sia sobrio: né troppo elegante, né troppo casual. L’obiettivo insomma è quello di presentare un’immagine di sé professionale e affidabile. Ma senza musi lunghi, un bel sorriso è concesso!

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