Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 04:03
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Di Battista
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Costume

A cos* serv* l* schwa: è davvero necessario un nuovo segno scritto per includere tutti?

Immagine di copertina

Il genere grammaticale non corrisponde a quello biologico. È davvero necessario un nuovo segno scritto per includere tutti? L'approfondimento sul nuovo numero del settimanale The Post Internazionale - TPI, in edicola dall'1 ottobre

L’Accademia della Crusca ha sconsigliato l’uso dell’asterisco (*) e dello schwa (ə) nell’italiano scritto, seppur per lodevoli ragioni di inclusione linguistica. Tra gli ostacoli principali, come spiega il linguista Paolo D’Achille nella scheda “Un asterisco sul genere”, la difficoltà di pronuncia dei due segni scritti e le possibili incomprensioni relative al significato di simboli mutuati dall’informatica e dall’Alfabeto fonetico internazionale.

Molto meglio usare il maschile plurale, da considerare come genere grammaticale non marcato, per esempio nel caso di participi o aggettivi in frasi come “Maria e Pietro sono stanchi” o “mamma e papà sono usciti”. Il dibattito però resta aperto. La linguista Anna M. Thornton sottolinea come l’introduzione dello schwa non risolva affatto il problema dell’inclusione, ma lo scalfisca appena. Se la formula “Carə tuttə” potrebbe far sentire finalmente parte di un insieme che include; tuttavia rischia di escludere molte donne, che sostengono come essa oscuri la presenza femminile tanto quanto il maschile “Cari tutti”.

Di diverso avviso la sociolinguista specializzata in comunicazione digitale, Vera Gheno, che ha collaborato per vent’anni con l’Accademia della Crusca. La lingua, sottolinea l’esperta, cambia continuamente e non esiste un’autorità capace di decidere in materia. In italiano una parola è o maschile o femminile, “ma non sempre questa alternativa risulta inclusiva”. Inoltre, rimarca Gheno, la pronuncia dello schwa esiste già in alcune forme dialettali italiane…
Continua a leggere l’articolo sul settimanale The Post Internazionale-TPI, clicca qui.

Ti potrebbe interessare
Costume / Essere liberi professionisti nel 2024: cosa sapere e consigli utili
Costume / Federica Pellegrini: “La maternità è più difficile di quanto pensassi, non è una passeggiata”
Costume / Il nuovo bracciale di Balenciaga ha la forma di uno scotch e costa 3mila euro
Ti potrebbe interessare
Costume / Essere liberi professionisti nel 2024: cosa sapere e consigli utili
Costume / Federica Pellegrini: “La maternità è più difficile di quanto pensassi, non è una passeggiata”
Costume / Il nuovo bracciale di Balenciaga ha la forma di uno scotch e costa 3mila euro
Costume / Festa della donna 2024: frasi e immagini da mandare oggi, 8 marzo
Costume / La verità di Chiara Ferragni sul video in tuta: “Ero truccata e vestita così da 3 giorni”
Costume / Il ritorno di Andrea Giambruno: fotografato in tribuna durante Monza-Roma
Costume / È morta Iris Apfel, icona della moda newyorkese: aveva 102 anni
Costume / Fedez si infortuna durante un allenamento: “Si è rotto un dente”
Costume / Weekend a Roma: 5 attrazioni poco conosciute
Costume / Costretta a lasciare l’azienda dopo il secondo figlio: “Se torni al lavoro ti faremo morire”